Non siamo pronti per serie tratte da videogiochi


Non siamo pronti. Questo è poco ma sicuro. Che nel secondo episodio della seconda stagione di The Last of Us, di cui potete trovare la recensione qui, ci fosse quella scena lì era praticamente certo. Eppure sul web si legge tutto, il contrario di tutto e non solo da utenti fanatici del videogioco, ma anche da giornalisti veri e propri. "Troppo presto", "troppo tardi", "non ha lo stesso impatto", sono solo alcuni dei commenti che si leggono in giro da parte di persone che probabilmente non ricordano il significato di adattamento.
Esaminiamolo meglio allora.
Non siamo pronti per serie tratte da videogiochi
L'inizio sembra quasi naturale (arriveremo dopo al perché non lo è), la routine sembrerebbe intatta. Jesse va a chiamare Ellie per la pattuglia e non abbiamo il tempo per pensare al perché Dina sia con Joel quando troviamo e sentiamo Tommy fare un discorso che non siamo pronti a sentire. Parla da leader della comunità di Jackson, ripetendo a tutti cosa devono fare in caso di attacco: i comportamenti da tenere, le strade da evitare, dove vanno portate donne e bambini. La costruzione dell'invasione è meticolosa. Sia noi spettatori che gli abitanti di Jackson ci prepariamo a qualcosa che ancora non si è palesato (ma che lo farà poco dopo). Tommy acquisisce un ruolo inedito, di coordinatore al quale non siamo pronti e forse solo a Jackson ne sono consapevoli. Avrebbe funzionato in game? Probabilmente no. Non solo perché Tommy non si trovava lì, ma perché Jackson in quest'occasione fa "squadra". Nel titolo non "facciamo quasi mai squadra". C'è altro: come spiegato in questa intervista, nella serie TV Maria e Tommy hanno un figlio - Benji - da proteggere. La moglie di Tommy, esattamente come Joel dopo la perdita di Sarah, ha un'altra opportunità dopo la scomparsa del suo primo figlio Kevin.Caos a Jackson
Tutti son impegnati a saper cosa sta succedendo, persino Abby, Joel e Dina continuano a guardare verso Jackson. Quell'orda di infetti non sembra nemmeno appartenere a The Last of Us, ma ai franchise di Days Gone o DayZ. Forse l'intento della produzione era quello di creare una tensione costante e l'escamotage ce l'hanno presentato la prima puntata: siamo preoccupati per Tommy, Maria e Benji. Tutta la sequenza rimane una più concitate della serie. Appare nuovamente un Bloater e Tommy per affrontarlo usa il lanciafiamme: quella posa con la neve in mezzo mi ha ricordato l'ultimo Ghostbusters, Minaccia Glaciale. [caption id="attachment_1093865" align="alignnone" width="1200"]
Tante cose non dette
Prima di arrivare alla "scena" facciamo un passo indietro proprio su Abby. Nel videogioco ci sono diversi dialoghi tra lei e Owen, durante una fase esplorativa. Uno tra questi è abbastanza importante perché Owen rivela a Abby che Mel è incinta e lui è il padre: questo dialogo nella serie non avviene. Nel gioco e nella serie Abby chiederà a Mel di metter un laccio emostatico a Joel, ma nella serie Mel si occuperà anche di Dina, per due volte. Durante la famosa scena, Ariela Barer (Mel) inizia a piangere: non erano lacrime previste ma la tensione ha giocato un brutto scherzo durante le riprese come raccontato qui e regista ed editor hanno voluto lasciarle.Non siamo pronti nemmeno a questa Abby
Lo dirò una sola volta: le attrici e gli attori devono interpretare, non fare il cosplay. Non siamo pronti neanche un po' a veder un'attrice così brava ricoprire un ruolo tanto delicato quanto crudo e difficile. Basta sentire con che violenza intima di far tacere Dina, altrimenti "le sparo in testa". Tanto per esser chiari: Abby è senza giacca, (nel videogioco la manteneva) proprio per mandare un messaggio: non è muscolosa, mentre l'altra sì ma non lo mostra. E per rendere ancora più chiaro quanto sia crudele la controparte televisiva, la mazza da golf viene spaccata su Joel (giusto se qualcuno non avesse capito cos'è quel bastone con il quale lo finisce), cosa che non accade nel videogioco.Altre differenze
