Alla scoperta di Alessandro Bianchi, il Delegato Provinciale FIB di Varese


Doveva essere primavera con tutte le sue incantevoli caratteristiche stagionali, il tiepido, ma non troppo, sole, una leggera brezza a smuovere con delicatezza le fronde intinte di un verde brillante irripetibile in altri spazi di tempo, il lago, maestoso e invitante a chiedere di posare, senza eccedere, però, qualche sguardo compiaciuto e l’intensità azzurra del cielo intersecato da timidi, candidi cirri: doveva essere primavera e primavera era per l’incontro con Alessandro Bianchi, il Delegato Provinciale FIB di Varese.
Alessandro, in occasione del meeting a Carnago del 10 dicembre 2024 era emersa l’indisponibilità delle Società Varesine a ricoprire la mansione di Delegato: è stato fatto il tuo nome e hai accettato. Era uno spirito di sacrificio oppure la volontà di dare una sterzata verso diversi obiettivi e significati?
L«’idea originaria era di rimanere in stand-by. Poi le Società non sono state in grado, malgrado qualche sussurro, di esprimere unitariamente un delegato, da qui la mia accettazione del ruolo, ribadisco pro-tempore. L’impostazione che ho voluto dare è insita, innanzi tutto, nella parola “condivisione”: occorre operare “insieme”, cioè è attraverso la condivisione con le Società che si possono raggiungere traguardi che originariamente possono apparire solo come una visione lontana.
I dirigenti devono porsi degli obiettivi, devono non solo gestire il pregresso o il presente, ma proiettarsi verso una fase di rimodellamento. Posso portare come esempio il sarto chiamato a confezionare un abito: egli deve prendere tutte le misure, impostarle con un disegno organico al fine di creare un vestito semplice, elegante. Se non ci riesce non governa, ma gestisce vivacchiando, solo creando l’abito che calza perfettamente si riesce ad avanzare sfuggendo alla staticità».
Come tu sai ero e rimango convinto che la tua candidatura fosse preordinata. Hai più volte confermato che il tuo compito fosse a termine. Ma esiste veramente un candidato serio, preparato, pronto a gestire a livello manageriale la Delegazione?
«Non è proprio così. La decisone di accogliere l’invito aveva lo scopo di collaborare nel collegamento fra il territorio e le istituzioni, in un ruolo intermedio fra il politico e il tecnico. Per Varese c’era la necessità di un intervento subitaneo, considerate le dimissioni del precedente responsabile coincidenti con quelle del presidente regionale. E’ prevalso il senso di responsabilità.
Poi il vecchio detto “morto un Papa …”. E’ vero che non tutti i Papi sono uguali, tuttavia è fondamentale proseguire il cammino, apportando le eventuali variazioni che il proprio credo intellettuale ritiene sia corretto attuare. Infine saranno, come sempre, le Società a dover individuare il personaggio che dovrà ricevere il mio testimone».
E’ stata varata la Coppa Varese, ma al di là dell’apprezzabile iniziativa, sopita per tanti anni, ci sono altri progetti che la Delegazione ha in mente di realizzare?
«Al momento nulla di definito. Con la Federazione c’è il progetto dell’Invecchiamento Attivo, inteso come volontà di portare il mondo delle bocce nelle Case Albergo, poi con Sara Politi lo sviluppo dell’attività giovanile, attraverso una specie di censimento del preesistente fra le Società, con l’intento di coordinarlo al fine di ricavare una reale promozione a livello collettivo, operando sia nelle scuole, sia nel campo agonistico.
Nei giovani sembra possegga un certo fascino il tiro di precisione che appare divertente: si tratterà di verificare in pratica se questo orientamento rappresenta veramente una fonte alternativa di sviluppo promozionale. E’ chiaro che il tutto deve camminare in sintonia con i progetti federali».
Dante al Canto terzo dell’Inferno afferma:“Vuolsi così colà dove si puote”. In questo caso le tue azioni sono condizionate da chi esercita il potere, oppure ti muovi seguendo le tue idee indipendentemente da quelle derivanti dai massimi livelli?
«Il punto cardine di ogni incarico è costituito dal rispetto delle regole, tenendo conto della realtà nella quale ci si muove. All’interno delle quali occorre reperire le soluzioni idonee che non siano in contrasto, per cui è necessaria un’attenta valutazione sulle decisioni che devono viaggiare nell’alveo delle regole medesime. Poi esiste sempre il rischio che ti seguano tutti oppure nessuno!»
Fra poco avremo le nuove elezioni riguardanti il CIP per il quale De Sanctis dovrebbe essere ai nastri di partenza per la Presidenza. Ciò comporterà nuovi assetti per le bocce? E quale sarà il ruolo di un preparato e prestigioso candidato opzionale come Alessandro Bianchi?
«Le elezioni per il CIP saranno a giugno. De Sanctis è un candidato, ma sarà necessario attendere la conclusione di questa tornata elettorale per sapere se dovrà cambiare il timoniere della Federazione Italiana Bocce. Nel caso di nuove elezioni si dovrebbe andare verso l’autunno. Per quanto mi riguarda i miei compiti sono quelli di Delegato Provinciale di Varese».
Come pensi di rivitalizzare la promozione per lo sport per tutti, non parlo dei campioni che sono un discorso a parte, per riportare in auge e, consentimi, alla moda un gioco che fa parte della profonda cultura, stratificata in ogni ceto sociale, del mondo delle bocce?
Le mansioni che mi competono sono note, posso avere molte idee ma per realizzarle occorre avere lo spazio necessario. Per quanto concerne i Campionati Provinciali a Varese c’è un’attenzione notevole e di questo risultato ne sono lieto. Altre soluzioni? Per esempio perché trascurare un’eventuale attività agonistica federale pomeridiana, considerato il numero rilevante di atleti in quiescenza? Certamente sarebbe da impostare da zero, o quasi, tuttavia può essere un’alternativa all’attività serale, per molti non completamente gradita, specialmente nei periodi invernali, nei quali le condizioni di luce e climatiche non sono sicuramente favorevoli.
So che fai il direttore d’orchestra, scrivi saggi storici: fai qualcosa d’altro? Riesci a dormire qualche ora di notte?
«Stai sicuro che dormo saporitamente! Si tratta semplicemente d’incastri, indispensabili per integrare le varie attività. Per soddisfare la tua galoppante curiosità in merito alle variazioni che hai indicato, in questo momento sto scrivendo un libro sulla storia della diplomazia: vedremo».
La primavera continua a imperversare, Alessandro deve abbandonare, ma le luci sulla Delegazione di Varese sono accese in permanenza pur in attesa delle ombre della sera che stanno per prevalere sulla luminosità ancora diffusa.
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