Ha deciso di morire con lui: la storia di Ann e del suo amatissimo cane

Tutti conoscono la storia del Titanic soprattutto grazie al film del 1997 realizzato da James Cameron, la storia d’amore drammatica tra Jack e Rose due giovani di classi sociali diverse hanno tenuto il pubblico incollato allo schermo per ben 195 minuti.

Il drammatico incidente che viene raccontato e romanzato nel film è avvenuto 15 aprile 1912 quando durate il viaggio innaugurale la titanica imbarcazione si è scontrata contro un iceberg con conseguenze drammatiche, l’affondamento della nave e la morte di moltissime persone.

Chi ha visto il film sa benissimo della situazione delle scialuppe che non sarebbero bastate a salvare neppure la metà dei passeggeri, e anche che durante l’incidente ci fu una confusione tale che impedì a molti di mettersi in salvo, inizialmente venivano fatti salire a bordo delle scialuppe solo donne e bambini della prima classe per poi passare agli altri ceti.

Nella drammatica pellicola vediamo una mamma che mette a letto i propri bambini che non potranno mai più svegliarsi e affonderanno con il Titanic e i due vecchietti che si abbracciano nel letto consapevoli che quello sarà il loro ultimo saluto.

Per quanto James Cameron sia stato un vero fenomeno nel ricreare situazioni agghiaccianti probabilmente accadute la notte del 1912 sulla nave, emerge una storia reale di una donna Ann Elizabeth Isham, aristocratica americana di prima classe che per se stessa scelse un destino inimmaginabile.

Moriremo insieme la scelta della donna che non ha abbandonato il proprio cane

La donna infatti anziché salire su una scialuppa decise di legare la sua vita a quella del suo cane, dato c he non poteva essere salvato la donna infatti decise di morire sulla nave con lui.

Una storia vera e non una leggenda, un episodio sospeso tra ricordo e mito, dove l’amore per il proprio amico a quattro zampe supera  persino l’istinto di sopravvivenza.

A quanto pare la donna sarebbe stata in fila per la scialuppa con il proprio Danese di grandi dimensioni per mettersi in salvo e una volta appreso che al cane non sarebbe stato permesso di salire sulla scialuppa decise di rimanere sul ponte condannandosi a morte certa, un gesto estremo che fa comprendere ancora una volta quanto il legame tra un cane e il suo proprietario possa essere indissolubile

Non vi sono documenti ufficiali che certifichino effettivamente tutti i particolare della decisione di Ann ma non esistono nemmeno documenti che smeniscano l’accaduto. Tutto quello che è arrivato fino ai nostri giorni sono testimonianze e racconti dei soccorritori che hanno affermato di aver ritrovato nelle acque gelide dell’Atlantico, moltissimi corpi e che uno di questi li aveva colpiti in modo particolare.

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Secondo i racconti dei soccorritori infatti la donna fu trovata congelata nell’oceano abbracciata al proprio cane, il Titanic ospitava ameno una dozzina di cani, un privilegio destinato ovviamente solo alle persone appartenenti alla prima classe. Di tutti gli animali presenti sul Titanic, solo due Pomerania e un Pechinese riuscirono a essere portati in salvo nascosti tra le braccia dei proprietari.

I cani di taglia grande come il Danese di Ann Elizabeth Isham non ebbero alcuna possibilità di salvezza, dopo oltre 100 anni la storia della donna Ann Elizabeth Isham ancora lascia tutti senza parole. Una donna molto ricca  che sacrificò la propria vita pur di non abbandonare il proprio cane al suo destino, un comportamento che solitamente è più consueto nei cani, che negli esseri umani.

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