Ci sono altre due differenze sostanziali: i dialoghi e la gestione delle camere. Quando Joel cerca di capire se Abby e gli altri fossero luci, lei risponde: "Non ci son più luci!". Non sappiamo se lo sta dicendo a Joel o se sta cercando di convincere anche sé stessa. Successivamente Abby spiega a Joel tutte le sue ragioni e come risposta non riceve nulla, anzi dall'altra parte trova una persona che sembra esser in comunione con lei. A questo non siamo pronti: un Joel che accetta così il suo destino è una cosa nuova. Quando Abby inizia la sua vendetta, le camere inquadrano i volti della sua squadra. Sguardi ed espressioni di disapprovazione, ma nessuno vuole - o può - fermare la furia vendicativa della ragazza. [caption id="attachment_1093872" align="alignnone" width="1200"]
Nemmeno il cast era pronto
A porre attenzione alle interviste del cast sul secondo episodio, tutte le paranoie sui post di gente che non riesce proprio a comprendere il significato di adattamento si dissolvono nel nulla quando leggiamo da Enterntaiment Weekly in quali condizioni Kaitlyne Dever ha girato quella scena. Pedro Pascal, è in fase di negazione, e il regista dell'episodio Mark Mylod e la direttrice della fotografia Catherine Goldschmidt scelgono di non mostrare gran parte della violenza optando di mostrare invece i volti della squadra di Abby. Intendiamoci: il ruolo non è affatto facile da interpretare per qualunque attrice, in considerazione del fatto che stiamo parlando di una Ellie molto più adulta della prima stagione. Quella che HBO ci aveva proposto funzionava per via di una caratterizzazione migliore rispetto alla controparte del primo titolo: ad esempio, è efficace nella sua prima scena dove "conta" fino a dieci. Bella Ramsey ha un solo eventuale limite: la mancanza di espressività. Che un'attrice sia costretta a chiudere i profili social per la marea d'insulti, però, è una follia. [caption id="attachment_1093871" align="alignnone" width="1200"]
Tre IP in una sola scena
Perché continuo a dire non siamo pronti? Perché leggo di tutto: critiche, apprezzamenti, teoremi, strali, insomma qualsiasi cosa. Tutto tranne UNA cosa: è una serie TV tratta da un videogioco e nessuno ha notato che ad un certo punto, a schermo i videogiochi erano tre: Uncharted 4, The Last of Us Parte 2 e Intergalactic The Heretic Prophet. Specifico: The Last of Us Parte 2 è rappresentato con la serie HBO, Kaitlyne Dever (Abby) era il volto e la voce di Cassy Drake (figlia di Nathan Drake) e Tati Gabrielle (Nora) è il volto di Jordan A. Mun; protagonista di Intergalactic The Heretic Prophet (prossima IP di Naughty Dog). Decisamente non siamo pronti per veder tutto ciò. [caption id="attachment_1093869" align="alignnone" width="1200"]
Se il videogioco non esistesse
Finito "Through the Valley", mi son chiesto se oltre al puntuale e - purtroppo - prevedibile review bombing, cosa sarebbe potuto accadere se The Last of Us fosse stato un libro. Ci sarebbe questa caccia alle streghe verso la serie TV? Oppure, se The Last of Us esistesse solo come serie TV, ci sarebbe lo stesso "accerchiamento"? Non ho una risposta certa, ma di sicuso non siamo pronti alle serie tratte da videogiochi.L'articolo Non siamo pronti per serie tratte da videogiochi proviene da GameSource.
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