Francesco, un Papa irripetibile: ha lottato contro la guerra e i reazionari della Chiesa

Aprile 23, 2025 - 05:30
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Francesco, un Papa irripetibile: ha lottato contro la guerra e i reazionari della Chiesa

“Senza un vero disarmo nessuna pace è possibile” è stata l’ultima frase del Papa. La sua testimonianza ha assunto progressivamente un’interpretazione politica fortissima perché non è stata soltanto una invocazione formulata sulla eredità della critica conciliare alla guerra giusta che non esiste più. Sarebbe peraltro stato già moltissimo da parte del pontefice fermarsi al ribadire l’invocazione etico-morale per la pace contro la guerra, all’interpretazione conciliare che anticipa di molto la critica possibile della guerra che si è fatta terrorismo in cui le vittime sistematiche sono civili, non più catalogabili come errori causati dall’avere mancato gli obiettivi mirati, ma vittime civili quali scelta esplicita della guerra che vuole terrorizzare le popolazioni come tali.

Il Papa ha fatto di più. È andato oltre il già importantissimo rifiuto etico morale della guerra, ha visto la connessione tra l’economia e la guerra. Ha letto, reinterpretando il concetto di complesso militare-industriale di Eisenhower, l’economia di guerra come prodromo della guerra, e quindi la politica del riarmo come l’invasione della politica da parte della guerra. Il papa ha visto la politica che diventa premessa e protesi della guerra. Questa lucidissima analisi critica il pontefice l’ha fatta in completa solitudine sulla scena occidentale. Considerandolo oltre che per la sua cattedra religiosa anche per il suo peso unico politico nella scena mondiale, questa analisi lui l’ha gridata da solo in Occidente. La sua è una profezia, una testimonianza politica unica.

Unica è anche la lotta esplicita e diretta che ha intrapreso contro i tradizionalisti e i reazionari fuori e dentro la Chiesa cattolica e anche dentro la Chiesa americana. Il testimone di questa lotta va ora a qualcuno che lo sappia raccogliere. Papa Francesco è l’uomo che viene dall’altra parte del mondo, viene dal centro del mondo cattolico, il gesuitismo, è l’uomo che sta con grande scioltezza e libertà sulla scena della politica mondiale partendo da una impronta chiaramente populista, quasi peronista, che diluisce in questo cammino per il mondo senza perderne l’impronta che si manifesta soprattutto per la scelta di stare dalla parte dei poveri. Interpreta la grande frattura del mondo contemporaneo. Nel conflitto attuale, lui sa mantenere del populismo d’origine la parte pura della traccia nobilissima dei poveri nella figura dei migranti che incarnano la figura dei poveri del mondo capitalistico tecnologico mondiale come rivelatori di un’umanità che non è riconosciuta e che dovrebbe essere riconosciuta. Lui mette in luce una contraddizione fondamentale del nostro tempo e dell’Occidente capitalistico.

Figure di spicco con affinità ne possiamo individuare, si può disegnare una mappa di personalità ecclesiastiche molto vicine a Bergoglio, ma la sua personalità è irripetibile. La sua morte è una perdita enorme per l’umanità. Viene a mancare al mondo la voce più autentica e forte contro la guerra. In questi tempi spaventosi è stata la voce a cui si è aggrappata la speranza. Con la ricerca di una nuova connessione sentimentale tra la Chiesa cattolica e il popolo ha portato alla luce, anche quando la politica è sembrata disinteressarsi, il suo messaggio agli uomini di buona volontà che costituisce e costituirà un richiamo ineludibile all’impegno per la salvezza dell’umanità.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia