Gazebo Penguins: “Musica per cervelli in tempesta” | Indie Talks

Aprile 10, 2025 - 05:00
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Gazebo Penguins: “Musica per cervelli in tempesta” | Indie Talks

“Ho un paio di domande, forse qualcuna in più.”

I Gazebo Penguins s’interrogano sui misteri del nostro cervello fatti di scienze e psicologia, quesiti che portano nuovi interrogativi, da mandare via, o forse provare a comprendere dentro un tappetto rock.

Certi dubbi bisogna prima capirli prima di provare a risolverli e non sempre è possibile farlo attraverso un ragionamento, a volte è più efficace buttarcisi contro, fare la scelta più sbagliata per imparare qualcosa di diverso dal solito. Nella società del futuro gli algoritmi prometteranno soluzioni per avere subito la soluzione, ma siamo sicuri che l’uomo, rinuncerà mai al suo istinto per andare oltre, vivendo veramente? Io credo di no, sempre esisterà qualche forza di ribellione, “Temporale” può essere un disco utile a sostenere questa tesi. La scienza è un elemento, ma l’essere umano è il protagonista del cambiamento.

GAZEBO PENGUINS X INDIE TALKS

“Siamo quello che sappiamo di noi stessi”, quindi chi sono i Gazebo Penguins oggi?

Quattro soggetti che non vorresti avere come vicini di casa. Ma che, quando sono assieme, come suggerisce la scuola della gestalt, formano un tutto che è più della somma delle sue parti.

Che animale è l’essere umano?

Se gli dai da mangiare un paio di volte al giorno e lo porti a fare un giro per fare pipì non è poi così male dai

Chi più sa, forse meno sa?

Ci vuole dell’ironia a capire che le risposte provocano sempre più domande?

Sicuramente a mano a mano che ti addentri nelle zone più interiori della tua testa, più aumentano le domande. Temporale è un disco di domande, ma senza rassegnazione. Gregory Bateson diceva che “l’informazione è una differenza che crea una differenza”. Ogni nuova scoperta ci rende diversi, e non c’è un limite che non possiamo superare: possiamo continuamente cambiare. La domanda poi diventa un’altra: se la nostra identità è, letteralmente, ciò che resta identico, quanto possiamo cambiare prima di perderla? Oppure: cosa ci rende le stesse persone di ieri? C’è un posto nella nostra testa in cui posso dire con certezza che è contenuta la mia identità? Due elettroni si sentono identici? E se sono identici, non sono forse la stessa cosa? Appena ne becco uno glielo chiedo.

PH: Gio Fato

Vi affascina di più la scienza o la psicologia?

In questo periodo direi la filosofia della scienza

Durante la scrittura di questo disco, avete avuto dei pensieri intrusivi che vi hanno distratto però allo stesso tempo sono stati fonti di nuove idee?

Bella domanda. Io ti direi che in realtà, nel momento in cui vuoi fare un disco sul cervello, devi accettare il fatto che ogni pensiero intrusivo, ogni cosa che ti passa per la testa, può avere un collegamento col tuo racconto. Non c’è niente fuori posto e niente di alieno. Dovrai solo, con pazienza e anzianità, raccogliere tutto questo brain storming, questo temporale nel cervello, dentro la tua cornice narrativa per renderla credibile.

PH: Gio Fato

Il cambiamento che impulsi provoca?

Per togliere un po’ di poesia a quanto detto prima sul cambiamento e l’identità, mi viene in mente che un neuroscienziato di nome Micheal S. Gazzaniga, famoso a livello mondiale per le sue ricerche sulla separazione degli emisferi (che non bramava per amore di ricerca, ma per curare certe forme di epilessia incurabili), sostiene che dopo i 30 anni inizi la morte di una parte dei nostri neuroni, che dopo i 40 si traduca già in una carenza di efficienza nella nostra memoria. Assieme a quelle del cuore e degli occhi, i neuroni sono le uniche cellule del nostro corpo che non si rigenerano. Il senso di restare le stesse persone può dipendere da questo fatto? Forse.

Il nome di questa morte cellulare geneticamente programmata è apoptosi, che in greco significa la caduta dei petali dai fiori o delle foglie dagli alberi. Straziante.

Spesso il nostro cuore e cervello diventano nemici di noi stessi, ma come mai la nostra mente deve ragionare combattendo contro sensazioni e preoccupazioni varie?

È proprio una delle domanda che ci ripetevamo più spesso. Perché il nostro cervello deve comportarsi a volte in maniera così inospitale? Per certi versi il cervello è veramente una macchina stupenda. Prendi una sciocchezza: apri un libro, fissa una parte di testo, e comincia a scuotere la testa a destra e sinistra come se dovessi dire NO con grande convinzione. Prima di provarci penseremmo di non essere in grado di leggere niente e vedere tutto confuso. Invece no. Le parole che hai scelto restano a fuoco nonostante i sobbalzi: il sistema in autonomia regola i muscoli oculari e mantiene la lettura stabile. Ogni giorno sono centinaia queste regolazioni che non percepiamo e che ci permettono di comportarci come facciamo abitualmente. Eppure, allo stesso modo, la stessa macchina efficiente e autonoma, ci può gettare nella disperazione. Come se agisse contro la nostra volontà. Che, però, è come dire che esiste una volontà indipendente dal cervello. Ma se noi siamo quello che siamo per via del nostro cervello, allora questa volontà altra dove si trova? Siamo sempre noi? È una sfida tra emisfero destro e sinistro? Ancora domande. Ma le risposte, invece, finiscono qui.

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