L’Ue autorizza la messa in commercio del primo farmaco anti-Alzheimer

Bruxelles – Alzheimer, l’Unione europea scrive una nuova pagina nella politica comune per la salute autorizzando, a condizioni rigorose, la messa in commercio di Leqembi, un farmaco per il trattamento della malattia nel suo stadio precoce. Si tratta del primo medicinale di questo tipo ad essere autorizzato nell’Ue. Il morbo di Alzheimer colpisce il sistema nervoso centrale. Le degenerazione del tessuto cerebrale determina la perdita di cellule del cervello, e il risultato è una progressiva perdite delle funzioni cognitive e mentali.
Si stima che sia colpita da morbo di Alzheimer circa il 5 per cento della popolazione mondiale al di sopra dei 65 anni e circa il 20 per cento degli ultra-85enni, anche se in diversi casi può manifestarsi anche un esordio precoce intorno ai 50 anni di vita. Con una popolazione Ue sempre più anziana l’Unione europea ha di fronte a sé una possibile sfida tutta nuova da dover gestire.
Secondo Alzheimer Europe, l’organizzazione non governativa che si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica su tutte le forme di demenza, stima in oltre 7,8 milioni di persone gli uomini e le donne dell’Ue affette da demenza, un dato arriva a oltre 9,7 milioni solo in Europa (Paesi Ue più Paesi europei non Ue). Mentre la Commissione europea ed Eurostat ritengono che i morti a causa di Alzheimer e demenza siano di oltre 200mila ogni anno, con il picco di 265.386 decessi registrati nel 2022. Numeri alla mano, c’è l’equivalente di un Paese pià popoloso della Bulgaria con malattia al sistema nervoso centrale, e un terzo della popolazione del Lussemburgo (661mila) che muore ogni anno.
Leqembi, precisa la Commissione europea, è un medicinale destinato all’uso in persone che presentano una sola copia o nessuna copia del gene ApoE4. Il gene ApoE4 è una variante del gene dell’apolipoproteina E (Apoe), che rappresenta il più forte fattore di rischio genetico per la malattia di Alzheimer a esordio tardivo.
L’Agenzia europea del farmaco (Ema) si era già espressa positivamente su Leqembi lo scorso novembre, e la Commissione europea dopo le valutazioni del caso e il via libera dell’agenzia ha ritenuto di dover dare seguito alle indicazioni.
Qual è la tua reazione?






