Michele Prestipino indagato per rivelazione di segreto d’ufficio, informazioni sulle indagini di ‘Ndrangheta a De Gennaro

Sulla Direzione nazionale antimafia viene sganciata una bomba. Michele Prestipino, procuratore aggiunto della Dna, è indagato a Caltanissetta per rivelazione di segreto d’ufficio.
L’ex capo della Procura di Roma, secondo quanto riporta l’Ansa, avrebbe riferito notizie riservate sullo stato delle indagini sulle cosche calabresi di ‘Ndrangheta e sulle infiltrazioni dei clan nelle imprese del Nord a Gianni De Gennaro, ex capo della polizia e oggi presidente di Eurolink, società general contractor che sta progettando e dovrà realizzare il ponte sullo Stretto di Messina, e a Francesco Gratteri, consulente della società per le questioni legate alla sicurezza.
L’inchiesta su Prestipino nasce dalle intercettazioni della Guardia di Finanza che stanno lavorando a Caltanissetta sul filone d’inchiesta relativo ai magistrati che negli anni ‘90 erano in servizio alla procura di Palermo con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e che avevano lavorato sul periodo delle stragi mafiose del 1992.
Il procuratore aggiunto ha ricevuto un avviso di garanzia e una convocazione per l’interrogatorio. “In un clima di grande serenità, si è presentato avanti al Procuratore della Repubblica nisseno – fa sapere il suo legale Cesare Placanica -. Su mia espressa indicazione si è avvalso, allo stato (come dà atto il verbale), della facoltà di non rispondere poiché, come argomentato nella memoria difensiva depositata, riteniamo ci siano dubbi sia in ordine alla utilizzabilità del materiale probatorio su cui si fonda la provvisoria incolpazione, sia rispetto alla competenza territoriale del tribunale di Caltanissetta”.
“Superati tali passaggi, fondamentali al corretto esercizio della giurisdizione, – aggiunge Placanica – saremo noi a chiedere di essere interrogati perché riteniamo sia agevole chiarire ogni aspetto controverso relativo ad una conversazione intercorsa non con imprenditori o, peggio malavitosi, con il prefetto De Gennaro, già capo della Polizia e investigatore di punta nella lotta alla criminalità organizzata ed un suo storico collaboratore. Non servirebbe neppure aggiungere come appaia lunare e privo di ogni aderenza alla realtà anche solo ipotizzare un accostamento del dottor Prestipino a realtà criminali con cui non risulta, difatti, alcun collegamento”, conclude il legale dell’ex procuratore capo di Roma.
Dopo la notizia dell’avviso di garanzia, il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo ha diffuso una nota stampa per comunicare che “con effetto immediato ha provveduto a revocare le deleghe di coordinamento investigativo attribuite al dottor Prestipino. Melillo assicura che “il suo ufficio e le procure distrettuali che conducono le indagini relative ad ogni tentativo di condizionamento mafioso delle attività d’impresa collegate alla realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina continueranno ad assicurare il loro comune impegno e la loro immutata dedizione per la completezza e la tempestività delle investigazioni e l’effettività del loro coordinamento”.
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