L’EDICOLA, Il Corriere: “Meloni-Trump, sì al dialogo con l’Europa”. La Stampa: “Relazione speciale”. Il Fatto: “Trump incorona Meloni. Ma la smentisce su Kiev”

La notizia principale di oggi in apertura sui quotidiani è quella relativa all’incontro di ieri alla Casa Bianca tra la premier Giorgia Meloni e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. “Relazione speciale”, titola La Stampa. “Meloni-Trump, sì al dialogo con l’Europa”, è l’apertura del Corriere della Sera. “Trump incorona Meloni. Ma la smentisce su Kiev”, è invece la prima pagina del Fatto Quotidiano.
Ecco la rassegna stampa di oggi:
“La promessa di Trump a Meloni” (La Repubblica).
L’intervista a Giulio Tremonti, deputato di Fratelli d’Italia e presidente della commissione Esteri della Camera: “Nello scontro sui dazi, un aspetto interessante che è tornato a essere chiaro è che, almeno nel commercio con l’estero, l’Europa ha competenza esclusiva: può agire come uno Stato unico, e questo è certamente un punto di forza da cui partire. La globalizzazione è stata una cosa giusta, che però si è sviluppata in un tempo eccessivamente breve. Dal 1994 con l’inizio del Wto, fino al 2001, l’ingresso della Cina, poi l’esplosione della crisi del 2008: credo che mai, nella storia dell’umanità, ci sia stato un cambiamento così forte in un tempo così breve. Molto era prevedibile: per mio conto già nel 1994 ho scritto un libro intitolato Il fantasma della povertà, che guardava agli effetti sociali della globalizzazione in Occidente. Nel 2016 è uscito il libro di Vance, un testo interessante sulla disperazione prodotta dalla fine della fabbrica. Pochi mesi fa il fantasma della povertà si è risvegliato, ha votato repubblicano, ed è arrivato alla Casa Bianca incorporato nell’operaio di Detroit”.
L’intervista al cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano: “Siamo molto preoccupati per il rischio di un’escalation del conflitto: l’allargamento della guerra significherebbe ulteriori sofferenze e nuove vittime, in particolare tra i civili, i bambini, le donne e gli anziani. Nel medesimo tempo, tuttavia, sarebbe disumano togliere agli ucraini il diritto di difendersi. La Santa Sede sostiene con chiarezza la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina. Questo è il nostro punto di partenza. Tuttavia, spetta agli stessi ucraini decidere che cosa vorranno negoziare o eventualmente concedere da questo punto di vista”.
“Meloni-Trump, sì al dialogo con l’Europa” (Il Corriere della Sera).
“L’arma dei tassi”. L’editoriale di Federico Fubini: “Appena tre mesi fa era diventato così di moda svalutare l’Europa che doveva esserci per forza qualcosa di esagerato. Ed era diventato così ovvio che l’euro fosse un vaso di coccio, che la Germania avesse un modello obsoleto, che Italia e Francia fossero paralizzate dal debito, da rendere qualunque indizio in senso contrario invisibile ai più. Non a Christine Lagarde però. La presidente della Banca centrale europea avverte il clima e deve aver colto un punto: l’Europa stavolta non ha voglia di farsi bullizzare da Donald Trump”.
“Relazione speciale” (La Stampa).
“Mps, ok aumento per Ops Mediobanca” (Il Sole 24 Ore).
L’intervista alla segretaria del Partito democratico Elly Schlein: “La premier si è impegnata ad aumentare la spesa militare e a far investire 10 miliardi alle imprese italiane negli Usa quando non ne ha trovato ancora uno per tutelare quelle colpite dai dazi ed evitare delocalizzazioni. In cambio pare abbia ottenuto una visita di Trump in Italia. Per ora non mi pare un gran bilancio. In generale il problema non è dialogare con Trump, ma farlo a testa alta. La questione fondamentale è non dare a Trump l’idea che possa trattare in bilaterale con ciascun Paese, che è quello che vorrebbe per indebolire l’Unione europea. L’Europa deve essere unita e compatta in questo negoziato e deve essere pronta a colpire dove fa più male, ossia le Big tech americane che sostengono Trump”.
“Trump-Ue, dialogo a Roma” (Il Messaggero).
“Le carte che Giorgia ha saputo giocare”. L’editoriale di Paolo Pombeni: “Per Meloni la trasferta americana è stata un successo: ci si può chiedere se si tratti di un successo momentaneo, tenuto conto della abitudine di Trump a cambiare idea, ma per il momento non ci sono motivi per pensarlo. Va invece sottolineata una ritualità molto studiata per conferire alla nostra premier uno status di prima grandezza: elogi alla “grande persona” prima che arrivasse, un colloquio a due di un terzo più lungo del tempo previsto, una conferenza stampa con il Presidente che visibilmente annuiva durante l’intervento della nostra premier, apprezzando la sua decisione di parlare direttamente in inglese”.
“Meloni convince Trump” (Il Giornale).
“Cortesie per gli ospiti” (Il Manifesto).
“Trump incorona Meloni. Ma la smentisce su Kiev” (Il Fatto Quotidiano).
“L’auto-Liberazione”. L’editoriale di Marco Travaglio: “Nel Paese dove il primo che passa dà lezioni di storia ad Alessandro Barbero per aver segnalato le analogie tra il riarmo e il bellicismo di oggi e quelli che portarono alla Prima guerra mondiale, può accadere di tutto”.
“Il tappeto rosso di Trump: ‘Meloni eccezionale’. Sinistra scornata” (La Verità).
“Missione compiuta” (Libero).
“I tre punti del patto di Washington”. L’editoriale di Mario Sechi: “Qualche giorno fa abbiamo titolato così la nostra prima pagina: «Missione possibile». Non era solo l’auspicio di chi coltiva lo spirito repubblicano, ma la valutazione ponderata di quel che poteva andar bene e quello che invece poteva andare storto nell’incontro tra Giorgia Meloni e Donald Trump. Alla fine, oggi possiamo aprire il giornale con «Missione compiuta», è un titolo che rispecchia quel che è successo alla Casa Bianca, dove la premier è stata la voce dell’Europa nello Studio Ovale, un leader ascoltato, un alleato che assicura il legame tra le due sponde dell’Atlantico, un capo di governo che presenta soluzioni e non aggrava i problemi”.
“Meloni-Trump, sotto l’amicizia nulla. La premier cede sui dazi, gas e armi” (Domani).
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