Il New York Times innamorato di Milano. Ecco i luoghi top (uno sconosciuto persino ai milanesi)

Aprile 16, 2025 - 20:30
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Il New York Times innamorato di Milano. Ecco i luoghi top (uno sconosciuto persino ai milanesi)

Chi afferma che Milano è solo una città grigia, poco romantica e focalizzata esclusivamente sul business, una volta scoperti i luoghi raccontati dal New York Times, cambierà sicuramente idea. Sono dieci, tra edifici, ville e chiese, le bellezze omaggiate dal prestigioso giornale statunitense che descrive ai propri lettori una Milano unica e suggestiva mettendo in mostra sia i suoi luoghi più famosi che quelli meno noti (uno è sconosciuto persino ai milanesi!).

Dieci luoghi d’interesse che mostrano la diversità dell’architettura milanese e, di riflesso, la moltitudine delle sue personalità: da quella più pratica alla più elegante, fino a quella che mette in mostra tutta la sua abilità e maestria quando si parla di moda e design.

Duomo di Milano

Il primo luogo raccontato dal New York Times non poteva che essere uno: il famoso Duomo di Milano. Si tratta di uno dei simboli più importanti della città, creato partendo dal progetto di Gian Galeazzo Visconti, il primo Duca di Milano, che immaginò una chiesa realizzata con il particolare marmo bianco rosato della cava di Candoglia. Costruita nel XIV secolo, la cattedrale non fu realmente completata fino al 1965.

Oggi è una delle attrazioni più visitate, conquistando sia per gli interni della maestosa cattedrale che per le sue terrazze percorribili: camminando lungo il percorso, avrete l’opportunità di ammirare da vicino le sue guglie finemente ornate, oltre che godere di una vista unica sulla città e sulla piazza.

Galleria Vittorio Emanuele II

Di fianco al Duomo si trova la Galleria Vittorio Emanuele II, la grandiosa galleria commerciale a quattro piani progettata dall’architetto Giuseppe Mengoni in stile neorinascimentale. La struttura è imponente e si contraddistingue per la presenza di monumentali ingressi ad arco, pilastri riccamente scolpiti e una grande cupola di vetro al centro.

Completata nel 1877, tre decenni prima del celebre grande magazzino Lafayette di Parigi, a cui a volte viene paragonata, è considerata il centro commerciale più antico del mondo e ospita alcuni dei marchi più famosi di Milano.

Galleria Vittorio Emanuele II Milano
Fonte: iStock
La Galleria Vittorio Emanuele II

Villa Necchi Campiglio

C’è la Milano caotica e quella dove, al contrario, regna una pace surreale. Quest’ultima la si può vivere nei suoi quartieri più esclusivi, come il Quadrilatero del Silenzio, dove si resta incantati dalle dimore in stile Liberty e dalle ville con giardini immensi dove vivono in pace anche famiglie di fenicotteri. Qui, il New York Times è rimasto conquistato da Villa Necchi Campiglio, costruita tra il 1932 e il 1935 per l’importante famiglia di industriali da cui prende il nome.

L’architetto, Piero Portaluppi, era noto per la sua capacità nel combinare forme geometriche Bauhaus con materiali sontuosi e le tecnologie più avanzate. La villa, costruita in pietra con finiture in marmo, incorporò interfoni, un ascensore e una piscina riscaldata, oltre a pavimenti in noce e palissandro e pareti rivestite in seta. La sua bellezza ha fatto da sfondo anche al film di Luca Guadagnino “Io sono l’amore”.

Villa Borsani

C’è anche un’altra villa tra i luoghi top citati dal tabloid statunitense: Villa Borsani. Situata nel comune di Varedo, a nord di Milano, mostra una tendenza tipica del XX secolo che vedeva gli architetti interessati non solo alla progettazione della struttura di una villa, ma anche del suo arredamento, così da creare una visione estetica unitaria.

Nel caso di Villa Borsani, fu l’architetto Osvaldo Borsani a completare la casa nel 1945 seguendo lo stile Razionalista, ossia enfatizzando le forme geometriche e i tocchi funzionali. Ecco quindi comparire pezzi di compensato curvato e gomma industriale di Tecno, la sperimentale azienda di arredamento co-fondata da Borsani e suo fratello, ringhiere in vetro per la scala d’ingresso, mosaici astratti nel bagno e un camino scultoreo in ceramica realizzato dall’artista Lucio Fontana, un caro amico di famiglia.

Castello Sforzesco

Come il Duomo, anche il Castello Sforzesco è una tappa immancabile in qualsiasi itinerario alla scoperta di Milano. L’edificio, che prende il nome dalla famiglia Sforza, al governo della città durante il XV e il XVI secolo, è uno degli edifici fortificati più grandi d’Europa. Inizialmente costruito in mattoni a metà del XIV secolo e protetto da merlature e da una torre di guardia centrale, il castello fu la residenza delle famiglie regnanti di Milano fino all’unificazione d’Italia nel 1800.

