Bonus TARI 2025: ecco quando si può risparmiare sulla tassa

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Nel 2025 varie sono le opportunità per risparmiare sull’importo della Tari, la tassa comunale sui rifiuti, grazie anche all’attivazione per l’anno in corso di un nuovo bonus: scopriamone di più.
Le riduzioni previste spaziano da misure nazionali a interventi su base locale, con la possibilità – in molti casi – di cumulare più agevolazioni.
In particolare, la Tari è un tributo che ogni Comune applica per finanziare i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani.
La normativa impone che il gettito complessivo debba corrispondere esattamente al costo del servizio: in altre parole, non può generare utili per l’ente e deve garantire il pareggio di bilancio.
Sebbene alcuni Comuni abbiano iniziato a introdurre sistemi alternativi come la Tarip (sistema di calcolo della tassa sui rifiuti basato sulla quantità di rifiuti effettivamente prodotti) o la Tcp (tariffa corrispettiva puntuale, che tiene conto della quantità di rifiuto indifferenziato effettivamente conferito dalla singola utenza), la Tari resta tuttora il principale strumento di finanziamento del servizio rifiuti sul territorio nazionale, adottato dalla maggioranza delle amministrazioni.
Bonus Tari 2025: chi ne ha diritto
Tra le novità più rilevanti dell’anno c’è l’attivazione del Bonus Tari 2025, una misura nazionale che, dopo anni di stallo, diventa finalmente operativa grazie al DPCM del 21 gennaio. A fornire indicazioni su questa agevolazione è stata l’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) con la delibera 133/2025.
Il bonus sociale rifiuti, analogamente a quelli già esistenti per luce e gas, punta a garantire un’agevolazione economica a chi si trova in situazioni di disagio, alleggerendo il costo della TARI o della tariffa corrispettiva. La delibera segna l’inizio del procedimento per definire i criteri applicativi del beneficio, le modalità di accesso e le tempistiche di erogazione.
Chi riguarda l’agevolazione?
La misura è rivolta ai nuclei familiari con ISEE inferiore a 9.530 euro, soglia che sale a 20.000 euro in presenza di almeno quattro figli fiscalmente a carico.
Il bonus rifiuti è inoltre collegato direttamente al bonus sociale luce e gas erogato dall’ARERA e prevede uno sconto del 25% sulla bolletta Tari. Anche se i tempi tecnici potrebbero posticiparne l’applicazione diretta al 2026, l’agevolazione si riconoscerà anche in forma retroattiva, restituendo quanto eventualmente versato in eccesso nel 2025.
Una nuova componente perequativa
Per coprire gli oneri derivanti dalle nuove agevolazioni, ARERA ha introdotto una componente perequativa chiamata UR3,a, pari inizialmente a 6 euro annui per utenza. Questo contributo verrà applicato a tutte le utenze del servizio di gestione dei rifiuti urbani, in aggiunta alla tariffa ordinaria. Il valore potrà essere rivisto ogni anno in base ai fondi effettivamente utilizzati per il bonus.
Contestualmente, viene istituito un conto dedicato, denominato “Conto UR3”, destinato a raccogliere le risorse necessarie per il finanziamento delle agevolazioni.
La componente UR3,a sarà differenziata in futuro tra utenze domestiche e non domestiche, con eventuali ulteriori modifiche strutturali a seconda delle esigenze emerse nel tempo.
La delibera 133/2025 dell’ARERA
Qui il testo completo del documento.
Altri casi in cui è possibile la riduzione o l’esenzione
Passiamo alle altre casistiche che consentono di avere la facoltà di risparmiare o di ottenere l’esenzione sul tributo.
Esenzione per immobili inutilizzati e riduzione per la seconda casa
Una delle possibilità di esenzione completa dalla Tari riguarda gli immobili disabitati e inabitabili. Affinché l’esenzione sia concessa, è indispensabile che l’abitazione sia priva sia di arredi sia di utenze attive (gas, acqua, luce). La presenza anche di un solo arredo o di un allaccio attivo rende l’immobile soggetto a tassazione, anche se non effettivamente abitato. Sono altresì escluse dal tributo le aree scoperte pertinenziali o accessorie, quelle non operative e le aree comuni condominiali, purché non detenute o occupate in via esclusiva.
Chi possiede una seconda abitazione utilizzata solo per brevi periodi dell’anno può usufruire di una riduzione proporzionale alla quantità di rifiuti effettivamente prodotti. La richiesta va presentata allegando prove documentali, come le bollette che dimostrano consumi ridotti per gran parte dell’anno. Tuttavia, si tratta di sconti contenuti, poiché la normativa non sempre riconosce pienamente l’inattività dell’immobile.
Agevolazioni locali: ogni Comune ha le sue regole
Accanto alle misure nazionali, esistono numerose agevolazioni stabilite a livello comunale. Ogni ente locale può deliberare sconti o bonus specifici, spesso legati al comportamento virtuoso dei cittadini o a situazioni particolari.
A Napoli, per esempio, risulta introdotto un bonus Tari da 32 euro per i contribuenti che pagano regolarmente la tassa. Lo sconto è stato applicato per la prima volta nel 2024 direttamente sulla cartella esattoriale.
Nel Comune di Bologna, i residenti che vivono soli possono richiedere una riduzione del 30%, purché presentino apposita autocertificazione indicante la data dalla quale risiedono da soli.
In molte aree del Paese, chi pratica il compostaggio domestico riceve una riduzione significativa della Tari, premiando lo smaltimento autonomo dei rifiuti organici.
Nei territori dove i cassonetti sono lontani dall’abitazione e la raccolta porta a porta non è prevista, è possibile accedere a sconti fino al 60%.
Nei Comuni in cui il servizio di gestione dei rifiuti è inefficiente o assente, lo sconto può arrivare fino all’80%, soprattutto se la mala gestio comporta rischi per la salute pubblica.
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