Le relazioni tra Russia e Mali

Aprile 7, 2025 - 16:06
Aprile 7, 2025 - 16:19
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Le relazioni tra Russia e Mali

di Riccardo Renzi *

Il governo di transizione del Mali ha recentemente scosso la scena internazionale con una dichiarazione di grande rilevanza geopolitica: il Paese ha ufficialmente etichettato l’Ucraina come uno “Stato terrorista”. Questa accusa è stata mossa durante una conferenza stampa a Mosca il 3 aprile 2025 dal ministro degli Esteri maliano, Abdoulaye Diop, che ha affermato che l’Ucraina stava sostenendo gruppi armati destabilizzanti nel Sahel, la regione che da anni è segnata dalla violenza di gruppi jihadisti e ribelli. La dichiarazione si inserisce in un contesto geopolitico più ampio, dove il Mali si sta progressivamente allontanando dall’influenza occidentale, avvicinandosi invece alla Russia, un alleato che sta prendendo piede nella regione.
Il Sahel, una vasta fascia di territorio che attraversa l’Africa sub-sahariana, è da tempo teatro di conflitti devastanti alimentati da gruppi jihadisti e ribelli. La regione è strategicamente importante, poiché funge da crocevia tra il Maghreb e il subcontinente africano, ma è anche una zona particolarmente vulnerabile a instabilità politiche e terroristiche. Nel caso del Mali, la situazione è ulteriormente complicata dalle alleanze geopolitiche che vedono il Paese alla ricerca di supporto esterno per contrastare l’influenza crescente dei gruppi jihadisti.
Il governo maliano ha accusato l’Ucraina di sostenere indirettamente questi gruppi attraverso il supporto logistico e informativo, sebbene non ci siano prove concrete della presenza diretta di miliziani ucraini sul terreno. Le rivelazioni relative all’attacco di luglio 2024, in cui ribelli tuareg hanno preso di mira un convoglio delle forze maliane e russe, sono al centro di queste accuse. Il portavoce dell’intelligence ucraina, Andriy Yusov, ha ammesso di aver fornito informazioni per facilitare l’attacco, alimentando le accuse contro Kiev da parte delle autorità maliane.
La risposta del Mali non è arrivata nel vuoto. La posizione del Paese africano si inserisce in un più ampio gioco geopolitico che vede il coinvolgimento crescente della Russia in Africa, specialmente nel Sahel. Dopo aver rotto i legami con la Francia, ex potenza coloniale, e allontanato le forze di peacekeeping delle Nazioni Unite, il Mali, insieme al Burkina Faso e al Niger, ha avviato una crescente cooperazione con Mosca. In particolare, la Russia, con il supporto della compagnia di mercenari Wagner (ora ristrutturata come “Africa Corps”), ha incrementato la propria presenza militare nella regione, sostenendo i governi locali nella lotta contro i gruppi jihadisti.
Questo avvicinamento alla Russia non è solo di natura militare. I Paesi dell’Alleanza degli Stati del Sahel (AES), che include Mali, Burkina Faso e Niger, hanno visto nella Russia un partner geopolitico alternativo rispetto all’Occidente. Questo spostamento strategico ha trovato un punto culminante nella visita del ministro degli Esteri maliano Abdoulaye Diop a Mosca nel 2025, durante la quale è stata ribadita la cooperazione bilaterale, che si sta intensificando in vari settori, dalla formazione militare alla fornitura di equipaggiamenti.
Le accuse del Mali all’Ucraina non sono solo il risultato di una contesa locale, ma fanno parte di una più ampia rivalità geopolitica che vede l’Ucraina come un avamposto della politica occidentale e la Russia come baluardo contro l’influenza di Stati Uniti ed Europa. In questo contesto, l’Ucraina, che ha bisogno di sostegno internazionale per la sua lotta contro l’invasione russa, ha cercato di espandere la propria influenza in Africa, compreso il Sahel. Tuttavia, la sua presenza nella regione è vista con sospetto dai regimi africani che, come nel caso del Mali, preferiscono allearsi con potenze non occidentali, ritenendo che la Russia possa offrire una maggiore indipendenza dalle ex potenze coloniali.
La cooperazione tra Ucraina e gruppi ribelli locali, sebbene non confermata con prove concrete di azioni dirette, ha esacerbato le tensioni tra Kiev e le autorità maliane. La risposta del Mali è stata rapida e risoluta, con la rottura delle relazioni diplomatiche con l’Ucraina e una denuncia formale al Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, accusando Kiev di sostenere il terrorismo internazionale nel Sahel.
Questa serie di eventi segna un cambiamento significativo nell’orientamento geopolitico del Sahel e, più in generale, dell’Africa. I Paesi membri dell’AES stanno cercando di costruire un’alleanza con la Russia, per contrastare l’influenza dell’Occidente e promuovere la propria autonomia politica e militare. Il rafforzamento della cooperazione militare con la Russia, la fornitura di equipaggiamenti bellici e l’allenamento delle forze armate maliane rappresentano segnali evidenti che il Mali, e i suoi alleati, stanno cercando di ridefinire i loro alleati geopolitici.
Nel frattempo, la comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione l’evolversi di una situazione che rischia di accentuare le divisioni tra Occidente e Russia in Africa. La crescente influenza russa nella regione potrebbe non solo alterare l’equilibrio geopolitico del Sahel, ma anche avere ripercussioni su larga scala sulla sicurezza e sulla stabilità dell’intero continente africano.
In definitiva, la dichiarazione del Mali sull’Ucraina come “Stato terrorista” non è un episodio isolato, ma un elemento di una dinamica geopolitica più complessa che coinvolge il Sahel, la Russia, l’Ucraina e le potenze occidentali. Le implicazioni di questo nuovo ordine regionale potrebbero rivelarsi profonde, con effetti significativi sulla sicurezza e sugli equilibri geopolitici globali.

* Istruttore direttivo presso Biblioteca civica “Romolo Spezioli” di Fermo, membro dei comitati scientifici e di redazione delle riviste Menabò, Scholia, Notizie Geopolitiche e Il Polo – Istituto Geografico Polare “Silvio Zavatti”, e Socio Corrispondente della Deputazione di Storia Patria per le Marche.

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