Dall'eresia liberale al coraggio del conservatorismo, Fazzolari presenta il libro di Sallusti

Aprile 16, 2025 - 23:30
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Dall'eresia liberale al coraggio del conservatorismo, Fazzolari presenta il libro di Sallusti

AGI - Nell'Italia dei due pesi e delle due misure, l'esser conservatore e di destra è una "eresia" che tutt'ora "non passa". Il direttore de 'Il Giornale', Alessandro Sallusti - non nuovo a libri di denuncia e d'inchiesta ma anche a successi editoriali come 'La versione di Giorgia' (2023), tratto dalla conversazione con la presidente del Consiglio sulla sua visione della vita e del mondo - torna in libreria con 'L'Eresia liberale' (Rizzoli), "un racconto di vita reale che solitamente, dice, a uno di destra non è concesso”.

Essere conservatori per Sallusti è infatti “una condanna perpetua a prescindere, perché sei il nemico senza il quale la sinistra perderebbe gran parte del proprio senso di esistere”. Si arriva a ritenere, prosegue, che la cultura di destra non sia degna di partecipare alla vita democratica”. Ma questo libro “oltre ad affrontare tanti temi partendo dall'esperienza professionale, personale e famigliare, vuole lanciare un messaggio: dobbiamo ritrovare non solo delle forze politiche capaci, come stiamo vedendo da alcuni anni, di dare una prospettiva liberale a questo Paese, ma tutti noi dobbiamo anche ritrovare l'orgoglio e il coraggio di essere dei liberali conservatori”.

La presentazione del libro

Al Teatro de' Servi di Roma, con Nicola Porro, in veste di moderatore, e l'uomo-chiave del governo Meloni, il sottosegretario della presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, la presentazione dell'ultima fatica editoriale di Sallusti, si è trasformata in un'intervista a tutto campo, con domande via via rivolte dai due giornalisti all'uomo di fiducia di Giorgia Meloni.

Del resto, alla vigilia dell'attesissimo bilaterale di Meloni con Donald Trump, domani a Washington, sarebbe stato difficile (se non impossibile) sottrarsi ai temi caldi dell'attualità: dal problema dei dazi, “una partita per l'Italia fondamentale” e non priva di rischi, ribadisce Fazzolari, a quello della costruzione di una difesa europea cui l'Italia contribuirà “in tempi brevissimi, magari già quest'anno”, aumentando la sua spesa fino al 2% del Pil, per finire sulla guerra in Ucraina rispetto la quale, assicura il sottosegretario, la posizione italiana di sostegno a Kiev “non cambierà”.

E così l'eminenza grigia della premier – a detta di Meloni, l'uomo “più intelligente che abbia mai conosciuto” – ha inaspettatamente elargito alla platea, in tutta calma, una serie di articolate riflessioni. Lui, conosciuto per essere il sottosegretario all'attuazione del programma di governo di poche parole e schivo – un po' come lo fu il “dottor Letta” ai tempi dei governi Berlusconi – non ha lesinato aneddoti e battute, scandite da ricordi personali anche legati alla stagione politica del Cavaliere che ha vissuto dai tempi di Fiuggi (1995) e, ancor più intensamente, da capo della segreteria tecnica del ministero della gioventù affidato a Meloni, nel quarto governo Berlusconi (2008-2011).

Il mattinale di Fazzolari

A rompere il ghiaccio sono stati Porro e Sallusti parlando del “mattinale” di Fazzolari, da alcuni descritto come il bollettino quotidiano che detta la linea ai parlamentari di Fratelli d'Italia, e della differenza tra la “struttura Delta” creata da Berlusconi, si ipotizzò, per condizionare l'informazione, e la cosiddetta “struttura Fazzolari”. “Mai ricevute veline dal sottosegretario”, assicurano i due giornalisti smentendo anche le ricostruzioni sulle presunte riunioni tenute da Fazzolari, derubricate a “storie” campate per aria tanto quanto le ricostruzioni sulla struttura Delta.

