Dai vini leggeri per l’aperitivo ai rossi corposi: come accompagnare il pranzo di Pasqua

Aprile 18, 2025 - 15:00
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Dai vini leggeri per l’aperitivo ai rossi corposi: come accompagnare il pranzo di Pasqua

Pasqua è quel momento dell’anno in cui ci si riunisce attorno a una tavola imbandita, tra piatti della tradizione, chiacchiere e brindisi. Un’occasione perfetta per condividere sapori familiari ma anche per provare abbinamenti nuovi, capaci di sorprendere senza stravolgere. Dal pranzo con l’immancabile agnello fino alla colomba, ogni portata merita la compagnia giusta nel bicchiere: che sia un aperitivo profumato, un vino bianco o rosso ben scelto, oppure un distillato che chiuda il pasto con eleganza.

Ecco qualche idea per accompagnare ogni momento del pranzo pasquale: dall’inizio frizzante fino all’ultimo sorso, con etichette pensate per esaltare sapori, creare armonie e, perché no, aggiungere un tocco di originalità alla festa.

    ANGOULEME

Fossimare Altadonna

Per l’aperitivo, il primo consiglio è il nuovo bianco toscano “ultraleggero”, ovvero a basso tenore alcolico (9%) della cantina Altadonna. Frutto di una vinificazione in anfora con Trebbiano e altre varietà bianche locali, Eossimare si inserisce nella crescente tendenza dei vini “low alcohol”, unendo freschezza, sapidità e autenticità territoriale.

La fermentazione spontanea con lieviti indigeni e l’uso delle anfore di terracotta permettono di conservare la purezza del frutto e la complessità aromatica: il risultato è un vino vibrante e minerale, con note di agrumi, fiori bianchi e una beva agile ma mai banale. un’alternativa dinamica per chi ama i vini leggeri e distintivi, un connubio tra tecniche antiche e visione contemporanea .

Collection 245 di Louis Roederer

Collection 245 rappresenta la nuova visione della storica maison di Reims, fondata nel 1776 e ancora oggi indipendente e a conduzione familiare. Frutto del 245° assemblaggio dalla sua creazione, questa cuvée nasce con l’intento di raccontare l’essenza di ogni vendemmia attraverso un approccio trasparente e preciso.

Basata sull’annata 2020, Collection 245 è arricchita da un 10% di vini di riserva affinati in legno – da annate che vanno dal 2012 al 2019 – e da un 35% di riserva perpetua avviata nel 2012, ispirata al metodo della solera. L’assemblaggio, composto da Chardonnay, Pinot Noir e Meunier. Il vino si presenta con un’elegante tonalità dorata e un’effervescenza fine e regolare. Al naso spiccano aromi di frutta gialla matura, agrumi e mandorle, con delicate note affumicate.

Il palato è ampio e vellutato, attraversato da una bolla salina e da una freschezza calcarea e polverosa che accompagnano un finale cesellato e persistente. Il tutto riflette l’identità di una maison che può contare su 241 ettari di vigneti nei Grands e Premiers Crus della Champagne, suddivisi in 410 parcelle, vero mosaico di terroir che contribuisce all’unicità di ogni edizione della Collection.

White Birch Gold Vodka

Per chi ama fare un brunch di Pasquetta consigliamo un Bloody Mary a base di questo distillato siberiano unico, prodotto utilizzando la preziosa linfa di olivello spinoso, conosciuto in Russia come “la bacca dello zar”. Questo ingrediente raro, noto per il suo sapore intenso e le straordinarie proprietà nutritive, è stato usato per secoli nella medicina tradizionale asiatica.

Le bacche di olivello spinoso furono portate dalla Siberia alla corte dei Romanov, ed è stato il motivo per cui venne apprezzato anche da Alessandro Magno, che lo introdusse in Europa. Ricco di antiossidanti naturali come le vitamine C, E, A, il beta-carotene, il selenio e i flavonoidi, l’olivello spinoso è ancora oggi studiato e utilizzato in Russia. La White Birch Gold Vodka si distingue per il suo profilo sensoriale unico: al naso è neutra e armoniosa, mentre al palato offre una consistenza piena di carattere, con sentori di linfa e corteccia.

