Così il presidente della Corte di giustizia tributaria Roberto Proietti è finito nel mirino dei colleghi…

Aprile 16, 2025 - 14:43
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Così il presidente della Corte di giustizia tributaria Roberto Proietti è finito nel mirino dei colleghi…

Anche i giudici finiscono sotto le “forche caudine” dei colleghi. È quanto successo a Roberto Proietti, attuale presidente della Corte di giustizia tributaria di Roma, un ufficio con circa 200 giudici e 16.500 cause definite nel 2024.

Proietti è da tempo al centro di un incredibile braccio di ferro giudiziario riguardo la competenza sulla nomina dei capi delle Corti tributarie italiane. La legge prevede che tale competenza spetti al Consiglio di presidenza della giustizia tributaria anche se il Consiglio di Stato sembra non essere d’accordo. La vicenda inizia nel 2022 quando ad un collega di Proietti, anch’egli presidente di una Corte di giustizia tributaria, viene negata l’applicazione per motivi di salute presso una Corte più vicina alla propria residenza. E quindi Roma. Le regole sulle applicazioni, disciplinate dal Cpgt, prevedono che i giudici tributari con problemi di salute possano essere temporaneamente applicati presso altra sede, nelle medesime funzioni, fino alla copertura del posto di destinazione. Essendo la Corte di Roma retta da Proietti, che nel frattempo era stato nominato dal Cpgt, l’istanza di applicazione non viene accolta.

Il diniego del Cpgt è allora impugnato dal collega di Proietti prima al Tar e poi al Consiglio di Stato. Il collegio di Palazzo Spada, in particolare, presidente Fabio Franconiero, relatore Maria Laura De Berardinis, dopo un valzer di cambi e sostituzioni, accoglie il ricorso, affermando addirittura che egli doveva essere applicato a Roma fino alla cessazione dal servizio e che il Cpgt non avrebbe quindi potuto nominare Proietti come presidente. A tale disposizione, con sentenza del 17 marzo scorso, sempre il Consiglio di Stato, presidente Claudio Contessa, relatore Massimiliano Noccelli, viene data prontamente (ma provvisoriamente) esecuzione. La querelle ha anche una coda in Cassazione, dove il Cpgt a sua volta si era rivolto, con successo, per stigmatizzare l’eccesso di potere del Consiglio di Stato. La sentenza che dava ragione al collega di Proietti, con l’ordinanza del 21 marzo, è stata infatti cassata dalle Sezioni Unite: per piazza Cavour spetta solo al Cpgt regolare l’applicazione per motivi di salute dei giudici tributari.

La palla è tornata adesso al Consiglio di Stato che dovrà pronunciarsi definitivamente sul ricorso del collega di Proietti. Se Palazzo Spada insiste con le sue tesi sarebbe comunque un grave precedente. In pratica, è come se il posto di presidente del Tribunale di Roma o di procuratore della Corte dei conti non debba essere assegnato secondo la normativa di riferimento ma al magistrato in precarie condizioni di salute che intenda avvicinarsi a casa avvalendosi della legge 104. Legge che, va detto, si applica ai magistrati ordinari, contabili e amministrativi, ma non ai giudici tributari, che non sono pubblici dipendenti.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia