Bruxelles multa Apple (500 milioni) e Meta (200 milioni) per gestione dati personali degli utenti

Aprile 24, 2025 - 07:00
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Bruxelles multa Apple (500 milioni) e Meta (200 milioni) per gestione dati personali degli utenti

Bruxelles –  La Commissione europea ha stabilito che Apple ha violato l’obbligo di non orientamento previsto dal Digital Markets Act (DMA) e che Meta ha violato l’obbligo previsto dal DMA di offrire ai consumatori la possibilità di scegliere un servizio che utilizza meno dati personali. Bruxelles ha quindi inflitto ad Apple e Meta ammende rispettivamente di 500 milioni e 200 milioni di euro.

Le due decisioni, spiega una nota, sono state adottate dopo un ampio dialogo con le società interessate, che ha consentito loro di presentare in dettaglio le loro osservazioni e argomentazioni.

Decisione di non conformità relativa alle condizioni di orientamento di Apple

A norma del DMA, gli sviluppatori di app che distribuiscono le loro app tramite l’App Store di Apple dovrebbero essere in grado di informare gratuitamente i clienti delle offerte alternative al di fuori dell’App Store, indirizzarli verso tali offerte e consentire loro di effettuare acquisti. La Commissione ha constatato che Apple non rispetta tale obbligo. A causa di una serie di restrizioni imposte da Apple, gli sviluppatori di app non possono beneficiare appieno dei vantaggi offerti dai canali di distribuzione alternativi all’App Store. Analogamente, i consumatori non possono beneficiare appieno di offerte alternative e più economiche, poiché Apple impedisce agli sviluppatori di app di informare direttamente i consumatori di tali offerte. L’impresa non ha dimostrato che tali restrizioni siano oggettivamente necessarie e proporzionate.

Con la decisione odierna, la Commissione ha ordinato ad Apple di rimuovere le restrizioni tecniche e commerciali relative all’indirizzamento e di astenersi dal perpetuare in futuro il comportamento non conforme, compreso l’adozione di comportamenti aventi un oggetto o un effetto equivalente. L’ammenda inflitta ad Apple tiene conto della gravità e della durata dell’inadempienza. Oggi la Commissione ha inoltre chiuso l’indagine sugli obblighi di Apple in materia di scelta degli utenti, grazie all’impegno tempestivo e proattivo di Apple nel trovare una soluzione conforme.

Decisione di non conformità relativa al modello “consenso o pagamento” di Meta

In base al DMA, i gatekeeper devono chiedere il consenso degli utenti per combinare i loro dati personali tra servizi diversi. Gli utenti che non danno il loro consenso devono avere accesso a un’alternativa meno personalizzata ma equivalente. Nel novembre 2023 Meta ha introdotto un modello pubblicitario binario “consenso o pagamento”. In base a tale modello, gli utenti dell’Ue di Facebook e Instagram potevano scegliere se acconsentire alla combinazione dei dati personali per la pubblicità personalizzata o pagare un abbonamento mensile per un servizio senza pubblicità. La Commissione ha ritenuto che tale modello non fosse conforme al DMA, in quanto non offriva agli utenti la possibilità specifica di optare per un servizio che utilizza meno dati personali ma che è altrimenti equivalente al servizio di “pubblicità personalizzata”.

Il modello di Meta non consentiva inoltre agli utenti di esercitare il loro diritto di acconsentire liberamente alla combinazione dei loro dati personali. Nel novembre 2024, dopo numerosi scambi con la Commissione, Meta ha introdotto un’altra versione del modello di pubblicità personalizzata gratuita, offrendo una nuova opzione che presumibilmente utilizza meno dati personali per visualizzare gli annunci pubblicitari. La Commissione sta attualmente valutando questa nuova opzione e prosegue il dialogo con Meta, chiedendo alla società di fornire prove dell’impatto che questo nuovo modello pubblicitario ha nella pratica.

Fatta salva la valutazione in corso, la decisione odierna che constata l’inadempimento riguarda il periodo durante il quale agli utenti finali nell’Ue è stata offerta solo l’opzione binaria “Consenso o pagamento” tra marzo 2024, quando gli obblighi previsti dal DMA sono diventati giuridicamente vincolanti, e novembre 2024, quando è stato introdotto il nuovo modello pubblicitario di Meta. L’ammenda inflitta a Meta tiene conto anche della gravità e della durata dell’inadempienza, pur rilevando che le decisioni odierne nei confronti di Apple e Meta sono le prime decisioni di inadempienza adottate a norma del DMA.

Oggi la Commissione ha inoltre constatato che il servizio di intermediazione online Facebook Marketplace di Meta non dovrebbe più essere designato ai sensi del DMA. La decisione fa seguito a una richiesta presentata da Meta il 5 marzo 2024 di riconsiderare la designazione di Marketplace. A seguito di un’attenta valutazione delle argomentazioni di Meta e grazie alle ulteriori misure di applicazione e al monitoraggio continuo adottati da Meta per contrastare l’uso di Marketplace da parte delle imprese nei confronti dei consumatori, la Commissione ha constatato che nel 2024 Marketplace contava meno di 10 000 utenti commerciali. Meta non soddisfa quindi più la soglia pertinente che fa presumere che Marketplace sia un gateway importante per gli utenti commerciali per raggiungere gli utenti finali.

Mette le mani avanti l’eurodeputata tedesca Anna Cavazzini (Verdi), presidente della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, praticamente con le stesse parole che più tardi useranno i portavoce della Commissione europea. La parlamentare spiega che la decisione della Commissione “non è affatto l’inizio di una ‘guerra tecnologica’ in risposta alla politica tariffaria irregolare di Trump. Si tratta invece dell’attuazione coerente del diritto dell’Ue esistente”, che include, ricorda la deputata, come ultima risorsa, l’imposizione di ammende ad Apple e Meta ai sensi del regolamento DMA per garantire che rispettino la legislazione digitale dell’Ue. “È molto facile per le aziende evitare questo: devono semplicemente rispettare il diritto europeo”, ricorda Cavazzini.

Per la parlamentare “sarebbe stato estremamente preoccupante se la Commissione avesse ulteriormente ritardato le procedure già delineate nella legge, dando l’impressione che l’Ue fosse ricattata dalle minacce di Trump”.

Brando Benifei, eurodeputato del Pd che fu relatore in materia, spiega che quella della Commissione “è una decisione che dimostra l’efficacia delle nostre leggi se implementate con determinazione e senza influenze politiche indebite“. Per Benifei “non si tratta di ostacolare modelli di business innovativi, di condizionare trattative di altro tipo o di discriminare aziende di un determinato Paese, ma di difendere la libera concorrenza e i diritti dei cittadini e delle cittadine europei, che devono poter scegliere i servizi digitali liberamente e non essere costretti a cedere i loro dati senza una vera possibilità di scelta”.

Apple e Meta sono tenute a conformarsi alle decisioni della Commissione entro 60 giorni, pena l’applicazione di sanzioni pecuniarie periodiche.

 

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