Alessio Coatti ucciso in Colombia, il biologo forse adescato e finito nella trappola di una gang: “Drogato e fatto a pezzi”

Adescato su un sito di incontri e finito in una trappola organizzata da una delle tante bande criminali organizzate che operano in Colombia, specializzate in rapine ed estorsioni.
È questa la pista principale alla quale stanno lavorando gli inquirenti colombiani al lavoro sulla morte di Alessandro Coatti, il biologo 38enne originario del Ferrarese ucciso e fatto a pezzi nella zona di Santa Marta, il cui corpo è stato rinvenuto domenica 6 aprile diviso tra una valigia, uno zainetto nero e un sacco per il caffè.
A riferirlo sono i media colombiani, citando fonti interne alla polizia giudiziaria. Coatti si trovava in Colombia dal 28 marzo: il biologo 38enne con studi prima alla Scuola Normale Superiore di Pisa e poi all’University College di Londra, dove risiedeva dal 2017, aveva deciso di lasciare la Royal Society of Biology in cui lavorava per andare a fare volontariato in Ecuador e poi viaggiare in Sudamerica. A Santa Marta era arrivato il 3 aprile: qui avrebbe preso un appuntamento con un uomo conosciuto su Grindr, la più popolare app di incontri per la comunità lgbtq+.
Probabilmente però ad attendere il 38enne romagnolo c’era una trappola organizzata da una gang locale specializzata in rapine ed estorsioni. Secondo gli inquirenti, Coatti sarebbe stato rapito, drogato e poi la situazione sarebbe degenerata, finendo nell’omicidio e il cadavere dello studioso italiano fatto a pezzi.
Il corpo di Coatti era stato poi occultato in più punti di Santa Marta, suddiviso in valigie e sacchi, con l’intento secondo gli inquirenti di ostacolare le indagini, e non come messaggio mafioso come invece inizialmente ipotizzato.
Le autorità colombiane hanno individuato almeno quattro persone coinvolte nell’aggressione, tutte attualmente ricercate: sarebbe stata rintracciata anche la casa dove si è consumato il delitto, un’abitazione abbandonata nel quartiere San José del Pando, dove sono state trovate tracce di sangue.
Un elemento chiave dell’indagine, scrive l’Agi, è il cellulare do Coatti, nelle mani di una donna presumibilmente legata alla banda: gli investigatori colombiani stanno analizzando i dati del dispositivo per ricostruire gli spostamenti successivi all’incontro.
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