Andrew Edmunds, il ristorante più romantico e senza tempo di Soho

Aprile 5, 2025 - 15:00
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Andrew Edmunds, il ristorante più romantico e senza tempo di Soho

In una Londra sempre in movimento, dove le mode vanno e vengono a ritmo di stagioni, esiste un luogo che sembra essersi sottratto al passare del tempo. Andrew Edmunds, ristorante nascosto nel cuore di Soho, è uno dei segreti meglio custoditi della città. Situato all’interno di una casa georgiana del XVIII secolo, al 46 di Lexington Street, questo piccolo locale è una celebrazione dell’intimità, del buon gusto e del vino scelto con cura.

Aperto negli anni ’80, è da allora rimasto fedele al suo stile sobrio, accogliente e lievemente bohemien. Nessun restyling vistoso, nessuna concessione all’hype. Solo una cucina europea stagionale, candele accese sui tavoli, pareti rivestite di libri e un’atmosfera calda che avvolge ogni visitatore dal primo momento.

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Un ristorante d’altri tempi nel cuore di Soho

Entrare da Andrew Edmunds è un po’ come varcare la soglia di una scena teatrale in penombra, con luce tremolante e sedute ravvicinate che facilitano le conversazioni più vere. Il locale non ha bisogno di fronzoli per colpire: ogni tavolo sembra racchiudere una storia, ogni angolo conserva il sapore di decenni di incontri, anniversari, discussioni tra scrittori, appuntamenti tra sconosciuti.

La casa georgiana che ospita il ristorante, con le sue travi in legno e le finestre che affacciano sulla vivace Lexington Street, è parte integrante dell’esperienza. In un quartiere che ha visto trasformazioni rapide e continue, Andrew Edmunds è rimasto identico a se stesso, diventando un punto di riferimento per chi cerca autenticità.

Secondo The Infatuation, questo è “un posto che ti fa dimenticare di essere nel centro della capitale” e che si distingue per un’atmosfera che sfugge a ogni cliché contemporaneo.

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Una cucina stagionale e una carta dei vini da collezione

La cucina di Andrew Edmunds è semplice solo in apparenza. Il menù cambia regolarmente, seguendo il ritmo delle stagioni, e propone piatti che combinano tradizione britannica e tocchi europei, con una predilezione per ingredienti locali e ricette sincere.

Puoi iniziare con una vellutata di zucca, passare a un’anatra confit o a una bistecca cotta alla perfezione, e chiudere con un crumble di mele servito caldo. Ma a fare la differenza è soprattutto la carta dei vini: sorprendente, ben curata, profonda. Le etichette arrivano da Francia, Italia, Spagna, ma anche da piccole cantine meno conosciute. I prezzi sono spesso molto più accessibili rispetto ad altri ristoranti di pari livello. Ed è forse anche per questo che Andrew Edmunds è diventato un punto di riferimento per gli intenditori del vino in città.

Un altro punto a favore? I camerieri sanno guidarti con competenza ma senza mai risultare invadenti. Il servizio è attento e caloroso, contribuendo alla sensazione di essere ospiti e non semplici clienti.

Un’icona romantica che resiste al tempo

Il segreto del successo di questo ristorante sta anche nella sua capacità di restare fedele alla propria identità, in una Londra che tende a reinventarsi ogni sei mesi. Niente cocktail molecolari o arredi da copertina di rivista: Andrew Edmunds è romantico senza essere lezioso, intimo senza essere pretenzioso.

La clientela è variegata: coppie giovani in cerca di un’atmosfera speciale, habitué della zona, gruppi di amici che vogliono conversare a lume di candela. I tavoli sono pochi, e per questo la prenotazione è caldamente consigliata, soprattutto nel weekend. Chi cerca un’esperienza di lusso appariscente potrebbe restarne spiazzato. Ma chi è in cerca di un luogo dove sentirsi accolti, coccolati, ascoltati, troverà da Andrew Edmunds una seconda casa.

La Evening Standard lo ha definito “un classico romantico che non perde mai fascino”, sottolineando come rappresenti un raro esempio di coerenza e semplicità in un panorama gastronomico sempre più affollato.

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