Cybersecurity, il "patto" tra Mimit e ACN per proteggere imprese e PA

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Firmato un protocollo d’intesa tra il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) e l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) per potenziare la cybersecurity e proteggere imprese e PA durante il processo della transizione digitale.
A firmare il protocollo sono stati il ministro Adolfo Urso e il direttore generale dell’ACN, Bruno Frattasi, con l’obiettivo di costruire una collaborazione solida e duratura per rafforzare la difesa cibernetica delle imprese, in particolare delle piccole e medie aziende, e della pubblica amministrazione.
In un contesto globale sempre più esposto alle minacce digitali, l’Italia punta così a dotarsi di strumenti più efficaci per difendere i suoi asset strategici e accompagnare la trasformazione digitale di imprese e amministrazioni con maggiore sicurezza e consapevolezza.
L’alleanza tra Mimit e ACN sulla cybersecurity di imprese e PA nella cornice degli European Digital Innovation Hub
Il protocollo d’intesa tra Mimit e Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale si colloca in un contesto più ampio delineato a livello comunitario, rappresentato dal programma europeo per la Digital Europe, che punta a rafforzare la sovranità tecnologica dell’Unione e a stimolare l’adozione di soluzioni digitali avanzate nei settori pubblico e privato. In questo scenario, un ruolo centrale è giocato dagli European Digital Innovation Hub (EDIH), strutture operative concepite per agire come snodi territoriali di innovazione e accompagnamento alla trasformazione digitale.
Che cosa rappresentano gli EDIH?
Gli EDIH non sono semplici centri di consulenza: sono veri e propri ecosistemi tecnologici locali, nati dalla cooperazione tra istituzioni pubbliche, università, centri di ricerca e partner industriali. La Commissione europea li ha selezionati insieme agli Stati membri con l’obiettivo di creare una rete capillare sul territorio, in grado di offrire servizi personalizzati alle imprese, in particolare alle PMI, e agli enti pubblici, con un duplice scopo: aumentare la competitività economica e garantire un livello adeguato di protezione dai rischi informatici.
Questi hub forniscono supporto in quattro ambiti fondamentali:
- test di tecnologie digitali prima dell’investimento
- formazione e sviluppo delle competenze digitali
- accesso ai finanziamenti
- e networking a livello europeo.
Ciò consente alle aziende di sperimentare soluzioni tecnologiche come l’intelligenza artificiale, il cloud computing, l’Internet of Things o la blockchain, valutandone l’impatto sui propri processi prima di procedere con implementazioni su larga scala. Al tempo stesso, permettono alle pubbliche amministrazioni di innovare servizi e procedure, adottando strumenti più efficienti e sicuri.
In questo quadro, il protocollo firmato da Urso e Frattasi rafforza il ruolo strategico degli EDIH italiani nel promuovere la resilienza digitale delle filiere produttive.
“La resilienza cibernetica delle imprese è una priorità della nostra politica industriale”, ha affermato il ministro delle Imprese e del Made in Italy. “Attraverso questo protocollo vogliamo mettere a sistema le competenze pubbliche per sostenere l’innovazione digitale del sistema produttivo nazionale, ponendo la sicurezza al centro dello sviluppo economico”.
Una strategia operativa per il territorio e le filiere
Il cuore dell’accordo punta infatti a intervenire in modo mirato su scala locale, attraverso azioni che tengano conto delle specificità produttive e delle esigenze dei territori. Il protocollo prevede lo sviluppo di strumenti per rafforzare le catene del valore strategiche, rendendo più solide e sicure le reti di fornitura italiane, che costituiscono spesso l’ossatura del manifatturiero nazionale. Il coordinamento con gli EDIH permetterà di costruire una rete permanente di scambio, consulenza e supporto, rendendo sistematica la collaborazione tra il Ministero e gli hub.
Un ulteriore elemento distintivo dell’intesa è l’introduzione di un sistema di monitoraggio continuo del mercato della cybersicurezza, volto a rilevare in modo puntuale la domanda e l’offerta di soluzioni digitali. Questo meccanismo fornirà una fotografia sempre aggiornata delle necessità delle imprese e degli enti pubblici, facilitando l’orientamento delle politiche industriali e la progettazione di interventi realmente efficaci.
Capitale umano e formazione: una leva per la sicurezza
Tra le priorità del protocollo figura anche lo sviluppo delle competenze digitali, considerate un elemento imprescindibile per costruire una società tecnologicamente avanzata e capace di rispondere alle minacce informatiche. L’accordo promuove in questo senso la sinergia con il sistema formativo e della ricerca, prevedendo collaborazioni con università, ITS, enti di ricerca e poli tecnologici.
Saranno attivati percorsi formativi ad hoc, rivolti sia alle imprese sia alla pubblica amministrazione, finalizzati alla protezione dei dati, alla gestione delle infrastrutture digitali e all’adozione consapevole di tecnologie innovative. Il tutto con l’obiettivo di creare una cultura diffusa della cybersicurezza, indispensabile per prevenire vulnerabilità e incidenti informatici.
Governance e obiettivi di lungo periodo
Per garantire una regia efficace e una piena attuazione delle azioni previste, il protocollo istituisce un Comitato congiunto, composto da sei membri – tre designati dal Mimit e tre dall’ACN – che si occuperà di coordinare i lavori e di monitorarne l’avanzamento. A guidare il comitato sarà un rappresentante del Ministero, con funzioni di raccordo tra le due amministrazioni.
L’accordo ha infine una prospettiva strutturale: entro dodici mesi, le due istituzioni si impegnano a elaborare un Accordo Quadro accompagnato da un Piano Attuativo, che renderà stabile e continuativa la cooperazione avviata. Questo passo servirà a formalizzare una alleanza istituzionale permanente, orientata a rafforzare la sicurezza informatica del Paese e a favorire una transizione digitale solida, inclusiva e resiliente.
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