Nel 1948, dopo che il castello fu gravemente danneggiato dai bombardamenti alleati durante la Seconda Guerra Mondiale, venne riqualificato dal prestigioso studio di architettura BBPR. Oggi, al suo interno potete ammirare i tesori esposti nei suoi otto musei, visitabili con un unico biglietto. Tra questi, citiamo l’opera marmorea la Pietà Rondanini di Michelangelo.

Castello Sforzesco Milano
Fonte: iStock
Il Castello Sforzesco visto dal Parco Sempione

Torre Velasca

La Torre Velasca rappresenta un ponte tra il passato e il presente in una Milano che, nel corso degli anni ’50, stava cominciando ad abbracciare quel cambiamento che ne avrebbe plasmato nel tempo l’identità. Questa torre, infatti, è figlia di un compromesso: quando i grattacieli cominciarono a spuntare dopo la Seconda Guerra Mondiale, nell’ambito della più ampia spinta italiana per modernizzare le sue città, molti residenti non erano particolarmente felici all’idea che le moderne torri ostruissero il paesaggio degli edifici tradizionali, di altezza minore.

È partendo da questa situazione che BBPR creò la Torre Velasca, un grattacielo di 26 piani che ricorda una torre di guardia medievale, con rivestimento in pietra scura, finestre incassate e una cima a forma di fungo sostenuta da puntoni a vista. Ancora principalmente un edificio per uffici, la Torre Velasca ora ospita appartamenti in affitto a breve e medio termine e ristoranti.

Chiesa di Santa Maria Annunciata

Nella lista dei dieci luoghi top di Milano compare anche la Chiesa di Santa Maria Annunciata, progettata da Gio Ponti tra il 1964 e il 1969 come luogo di conforto per i visitatori e i pazienti dell’adiacente Ospedale San Carlo Borromeo, da cui originariamente prese il nome la chiesa. Qui, non solo la pianta, ma anche le porte, le finestre e l’altare sono realizzati con forme simili a diamanti.

Sebbene la chiesa sia uno degli edifici meno conosciuti di Ponti a Milano, rappresenta uno degli esempi più sorprendenti della sua esuberante architettura modernista.

Da Giacomo

Anche i ristoranti, a Milano, diventano luoghi unici non solo dove mangiare, ma anche solo per sbirciare gli interni particolarmente curati. Da Giacomo, per esempio, vanta delicate boiserie dipinte di verde, tende di pizzo fatte a mano e antiche sedie da caffè in legno, mostrandosi ai visitatori in tutta la sua bellezza Liberty…seppur sia stato costruito in tempi più moderni.

Il ristorante, infatti, ha aperto in questa sede nel 1989 dopo che l’interior designer Renzo Mongiardino ne curò l’arredamento: si tratta di una delle poche opportunità per vedere il suo lavoro di persona in quanto si occupò principalmente di allestimenti scenici e di case private, come quelle per Marella Agnelli e Lee Radziwill.

Il Bosco Verticale

Gli ultimi due luoghi citati dal New York Times raccontano una Milano moderna e orientata al futuro, come il Bosco Verticale. Costruito dall’architetto Stefano Boeri nel 2014, nel quartiere di Porta Nuova, fu concepito come un nuovo modello di design sostenibile. L’innovativo complesso di 111 appartamenti comprende due torri (rispettivamente di 19 e 27 piani) con balconi in cemento armato rinforzato con acciaio che ospitano oltre 90 specie di piante, tra cui più di 700 alberi.

Ispirato a vari siti storici, come i Giardini Pensili di Babilonia e la Casa nel Bosco, una casa di metà secolo circondata da una fitta foresta a Varese progettata dalla madre di Boeri, la celebre architetta Cini Boeri, il Bosco Verticale contiene così tanta flora che l’edificio vanta un proprio microclima, che raffresca gli appartamenti durante le calde e umide estati milanesi.

Fondazione Prada

Infine, arriviamo alla Fondazione Prada, un’istituzione culturale creata nel 1993 da Miuccia Prada e da suo marito e socio in affari Patrizio Bertelli. La sede di Milano è stata aperta nel 2015 e progettata dallo studio OMA guidato da Rem Koolhaas, al quale venne affidato il compito di ristrutturare e ampliare un’ex distilleria di gin abbandonata nel quartiere di Largo Isarco, ai margini della città.

Il complesso offre uno spazio per mostre sia temporanee che permanenti, diventando negli anni sinonimo di valorizzazione dell’arte in tutte le sue sfumature. Qui, infatti, vengono accolti progetti di arte contemporanea, fotografia, cinema e architettura. Gli amanti del design non possono esimersi dal farci tappa: l’entrata della Fondazione Prada è affiancata da un lato dalla biblioteca e dal Bar Luce, un locale che il regista americano Wes Anderson ha immaginato ispirandosi ai classici bar milanesi degli anni Cinquanta; dall’altro lato si trovano il Podium, uno spazio dedicato alle esposizioni temporanee, e la Haunted House, la cui facciata è completamente rivestita in foglia d’oro a 24 carati e che ospita la biglietteria e due mostre permanenti.

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Redazione Redazione Eventi e News