Komasa Gin Komikan Mandarino

Per chi ama un Gin Tonic prima di sedersi a tavola invece, il nostro consiglio è un dry gin artigianale giapponese prodotto nella città di Kagoshima, nel sud dell’isola di Kyūshū, da Komasa Jyozo, distilleria fondata nel 1883 e nota per la sua lunga esperienza nella produzione di Shochu.

Questo gin si distingue per l’utilizzo del Sakurajima komikan, un piccolo mandarino locale che cresce su suoli vulcanici alle pendici del monte Sakurajima. Il frutto, dal profumo intenso e dal gusto dolce e concentrato, conferisce al gin una nota agrumata fresca e aromatica, perfettamente bilanciata. Prodotto a partire da una base di Shochu distillato, il Komasa Gin Komikan prevede un processo in cui le botaniche – tra cui ginepro, coriandolo, foglie di tè Hojicha, komikan e cipresso giapponese – vengono infuse separatamente e poi assemblate, per esaltarne l’identità. Nel bicchiere si presenta morbido e fresco, con note olfattive di basilico, fragola, lampone e ginepro, e un sapore fruttato e delicatamente agrumato.

Salina Bianco 2023 di Hauner

Chiudiamo i bianchi con questo un vino che nasce nel cuore delle Isole Eolie, sull’isola di Salina, da uve Inzolia e Catarratto coltivate su terreni vulcanici ricchi di pomice e minerali, con vigne che affrontano pendenze tra il 20 e il 35%. Un progetto che porta la firma visionaria di Carlo Hauner, artista e imprenditore bresciano d’origine boema, che negli anni ’60 scelse questo angolo di Sicilia per dare vita a una viticoltura eroica, capace di coniugare paesaggio, fatica e passione.

Il Salina Bianco si presenta con un colore giallo paglierino dai riflessi verdolini, e al naso offre aromi freschi di mela verde e susina, uniti a sentori di mimosa, macchia mediterranea ed erbe aromatiche. Al palato è fresco e sapido, con note agrumate di pompelmo e una marcata mineralità che riflette la natura vulcanica del suolo.

Badia a Corte 2020 di Torre a Cona

Vista l’abbondanza di carni sulle tavole Pasquali, passiamo ai rossi, con il Chianti Colli Fiorentini Riserva Docg Badia a Corte 2020 nasce da uve 100% Sangiovese coltivate nel vigneto omonimo, esposto a sud-est a un’altitudine di 350 metri sul livello del mare, su suolo franco-argilloso ricco di scheletro.

L’annata è stata caratterizzata da un inverno mite e asciutto, che ha anticipato il germogliamento, seguito da una primavera calda e piovosa soprattutto a maggio, favorevole alla fioritura. L’estate lunga e asciutta ha permesso una maturazione regolare, completata grazie ad alcune piogge a inizio settembre che hanno abbassato le temperature e dato sollievo alle viti. L’affinamento si è protratto per 24 mesi in botti di rovere di Slavonia da 25 ettolitri.

Il vino si presenta di un rosso rubino intenso e offre al naso un profilo complesso, con note floreali di viola, frutti rossi e tabacco dolce. Al palato è elegante e bilanciato, con una vivace acidità sostenuta da tannini setosi e ben integrati, mentre il finale è lungo e accompagnato da note fruttate e speziate.

Reva Barolo Docg

Altro grande vino per le portate principali il Barolo di Réva, che nasce da uve 100% Nebbiolo coltivate nei cru di Monforte d’Alba, Serralunga d’Alba e Grinzane Cavour, su suoli composti da Marne di Sant’Agata, fossili e arenaria di Diano d’Alba. Le vigne si estendono per 2,5 ettari a un’altitudine compresa tra i 260 e i 350 metri sul livello del mare, con esposizione a sud, est e sud-ovest, e una densità d’impianto di 4.500 ceppi per ettaro.

Il vino prosegue poi il suo percorso in botti di rovere austriaco da 75 dove rimane in affinamento per almeno 18 mesi. L’imbottigliamento avviene a giugno del terzo anno successivo alla vendemmia, con ulteriori 14 mesi di riposo in bottiglia. Il Barolo Réva, DOCG della Classic Selection, esprime un equilibrio raffinato, frutto dell’assemblaggio di diverse parcelle, e rappresenta con fedeltà e intensità l’identità del Nebbiolo e il rispetto per il territorio.

