Dal Negro: una giornata di gioco… a carte scoperte!

Se c’è una cosa che quelli anzianotti come il sottoscritto stanno vivendo in prima persona è lo scontro generazionale tra filosofia classica, tangibile, analogica direbbe qualcuno, e l’inarrestabile progresso digitale fatto di stringhe di codice e mondi virtuali. Il videogioco contro il libro, le discipline sportive contro il gioco in internet… contrapposizioni concettualmente inevitabili che si sceglie di abbracciare o meno a seconda del proprio grado di “boomeraggio”.
In tutto questo marchi come Dal Negro offrono una sorta di “riparo nella tempesta”, essendo lontani per propria natura da qualsivoglia conflitto ideologico: le carte da gioco fanno parte della nostra quotidianità da tempi immemori al punto che è facile darle per scontate. Alla fine chi non ha mai fatto una partita a scopa, rubamazzetto, scala 40 o a un solitario? Se guardo al passato e alle giornate passate in famiglia, l’Italia potrebbe tranquillamente essere il paese di pane, vino e carte da gioco.
Ma oltre che ai ricordi e alla tradizione c’è qualcosa in più, ed è stato evidente nella giornata speciale che Dal Negro ha organizzato presso WOW, il Museo del Fumetto, in cui abbiamo potuto scoprire cosa c’è nel presente e nel futuro del celebre marchio italiano. Ovviamente per cogliere tutte le sfumature dei progetti futuri dell’azienda è stato indispensabile fare un piccolo salto nel passato, anche approfittando della mostra del gioco da tavolo allestita presso i locali.
La cosa che ho apprezzato maggiormente di questo evento è l’aver assolutamente evitato qualsiasi contrapposizione tra tradizione e modernità, tra fisico e digitale. C’è consapevolezza di come ognuno possa ritagliarsi il proprio spazio, a patto di offrire qualcosa al pubblico, a cominciare dal gioco in famiglia con i più piccoli per arrivare fino ai locali di lusso. Al di là del lecito orgoglio mostrato nell’essere riferimento per contesti di alto livello, o comunque di incarnare i valori della tradizione, il maggiore trasporto inizialmente è stato riservato ai progetti per le scuole.
l’Italia potrebbe tranquillamente essere il paese di pane, vino e carte da gioco.
“Hai capito come?!” è la sintesi di questa volontà: in una contemporaneità frenetica e assorbita nella costante ricerca di distrazioni, offrire ai più giovani dei percorsi mirati a stimolare interazioni e relazioni, in sinergia con le abilità cognitive, è un dovere per gli insegnanti.
Grazie alla collaborazione con Dal Negro è nato un percorso rivolto agli studenti della scuola secondaria di primo e secondo grado, che prevede due laboratori. Il primo vede al centro dell’esperienza “Quella volta che…”, il gioco di carte narrativo vincitore dell’Italian Game Jam 2023 e che punta a sviluppare lessico e competenze comunicative creando storie in modo semplice e in libertà.
Dal terzo anno in poi invece entra in gioco il Laboratorio Scacchi, che in collaborazione con l’Associazione Scacchistica Trevigiana offre opportunità di sviluppo del pensiero strategico e logico, nonché promuovere (e non è mai un male) valori come il fair play e l’autocontrollo.
Abbiamo potuto anche dare uno sguardo alla parte più commerciale dell’universo Dal Negro, scorrendo tra le proposte attualmente disponibili e in arrivo. Affascinante come anche qui ogni progetto sia a suo modo contestualizzato, anche in modo “virtuoso” se necessario: è il caso delle Bellunesi, carte da gioco realizzate in collaborazione con AKQA e l’Università di Padova per finanziare la ricerca sul bostrico, il coleottero infestante che sta piagando i boschi del bellunese. Belle e buone, direbbe qualcuno: di sicuro la mia compagna, appassionata di carte, le ha apprezzate parecchio.
Colpo di fulmine vero invece con il Tarocco Genovese, un mazzo che è frutto di un lavoro di concerto tra l’artista Elettra Deganello e il ricercatore genovese Jean Maillard durato ben 5 anni. Di primo acchito ovviamente la parola “tarocco” rimanda alle atmosfere della cartomanzia, ma in realtà il mazzo creato racchiude due realtà, quella delle carte tradizionali genovesi e dei tarocchi di Marsiglia. Belle, bellissime, al punto che è stato inevitabile chiedere un autografo a Deganello, presente durante l’evento.
La sorpresa vera, però, è stata l’annuncio di un prodotto forse più in linea con i modelli commerciali del momento: le carte collezionabili! Il progetto è ancora nelle fasi iniziali e ci è stato mostrato giusto un accenno, ma si parla di carte realizzate da artisti del settore dei tatuaggi (almeno per questa prima edizione), esclusive – appunto – collezionabili in quanto realizzate in edizione limitata. Un altro centro, un altro colpo al portafogli per il sottoscritto.
In chiusura è impossibile non dedicare del tempo a quella che per me è stata una vera e propria sorpresa, in senso estremamente positivo, ovvero l’enorme partecipazione al torneo di Burraco approntato nelle sale del Museo del Fumetto. Per carità, la mancata sensibilità nei confronti della diffusione di questa disciplina è una mancanza del tutto personale, ma è comunque interessante sottolineare la portata di quello che è decisamente un fenomeno sociale in crescita.
Dal Negro ha infatti stretto un legame con Burraco Milano, un vero e proprio progetto di integrazione sociale nato dalla volontà di tanti ragazzi di ricreare le atmosfere di aggregazione e di ritrovo tipiche di tante zone d’Italia in quella che è la città più frenetica e caotica del belpaese. Il successo di questa iniziativa è la testimonianza di come a volti basti concettualmente davvero poco per conquistare le persone, da sempre alla ricerca di modi per ravvivare le proprie giornate.
Nel complesso dunque ho avuto l’occasione di (ri)scoprire il mondo delle carte da gioco da diverse prospettive, compresa l’interessantissima visita guidata alla Mostra del Gioco da Tavolo, curata da Spartaco Albeltarelli (responsabile editoriale della prima edizione di DnD e creatore di Kaleidos) che in prima persona ci ha fatto attraversare i secoli di evoluzione del gioco.
E in tutto questo tempo e attraverso tutti questi cambiamenti, Dal Negro sembra intenzionata a traghettare con orgoglio il suo ruolo e la sua identità, tra una partita a Burraco e un nuovo artista pronto a scatenare la sua creatività su nuove e spettacolari carte. Perché il gioco è sempre lo stesso, ma è sempre pronto a cambiare nelle nostre mani!
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