“Credo che siamo difronte a narrazioni per molti versi simili”, ha chiarito subito Fazzolari: “Questo parlare di veline, dossier segreti del partito e imposizioni ai parlamentari…È una narrazione che stravolge la realtà delle cose e poi diventa difficile ricostruirla. Noi siamo un partito strutturato in modo tradizionale e andiamo fieri dei nostri dipartimenti”, ha detto, spiegando che l'ufficio studi di FdI, che non vuole certo sostituirsi ai centri studi di Camera e Senato, “realizza dossier snelli e tematici ad uso dei parlamentari”. “Diamo la linea sui grandi temi perché un parlamentare nell'arco di un mese deve affrontare i temi più disparati e, oggettivamente – ha proseguito - non si può pretendere che tutti sappiano tutto. Credo che sia un buon servizio, un ‘Abc' che tutti i partiti dovrebbero fornire ai loro parlamentari”. E le famose veline? “Il paradosso, risponde divertito il sottosegretario, è che siete voi giornalisti a fornircele: voi date le veline a Fratelli d'Italia e non Fratelli d'Italia a voi”, taglia corto Fazzolari dopo aver presentato il mattinale come una selezione quotidiana di 4-5 articoli di stampa imperniati sui temi caldi del giorno.

Equilibri nella maggioranza

Passando agli equilibri nella maggioranza messi a dura prova anche dalle tensioni internazionali, il discorso cade inevitabilmente sulle prospettive di governo e sulla convinzione, condivisa anche da leader del calibro di Tony Blair, che per lasciare un segno nel Paese servirebbero dieci anni.

Ma nella coalizione di governo ci sono ancora condizioni politiche e fiducia tali da raggiungere questo traguardo? “Noi ci siamo sempre posti semplicemente il problema di lasciare quando gli italiani reputeranno sarà il momento di farlo, ma senza rimorsi per non aver provato a fare le cose che reputavamo giuste…In realtà né Giorgia Meloni né altri vogliono governare tanto per governare, quindi si andrà avanti finché ci saranno le condizioni per fare ciò che crediamo giusto”, replica il sottosegretario tranquillizzando anche sui rapporti nella maggioranza che, ha detto, “sono ottimi, sia a livello umano che politico”.

Quindi, insiste, “non abbiamo il traguardo dei 5-10 anni” di governo, “ma abbiamo il traguardo di fare grandi cose”, a partire dalle riforme in cantiere che includono anche una riforma “non scritta ma da attuare con l'esempio” – sottolinea – quella “di ridare fiducia al popolo italiano che, fregatura dopo fregatura, alla fine si è totalmente disaffezionato” alla politica.

Episodi della vita di Sallusti

Vari passaggi del libro ripercorrono episodi della vita di Sallusti. Episodi come quello dell'arresto per diffamazione a seguito di una condanna bollata come “manifestamente sproporzionata” dagli stessi giudici di Strasburgo, che probabilmente, sottolinea Sallusti, non sarebbe stata eseguita “se non fossi stato un eretico liberale”, estraneo alla cultura dominante. Facile immaginare – commenta Fazzolari – “cosa sarebbe successo se questo fosse accaduto in altri giornali” perché, sintetizza, “lo scalpore e financo la realtà sono diverse a secondo di chi le subisce e questa è sicuramente una grande anomalia” italiana. In tema di “eresie liberali” si ricorda quindi come l'Italia sia anche il Paese dove nelle Università è giudicato “normale” non dare la parola a chi la pensa diversamente.

È successo in passato e, in ambito universitario, chiosa Fazzolari, “succede ancora”. Il sottosegretario allora si abbandona ai suoi ricordi di studente impegnato nei gruppi giovanili di destra alla Facoltà di economia dell'Università La Sapienza di Roma: “Qui – rammenta Fazzolari – insegnavano solo dottrine economiche marxiste e, quindi, a partire dagli insegnamenti ricevuti, chiesi una tesi di ricerca sulla teoria delle 35 ore. Il punto è che la mia tesi di ricerca intendeva dimostrare che la teoria delle 35 ore all'epoca al centro del dibattito politico, sulla base di quello che mi avevano insegnato, non poteva stare in piedi”. Discutere quella tesi fu “una vera sfida”, ammette ironicamente il sottosegretario “e mi procurò anche una grande soddisfazione, quella di laurearmi con 109/110!”

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Redazione Redazione Eventi e News