Oltre la vendetta: l’utopia possibile

Cosa significa nella pratica superare la vendetta e il risentimento? Come si traduce questa speranza nei diversi campi dell’esperienza sociale, dalla giustizia all’educazione, dal diritto internazionale alla quotidianità dei rapporti sociali? Oggi come non mai nella storia, è divenuto urgente un passo consapevole in direzione di una riconciliazione sincera. Occorre un coraggioso atto di trasformazione personale e sociale.

Aprile 27, 2025 - 20:11
Aprile 27, 2025 - 23:30
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Oltre la vendetta: l’utopia possibile
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Nell'ambito del Simposio Internazionale del Centro Mondiale di Studi Umanista dal titolo UTOPIE IN MOVIMENTO si svolgerà il 10 maggio 2025 al Parco di Studi e Riflessione di Attigliano (Terni) una giornata interamente dedicata al tema OLTRE LA VENDETTA con  la partecipazione di Gherardo Colombo, Luciano Eusebi, Stefano Tomelleri, Marcello Bartolato, Annabella Coiro, Loredana Cici e Vito Correddu.

«In che modo l’essere umano vincerà la sua ombra? Forse fuggendola? Forse lottando incoerentemente contro di essa? Se il
motore della storia è la ribellione contro la morte, ribellati, ora, contro la frustrazione e la vendetta.»
(Silo, 1981)


Quando Nietzsche in Così parlò Zarathustra scriveva: «...che l’uomo sia redento dalla vendetta – questo è per me il ponte verso la speranza suprema e un arcobaleno dopo lunghe tempeste…» stava delineando per l’essere umano i fondamenti di un paesaggio utopico.
Nietzsche fu forse il primo a sollevare problematicamente la questione del risentimento nella storia. Un risentimento che si è manifestato con guerre e stermini di massa e che ancora oggi non cessa di pervadere ogni campo dell’esperienza umana.


Il risentimento è un clima di fondo che trova la sua radice, disumanizzante e violenta, nel sistema di valori, credenze e aspirazioni in cui ci è toccato vivere. Il risentimento cerca sempre il colpevole e spesso lo trova in quei gruppi umani che per qualche ragione rappresentano il diverso, l’alterità. Si produce una catarsi insensata in cui la violenza si esprime in tutta la sua forza disintegratrice. In questo panorama la vendetta come risposta all’ingiustizia trova sempre più spazio. È opportuno indagare le radici di questo comportamento per comprendere le possibili vie d’uscita.


In seno a questa crisi del genere umano, in cui persino la richiesta di libertà, pace e giustizia sociale è impregnata di risentimento, si mostra, ancora timidamente ma piena di speranza, l’emergere di una nuova sensibilità alla ricerca di risposte innovative al sistema attuale.


È questa forse un’utopia in movimento? Cosa significa nella pratica superare la vendetta e il
risentimento? Come si traduce questa speranza nei diversi campi dell’esperienza sociale, dalla
giustizia all’educazione, dal diritto internazionale alla quotidianità dei rapporti sociali?


Oggi come non mai nella storia, è divenuto urgente un passo consapevole in direzione di una
riconciliazione sincera. Occorre un coraggioso atto di trasformazione personale e sociale.

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