Olio di semi e cancro: cosa rivela la scienza sull’acido linoleico

Aprile 22, 2025 - 06:00
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Olio di semi e cancro: cosa rivela la scienza sull’acido linoleico

Il legame tra alimentazione e cancro sotto una nuova luce

Una crescente mole di prove scientifiche mette in discussione il ruolo di grassi specifici nella dieta quotidiana, soprattutto per quanto riguarda l’insorgenza di tumori aggressivi. Tra questi, è emerso il possibile coinvolgimento dell’acido linoleico, un grasso omega-6 presente in alte concentrazioni negli oli di semi come soia, girasole e mais. Una ricerca condotta dal Weill Cornell Medicine di New York ha identificato un meccanismo molecolare che potrebbe spiegare l’impatto negativo di questo acido grasso su alcune forme di carcinoma mammario.

 

L’acido linoleico e la crescita dei tumori: un possibile meccanismo

I ricercatori hanno dimostrato che l’acido linoleico può attivare direttamente una via molecolare coinvolta nella crescita del tumore al seno triplo negativo, una forma particolarmente aggressiva e resistente alle terapie tradizionali. Il grasso si lega alla proteina FABP5 (fatty acid-binding protein 5), altamente espressa nelle cellule tumorali. Questo legame stimola la via mTORC1, cruciale nella proliferazione e nel metabolismo cellulare, accelerando così lo sviluppo della massa tumorale.

 

Negli esperimenti preclinici condotti su modelli murini, i topi alimentati con una dieta ricca di acido linoleico hanno sviluppato tumori significativamente più grandi. Nei campioni di sangue di pazienti umani, sono stati rilevati livelli elevati sia di FABP5 sia di acido linoleico, confermando una correlazione biologica plausibile anche negli esseri umani.

 

Diete moderne e squilibrio tra omega-6 e omega-3

L’acido linoleico è un acido grasso essenziale, quindi deve essere assunto con l’alimentazione. È fondamentale per il mantenimento della barriera cutanea, la composizione delle membrane cellulari e la regolazione dell’infiammazione. Tuttavia, l’eccessivo consumo di alimenti processati e oli vegetali raffinati nelle diete occidentali ha portato a uno sbilanciamento pericoloso tra omega-6 e omega-3, i quali si trovano in alimenti come pesce azzurro, semi di lino e noci. Questo squilibrio può favorire processi infiammatori cronici, notoriamente legati a patologie oncologiche e malattie degenerative.

 

Studi contrastanti e l’importanza della personalizzazione

Sebbene questo studio abbia individuato un potenziale ruolo diretto dell’acido linoleico nella crescita tumorale, le evidenze epidemiologiche non sono uniformi. Una meta-analisi del 2023 condotta su oltre 350.000 donne non ha riscontrato un aumento del rischio generale di tumore al seno legato all’assunzione di questo acido grasso. In altri casi, l’acido linoleico ha mostrato proprietà protettive.

 

Queste discrepanze rafforzano l’idea che sia necessario analizzare i singoli sottotipi tumorali, come il triplo negativo, e considerare variabili individuali, incluse le specifiche espressioni proteiche all’interno del tumore. I titoli sensazionalistici rischiano di distorcere la percezione del pubblico, ignorando il contesto clinico e la complessità biologica del problema.

 

Il parere delle organizzazioni internazionali

Secondo il World Cancer Research Fund, l’uso moderato di oli vegetali è generalmente considerato sicuro, e l’obesità resta il principale fattore di rischio alimentare per l’insorgenza del cancro, più ancora del tipo di grasso consumato. Le raccomandazioni pongono l’accento su abitudini alimentari equilibrate, ricche di verdure, frutta fresca, cereali integrali e grassi insaturi di qualità, come quelli contenuti nell’olio extravergine d’oliva.

 

Longevità e prevenzione: uno sguardo a lungo termine

Uno studio di Harvard che ha seguito oltre 100.000 persone per trent’anni, ha rilevato che solo il 9,2% ha raggiunto un invecchiamento sano, ovvero senza malattie croniche e con funzioni cognitive intatte oltre i 70 anni. I risultati hanno indicato che una dieta ricca di cibi freschi, poco processati e bilanciati nei grassi può contribuire in modo significativo alla prevenzione di patologie gravi, inclusi alcuni tipi di cancro.

 

Fonti: Nature Communications, Weill Cornell Medicine, Harvard T.H. Chan School of Public Health, World Cancer Research Fund

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia