L'Azienda Bigi di Orvieto nuova associata della Strada dei Vini Etrusco Romana
Da aprile 2025, BIGI – Gruppo Italiano Vini S.p.a. di Orvieto è la nuova associata alla Strada dei Vini Etrusco Romana. Scopri la storia, i vini e le novità di questa cantina storica.
Brevi cenni storici dell’Azienda BIGI
La prima sede della Casa Vinicola BIGI, fu l’ex monastero de “La Trinità” ad Orvieto, un antico convento francescano, dove fu fondata nel 1880 da Luigi Bigi, ed ha contribuito in maniera significativa, alla valorizzazione dei vitigni autoctoni e della tradizione vinicola locale.
La cantina ha attraversato i decenni mantenendo il suo carattere artigianale, ma ha anche introdotto innovazione tecniche per migliorare la qualità e la costanza dei suoi prodotti.
Per far fronte all’esigenza di produrre nella zona di origine del vino nel 1072 la BIGI si trasferì nella moderna cantina in località Ponte Giulio, non lontano dall’antica città di Orvieto, che si erge su una rupe di tufo, ed il suo microclima è ideale per la viticoltura, grazie alle escursioni termiche che favoriscono la maturazione ottimale delle uve.
La Cantina Bigi è situata in una zona ricca di storia e cultura vinicole, e questo si riflette nei suoi vini, che cercano di esprime al meglio il carattere del territorio ed è per questo che negli anni la Cantina Bigi ha investito in tecnologie all’avanguardia per la vinificazione, mantenendo un occhio di riguardo per la sostenibilità ambientale, impegnandosi attraverso pratiche agricole responsabili con uso di energie rinovabili.
Il laboratorio e la zona imbottigliamento rappresenta il vero cuore pulsante della Cantina Bigi, dove scienza, tradizione e passione si intrecciano per garantire vini di altissima qualità.
I, laboratorio e la zona di imbottigliamento, insieme, sono il centro nevralgico della produzione della Cantina Bigi. Se il laboratorio è il luogo della nascita e dell’evoluzione del vino, la zona di imbottigliamento rappresenta il momento finale, in cui il vino si prepara a raggiungere il consumatore, pronto per essere apprezzato in tutto il suo splendore.
La Cantina è famosa per la produzione di Orvieto DOC, un vino bianco tradizionale e simbolo della regione. I vigneti dai quale proviene il vino prodotto, sono quasi completamente collocati nella zona “classica”, la più antica, della DOC Orvieto, sono situati sui terreni collinari di altitudine variabile tra 150.450 metri, tendenzialmente argillosi.
Negli anni la Bigi ha ottenuto risultati davvero invidiabili e non solo con l’Orvieto Classico. Grazie alla capace opera dei propri enologi e grazie all’ampia disponibilità di vigneti, ha diversificato la propria gamma, oltre ai classici bianchi, come Orvieto Classico, Umbria, Grechetto ed Est! Est! Est!, con rossi di grande interesse, prodotti a base di uve Sangiovese dell’Umbria, in purezza o assieme ad altri vitigni.
Il vino più rappresentativo della Cantina Bigi è sicuramente l’Orvieto Classico, prodotto prevalentemente da uve Grechetto e Trebbiano, fresco e minerale, riflette la tipicità del territorio umbro, caratterizzato da terreni tufacei e collinari, ideali per la viticoltura. Dal colore giallo dorato, offre aromi di fiori bianchi e frutta fresca, fresco, elegante e minerale, con note di mena ed agrumi, Perfetto con i piatti di pesce, crostacei e formaggi freschi.
Oltre all’Orvieto Classico, la Cantina produce una gamma di vini che include: Orvieto Secco, Grechetto Umbria IGT, la linea Vipra, una gamma di vini che combina tradizione e innovazione, pensata per offrire un’esperienza di degustazione ricca e moderna, senza rinunciare al legame con il territorio umbro. I principali protagonisti della linea Vipra sono bianco, rosso e rosato, che esprimono l’essenza della viticoltura umbra, attraverso una selezione di uve autoctone ed internazionali, caratterizzati da una grande intensità aromatica e struttura. Caratterizzano questa linea, il design delle bottiglie, le etichette eleganti e raffinate: un design moderno che contribuisce a rendere la linea Vipra attraente per un pubblico giovane e cosmopolita.
L’acquisizione della nuova Associata BIGI ha caratterizzato un valore aggiunto, per potenziare sempre di più la Strada dei Vini Etrusco Romana, unitamente a tutte le altre Aziende associate sia grandi che piccole, tra cui Antinori, Argillae, Barberani, Castello delle Regine, Castello di Corbara, Castello Montegiove, Custodi, Decugnano dei Barbi, Famiglia Cotarella, Tenuta Mazzocchi, Monrubio, La Palazzola, Le Crete, Neri Vini, Pizzogallo, Vitalonga, Zanchi, Poggio Di Madis, Tenuta Corini, Tenuta Le Velette, e con i 12 membri di cui è composto il CDA, eletto lo scorso dicembre 2024: Luigi Petrangeli – Presidente (Consigliere Direttivo FederAlberghi – ConfCommercio Prov. Di Terni – Comprensorio di Orvieto), Gianni di Mattia – Vice Presidente (Imprenditore – Comune di Narni), Chiara Custodi (Cantine Custodi), Bernardo Barberani (Azienda Agricola Barberani), Stefano Grilli (Azienda La Palazzola), Maurizio Mazzocchi (Tenuta Cavalier Mazzocchi 1919), Francesco Nardelli (Rappresentante Coldiretti), Giorgio Giuliani (Cantina Monrubio), Annamaria Francillo (Cantina Zanchi), Gian Luigi Maravalle (Comune di Ficulle), Simone Baccelloni (Comune di Castelviscardo), Nicola Zappitello (Azienda agricola Zappitello), e con Danca Caccavello segretario e tesoriere, la manager Maria Rosa Borsetti., responsabile della comunicazione, che insieme fanno una risorsa invidiabile per tutto il territorio dell’Orvietano.
Mentre da non dimenticare come enuncia il nuovo Rapporto sull’enoturismo di Roberta Garibaldi, che, data la presenza di Aziende vinicole di rilievo sul territorio, la grande importanza dell’enoturismo (o turismo del vino) è un’esperienza in cui la degustazione delle produzioni vinicole locali si abbina alla visita dei luoghi e dei territori di produzione, alla conoscenza della cultura, delle tradizioni e della gente che qui vive.
Se in passato l’enoturismo era considerato un segmento di nicchia, oggi è divenuto una attrattiva per un pubblico diversificato, composto da esperti e professionisti, da semplici appassionati e curiosi. Attorno al vino sono nate nuove e più qualificanti esperienze: non solo degustazioni, visite ed eventi, ma attività outdoor tra i vigneti, esperienze di vendemmia turistica, alberghi tematici, solo per citarne alcune. Esperienze che sanno soddisfare una platea di turisti ampia e con esigenze differenti.
Le nuove tendenze per l’enoturismo sono: la scoperta e la degustazione delle produzioni vinicole locali rimanga centrale, non è più l’unico elemento ricercato dal turista. Il valore culturale che il vino possiede, rappresentato da un mix unico tra prodotto, terroir e persone, affascina ed attrae sempre più.
L’enoturismo è oggi visto come un’opportunità di arricchimento culturale, di entrare in contatto con l’identità, le tradizioni e la cultura – anche enologica – del luogo visitato. Non solo aziende più rinomate, la scelta spesso ricade su piccole realtà familiari e anche luoghi di produzione che abbinano il vino all’arte, alla musica, al design, alla storia.
Alla dimensione culturale si aggiunge quella del benessere. Il turista vuole poter trovare in cantina e sul territorio opportunità – quali corsi, workshop, trattamenti – per rigenerarsi, riprogrammare le proprie abitudini e adottare uno stile di vita più sano. Così come attività di benessere (massaggi, idromassaggi e SPA) nei vigneti. Il desiderio di vivere gli spazi aperti – strettamente connesso alla vogli di benessere – si traduce nella ricerca di trekking del vino, tour in biciletta e/o in e-bike per scoprire e cantine e le altre bellezze del territorio.
Da ultimo, ma non meno rilevante, la sostenibilità, oggi sempre più un driver di scelta. Chi viaggia desidera partecipare ad esperienze che si connotano sia per un approccio green che per l’essere responsabili socialmente. Quest’ultimo aspetto della sostenibilità, meno attenzionato, è particolarmente apprezzato, e si traduce anche nel desiderio di vivere esperienze a stretto contatto con i produttori come la vendemmia turistica.
Mentre tra le novità nel mondo vitivinicolo emerge la volontà di consentire la produzione di vino dealcolizzato, adottando regole rigorose a tutela della filiera del vino, rispettose dell'ambiente e volte a garantire la qualità e l'autenticità del prodotto. Tale scelta mira a rispondere alle nuove esigenze mantenendo al contempo l'eccellenza e la tradizione del settore vitivinicolo italiano.
Tra i principali elementi del provvedimento che sono stati adottati in un apposito decreto legge ministeriale (n. 672816 del 20 dicembre 2024):
- Divieto di dealcolazione per i vini a Denominazione di Origine Protetta (DOP) e Indicazione Geografica Protetta (IGP), al fine di preservarne l'autenticità.
- Il processo produttivo dovrà avvenire in strutture dedicate, fisicamente separate da quelle utilizzate per la produzione vitivinicola, con registri digitalizzati e licenze autorizzative.
- Obbligatoria l'etichettatura del prodotto attraverso la dicitura "dealcolizzato" o "parzialmente dealcolizzato".
Quindi, le aziende italiane potranno competere con gli altri produttori europei, già presenti sul mercato del dealcolizzato, senza diminuire le azioni di tutela nei confronti del comparto vitivinicolo di qualità ne nella promozione del suo valore culturale e di rappresentanza del Made in Italy.
Qual è la tua reazione?






