Albania, per la prima volta migranti “ospiti” nel Cpr finiscono in isolamento dopo una rivolta

Aprile 17, 2025 - 15:00
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Albania, per la prima volta migranti “ospiti” nel Cpr finiscono in isolamento dopo una rivolta

Una nuova “inaugurazione” a Gjader, uno dei due centri costruiti dal governo Meloni in Albania per ospitare migranti. Nella struttura dell’entroterra albanese che l’esecutivo a colpi di decreto ha trasformato da “hub” destinato ai richiedenti asilo intercettati in mare in un Cpr, Centro di permanenza per i rimpatri, si sono aperte le porte del mini-carcere.

Per la prima volta infatti alcuni migranti sono stati trasferiti nel piccolo penitenziario che sin dalla firma del Patto Italia-Albania tra Giorgia Meloni ed il premier albanese Edi Rama era destinato alla detenzione di chi commette reati nella struttura.

Secondo i media albanesi, scrive Repubblica, dieci dei quaranta migranti arrivati a Gjader venerdì 11 aprile a bordo della nave della Marina militare Libra, salpata da Brindisi, sono stati posti agli arresti.

Un provvedimento scattato a seguito della piccola rivolta scoppiata due giorni fa quando, protestando per il trasferimento in Albania, sono stati distrutti arredi e suppellettili delle stanze del Cpr.

Il Viminale ha smentito tale versione, parlando di migranti non sbattuti in carcere ma “semplicemente” in cella di isolamento, dato che il mini-penitenziario “non è stato ancora aperto”, spiegano dal Ministero.

Il mini-carcere di Gjader può ospitare un massimo di 21 persone: lì sono sotto il controllo della Polizia penitenziaria italiana mentre, nel Cpr, la loro custodia è responsabilità del personale della società Medihospes, che si era originariamente aggiudicata l’appalto per la gestione del centro di detenzione per richiedenti asilo.

Situazione in Albania che per il deputato del Pd Fabio Porta è “a dir poco sconcertante”.

Reduce da una missione sul posto per visitare i centri per migranti realizzati del governo, Porta sottolinea come oggi le strutture “ospitano soltanto migranti già detenuti nei nostri Cpr, trasferiti all’estero per puro scopo propagandistico”, una “gigantesca messinscena, messa in atto per mostrare agli italiani immagini ad effetto, persone in fascette e coprire un progetto fallimentare e costosissimo”.

“Parliamo di un’operazione – ha aggiunto l’esponente Pd – che costa agli italiani 800 milioni di euro, senza alcun beneficio concreto. Non solo: stiamo violando diritti umani fondamentali, allontanando anche persone che vivevano nel nostro Paese da trent’anni e che, per una semplice scadenza del permesso di soggiorno, sono state deportate in Albania. Ad oggi non ci sono stati forniti nemmeno gli elenchi dei trasferiti. Ci chiediamo se siano davvero soggetti pericolosi o, al contrario, persone innocue usate come pedine in una campagna elettorale”.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia