India. Usa: Vance in visita

Aprile 21, 2025 - 17:30
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India. Usa: Vance in visita

di Giuseppe Gagliano –

In un momento di grande instabilità commerciale e diplomatica, il vicepresidente statunitense James David Vance approda a Nuova Delhi. Il viaggio, ufficialmente centrato sul commercio bilaterale, arriva in un frangente segnato da tensioni crescenti tra Washington e Pechino, e da una ridefinizione delle alleanze nell’Indo-Pacifico. Ma dietro l’agenda formale, la posta in gioco è molto più ampia.
L’obiettivo è chiaro: accelerare la firma di un accordo commerciale che possa blindare la partnership strategica tra India e Stati Uniti. I numeri sono ambiziosi: portare gli scambi dagli attuali 190 miliardi a 500. Ma non sono i numeri a raccontare tutto. Vance arriva pochi giorni dopo il viaggio del presidente Xi Jinping in Vietnam, Malesia e Cambogia. Pechino si propone come partner affidabile nel Sud-Est asiatico, mentre Washington rilancia la sua presenza puntando sull’India come baricentro alternativo.
Il viaggio del vicepresidente è carico di simbolismo: ad accompagnarlo ci sono la moglie Usha Vance, di origini indiane, e i tre figli. L’itinerario include anche tappe a Jaipur e Agra, per rinsaldare un legame culturale ed emotivo che parla direttamente alla società indiana. Ma la diplomazia del sorriso non cancella il contesto: Nuova Delhi è ancora tra i Paesi colpiti dai dazi statunitensi, sospesi per novanta giorni ma pronti a tornare. Il messaggio è chiaro: o si chiude un accordo o scatterà la punizione.
Dietro la retorica della “mega partnership” evocata da Modi e dai vertici del Bharatiya Janata Party, si nasconde una tensione latente. L’India vuole essere corteggiata, non costretta. Pretende un ruolo autonomo nel Quad — l’alleanza strategica con USA, Giappone e Australia — ma guarda anche a Mosca e Pechino quando serve. I dazi unilaterali annunciati da Trump, oggi in pieno secondo mandato, hanno riacceso vecchi timori sull’imprevedibilità americana.
Vance porta con sé il linguaggio della continuità diplomatica, ma anche quello della pressione strategica. La Casa Bianca cerca stabilità in Asia, mentre cerca di contenere la Cina e di riassestare il proprio peso globale. L’India, da parte sua, gioca una partita multipolare: accetta il corteggiamento di Washington, ma non rinuncia alla propria ambiguità strategica.
Il commercio è solo una parte del puzzle. La vera partita si gioca sul terreno della fiducia reciproca. E quella, oggi, non si misura in miliardi, ma nella capacità di immaginare una convivenza tra due potenze che non si somigliano, ma si necessitano.

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Redazione Redazione Eventi e News