Agricoltura: 120 morti anno per mezzi agricoli non revisionati

Roma, 28 apr. (askanews) – Ogni anno oltre 120 lavoratori agricoli muoiono a bordo di trattori privi di cinture o sistemi di protezione contro il ribaltamento, strumenti semplici ma vitali per prevenire tragedie. Lo ricorda Federacma, la Federazione Confcommercio delle associazioni nazionali dei servizi e commercio macchine agricole, operatrici e da giardinaggio, in occasione della Giornata Internazionale della Salute e Sicurezza sul Lavoro.
“Ogni anno l’Italia è costretta a contare morti che si potrebbero evitare – sottolinea Andrea Borio, presidente di Federacma – È inaccettabile che, nonostante le tecnologie disponibili, circolino ancora mezzi agricoli privi di cinture di sicurezza e sistemi di protezione. L’obbligo di adeguamento è una scelta di civiltà che non può più essere rinviata. In agricoltura, poi, – aggiunge – il dramma è doppio: la morte di un lavoratore significa spesso anche la fine dell’azienda, con conseguenze devastanti per intere famiglie e comunità”.
Secondo le stime, nel nostro Paese circolano circa 1,2 milioni di trattori privi di cintura di sicurezza e oltre 670mila senza rollbar. Nonostante l’approvazione nel 2015 di un decreto interministeriale, previsto sin dal Nuovo Codice della Strada del 1992, la revisione obbligatoria dei mezzi agricoli non è ancora operativa.
“I numeri sono drammatici – prosegue Borio – Negli ultimi otto anni abbiamo contato oltre mille morti e più di 4.000 invalidità permanenti, senza contare i costi sociali enormi che queste tragedie comportano, tra interventi sanitari, protesi, pensioni di invalidità e reversibilità. In altri Paesi europei, come l’Austria, l’introduzione della revisione ha portato a una drastica riduzione delle vittime, passando da 100 morti l’anno ad appena 7”.
Federacma rivolge, dunque, un appello urgente al Ministero dei Trasporti affinché si proceda senza ulteriori rinvii all’emanazione del decreto attuativo necessario per avviare la revisione dei mezzi agricoli. Un appello esteso al Ministero dell’Agricoltura.
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