Cosa c’entra il recession blonde con l’economia?

Aprile 16, 2025 - 12:31
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Cosa c’entra il recession blonde con l’economia?

A volte le tendenze nascono per gusto, per noia, per effetto domino su TikTok. Altre volte, invece, arrivano come una risposta istintiva a qualcosa di molto più grande. È il caso del recession blonde, una tonalità di biondo che si inserisce perfettamente nelle tendenze capelli 2025 e che, tra un balayage e una chioma sfumata ad arte, porta con sé anche una riflessione sulla società in cui viviamo. Per essere più precisi: sull’economia e sulle conseguenze sulla nostra quotidianità. Perché sì, anche i capelli possono essere un termometro sociale.

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E il beauty, che in alcuni casi può sembrare frivolo solo a chi lo osserva superficialmente, è da sempre un campo minato di segnali, piccole rivoluzioni silenziose e nuove consapevolezze.

Quindi, ecco la domanda che segue: come può una sfumatura di biondo avere a che fare con l’economia e con la nostra società?

Il lipstick index: quando il beauty resiste alla crisi

Correva l’anno 2001 quando Leonard Lauder, presidente di Estée Lauder, osservò un fenomeno curioso: in tempi di crisi economica, le vendite di rossetti, invece che diminuire come tutto il resto, aumentavano. Lo chiamò Lipstick Index e, da allora, è diventato un riferimento per spiegare perché anche (e soprattutto) nei momenti di incertezza le persone continuano a investire in piccoli gesti che le fanno sentire meglio. Un indice che tutti già conosciamo.

recession blonde Marilyn Monroe

Foto Getty Images

Il rossetto non è un acquisto razionale, ma è un lusso accessibile. Costa meno di una borsa firmata, ma può farci sentire ugualmente forti, curate, bene con noi stesse. In tempi più recenti, il principio si è allargato anche ad altri segmenti del beauty: dal mascara al profumo, fino – appunto – al colore dei capelli. Ed è proprio qui che entra in gioco il recession blonde.

Cos’è il recession blonde e perché tutti ne parlano

Il recession blonde non è il solito biondo estivo da spiaggia, né una di quelle sfumature glaciali da mantenere ogni tre settimane dal parrucchiere. È un biondo morbido, volutamente soft, che abbraccia i toni più caldi e naturali – miele, caramello, sabbia – e che si inserisce perfettamente nelle tendenze capelli 2025.

Ma soprattutto, è un biondo che cresce senza fare troppe storie.

recession blonde Claudia Schiffer

Foto Getty Images

L’idea è semplice: un colore luminoso facile da mantenere, che non richieda ritocchi continui o trattamenti aggressivi. Un investimento iniziale, sì, ma con una resa lunga e intelligente. Si chiama così proprio perché è figlio di una logica da “recessione” (da qui il termine recession): contenere i costi, senza rinunciare del tutto al piacere di prendersi cura di sé.

E in un momento storico in cui l’incertezza economica si fa sentire anche nelle piccole scelte quotidiane, la tinta bionda (soft) diventa una dichiarazione d’intenti: voglio stare bene, ma senza strafare.

Il beauty come specchio della società (molto più fedele di quanto pensiamo)

C’è chi lo chiama lipstick index, e chi lo vede come un modo misurato per ritagliarsi un momento di leggerezza anche in tempi complessi. Ma la verità è che il mondo della bellezza, con i suoi rituali, i suoi trend e le sue improvvise impennate, è spesso il primo a registrare i cambiamenti di stato d’animo collettivo.

Il recession blonde è solo l’ultima dimostrazione che il beauty non è mai solo estetica. È psicologia, economia, cultura pop. È un modo per reagire, per ricalibrarsi, per trovare soluzioni sostenibili (anche emotivamente) a un contesto che cambia.

In fondo, non è proprio nei momenti più complicati che desideriamo sentirci bene con noi stesse?

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