Hampden 1753 Rum

Pasqua è anche tempo di dolci, tra cioccolate e lievitati, e da qui iniziamo qualche consiglio di distillati invecchiati da abbinare. Il primo è il nuovissimo Hampden 1753 è una nuova etichetta della storica distilleria giamaicana Hampden Estate, pensata come bussola per orientarsi nel cuore aromatico di Trelawny. Prodotto in small batch e invecchiato per tre anni in botti ex-bourbon nel clima tropicale dell’isola, questo rum racchiude in sé l’identità unica di Hampden, rendendola accessibile e versatile grazie alla gradazione contenuta a 46%.

È un’autentica introduzione allo stile della distilleria, affiancandosi agli imbottigliamenti ufficiali già noti come l’Hampden 8 anni e l’HCLF Classic Overproof. Al naso, Hampden 1753 è intenso e generoso, con note voluttuose di frutta tropicale matura, delicati accenni affumicati e una componente floreale e vegetale che ne esalta l’eleganza. Al palato offre un’esplosione di sapori fruttati, dominati da ananas e banana, seguiti da spezie, noci e un tocco fresco e vegetale. Il finale è lungo, dinamico, con richiami floreali, sfumature erbacee e saline, e una chiusura vivace di agrumi e spezie dolci.

Mater Rum

Distilleria Alma è la prima distilleria di rum in Italia, nata nel 2021 a Modica da un’idea di Annalisa Spadaro, Hugo Gallardo e Alejandro Lopez. Il progetto, audace e profondamente legato al territorio siciliano, punta alla valorizzazione di risorse agricole dimenticate, a partire dalla canna da zucchero. Introdotta dagli Arabi nel VII secolo a.C., questa pianta ha prosperato in Sicilia per sette secoli prima di scomparire a causa della competizione con le coltivazioni americane.

Distilleria Alma ha scelto di recuperarla come gesto simbolico contro l’oblio, reimpiantandola in varietà viola e gialla sui terreni calcarei tra Sampieri e Marina di Modica. Dopo le prime talee coltivate nel 2021, si è passati a un ettaro nel 2022 e a tre nel 2023. La raccolta delle canne, eseguita manualmente tra marzo e giugno, è seguita dall’estrazione del succo tramite un piccolo mulino. Il liquido viene poi ammostato e fermentato in distilleria per 72 o 96 ore a temperatura controllata, quindi distillato a bagnomaria in alambicchi di rame dotati di colonna a quattro piatti.

The Dalmore

La distilleria The Dalmore, situata ad Alness nelle Highlands Settentrionali, è una delle più importanti ed iconiche della Scozia. Determinante è stato il contributo di Richard Paterson, uno dei più istrionici master blender del paese, che ha permesso di rendere il malto di The Dalmore elegante e raffinato.

La distilleria gode di un rapporto diretto da oltre 100 anni con la storica bodega Gonzles Byass, che permette di avere accesso a botti uniche e rarissime, come Sherry Matusalem e Apostoles che invecchiano oltre vent’anni prima di essere imbottigliati. Il cervo che adorna ogni bottiglia di The Dalmore è lo stemma della famiglia Mackenzie, storica proprietaria della distilleria.

Amaro del Chianti

Chiudiamo con un amaro per digerire. La storia dell’Amaro del Chianti affonda le radici nei racconti di famiglia e nei ricordi della bisnonna Primetta, che nei primi del ’900, tra la Valdambra e Siena, preparava un digestivo alle erbe raccolte a piedi nei boschi. Non aveva un nome, ma a fine pranzo, mentre gli uomini giocavano a carte, ne offriva un bicchierino agli ospiti: era talmente buono che la voce si sparse in tutto il paese.

La ricetta, annotata su un foglietto conservato nel classico cassetto “mettitutto” delle cucine di campagna, è rimasta nascosta fino al 2020, quando è stata ritrovata per caso. Da lì, Ferruccio “Ferro” Buti – pasticcere, chef e appassionato di sapori autentici – l’ha fedelmente ricostruita, utilizzando le stesse erbe e radici del territorio chiantigiano.Nasce così l’Amaro del Chianti, un liquore dal gusto netto e pulito, che facilita la digestione e celebra la convivialità. Oggi viene servito ghiacciato, per esaltarne la freschezza, ma anche come base per cocktail.

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L’articolo Dai vini leggeri per l’aperitivo ai rossi corposi: come accompagnare il pranzo di Pasqua è tratto da Forbes Italia.

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