Pasqua around the world: viaggi tra riti e folklore


In giro per l’Europa (e dintorni) le tradizioni della festività oscillano sempre tra il sacro e il profano e raccontano di culture e folklore antico. Ma l’Italia non è da meno.
Ecco allora una carrellata di riti, mercatini, specialità gastronomiche ed appuntamenti da provare in viaggio nel lungo weekend di Pasqua.
Roma bucolica e immersiva
Durante il weekend pasquale, Roma si trasforma in un palcoscenico di eventi, dalla Fattoria delle Uova, dove trascorrere una giornata in famiglia a contatto con la natura, al Museo Ikono, che offre esperienze immersive e interattive. A suggerire il programma delle feste nella Città Eterna è il l’FH55 Grand Hotel Palatino, che ha creato un pacchetto speciale per il soggiorno pasquale.
La Fattoria delle Uova, appuntamento per chi desidera vivere una giornata di Pasquetta diversa dal solito, si trova a Borgo Pineto, pochi chilometri dal centro della città. I visitatori avranno l’opportunità di immergersi in un angolo di campagna dove si potranno scoprire tradizioni agricole, incontrare gli speciali ospiti del parco, assistere a spettacoli ed animazione, partecipare a laboratori creativi e percorrere gli itinerari all’aperto. Il cuore dell’evento è la divertentissima caccia alle uova, un’attività che coinvolge tutta la famiglia. Adulti e bambini saranno impegnati a scovare tutte le uova colorate nascoste tra gli alberi e i prati della fattoria.
Il Museo Ikono nel cuore della Capitale è pronto ad accogliere il pubblico anche durante i giorni di Pasqua e Pasquetta, in questo sito espositivo lo spettatore sarà sempre il fulcro dell’esperienza: tra il Lantern Sanctuary, uno spazio incantato in cui si incontrano luci ed ombre per offrire sensazioni oniriche, lo Yokocho, un’area che regala le suggestioni del Sol Levante, e il The Lady in The Leaves, un labirinto dove creazione e natura si uniscono.
Per celebrare la Pasqua l’FH55 Grand Hotel Palatino ha ideato un pacchetto che, oltre alle suite con affacci sulla città, propone il pranzo pasquale preparato dallo chef Giuseppe Mulargia presso il ristorante dell’hotel Le Spighe.
La Pasqua in Umbria
Vivere la Settimana Santa in Umbria, terra di antica spiritualità che ha dato i natali a molti Santi, è un’esperienza da provare. Nei borghi con i loro vicoli e le piazze, ma anche nei centri abitati più estesi, ci si raccoglie in preghiera tra le luci soffuse delle candele e le litanie che accompagnano i più solenni momenti. E il venerdì santo – il 18 aprile – quello dedicato alla processione del Cristo Morto.
Succede ad Assisi, luogo da sempre impregnato di misticismo, che per questa occasione vede la partecipazione di tutte le confraternite della città con un corteo che parte dalla Cattedrale di San Rufino solo con la statua della Madonna Addolorata a cui si aggiunge la statua del Cristo morto dopo la tappa nella Basilica di San Francesco.
Manifestazioni simili sono in programma anche nel comprensorio della Valnerina, a Cascia, Monteleone di Spoleto e a Norcia. Particolarmente suggestiva è in quest’ultima con 400 figuranti in una processione che si snoda lungo le mura cittadine ove le scene della Via Crucis sono drammaticamente rappresentate in quadri viventi. Anche a Gualdo Tadino si porta in processione il Cristo morto.
Un rito antichissimo che ricostruisce, attraverso 14 quadri e 200 personaggi, la Passione di Cristo, secondo la tradizione medievale tramandata dalla “Confraternita dei raccomandati”. La processione penitenziale si snoda per le vie del centro storico, accompagnata dal Cantico delle Laudi Sacre (dal Laudario Lirico Gualdese del 1200) e dal canto del Miserere.
Ma è a Gubbio che il Venerdì Santo gode di un fortissimo sentimento e coinvolgimento, quasi quanto quello che qui si vive in occasione della Festa dei Ceri. La processione è organizzata dalla “Venerabile Confraternita di Santa Croce della Foce” e affonda le radici nel XIII secolo. I “sacconi” che suonano le “battistrangole” aprono il corteo; a seguire ecco i confratelli che portano il teschio simboleggiante il Golgota e i simboli della Passione. Poi sfilano i simulacri del Cristo Morto e della Madonna Addolorata, sculture lignee dell’artigianato locale.
Spello, per celebrare la Settimana Santa apre le sue porte all’arte, con la Via Crucis D’Autore dal 18 al 21 aprile. Le quattordici stazioni della Via Crucis diventano una fonte d’ispirazione per artisti nazionali ed internazionali che per l’occasione realizzano dipinti da collocare nei luoghi più significativi del centro storico.
Ma i riti di Pasqua in Umbria non sono solo quelli legati alla religione. Pasqua è anche convivialità, voglia di stare assieme, nelle piazze come in tavola. La domenica è usanza sfidarsi all’ultimo uovo, la tocciata o ciuccittu, una gara davvero singolare dove i giocatori si dispongono in centro con un uovo sodo in mano e a turno si picchia l’uovo dell’avversario. Chi rimane con l’uovo integro va avanti nella gara, mentre chi ha l’uovo rotto viene eliminato. La tradizione vuole che chi vinca la gara porti a casa le uova degli avversari sconfitti, per condividerle con la famiglia nel corso del pranzo pasquale.
Entra in gioco dunque anche il lato enogastronomico dell’Umbria, a cominciare dalla regina indiscussa di questa festività. È la torta di pasqua, chiamata anche pizza di pasqua nel ternano o crescia nell’eugubino. Una torta salata a base di uova, farina e formaggi misti, che nella tradizione veniva preparata dalle donne di famiglia il giovedì santo. Sottoposta ad una lunga lievitazione e poi cotta in forno a legna, non poteva essere consumata prima della mattina di Pasqua.
Pasqua alpina a Innsbruck
Non solo mercatini di Natale in Tirolo. Dall’11 al 21 aprile tornano per la 16ª edizione i Mercatini di Pasqua nella Marktplatz di Innsbruck, cuore pulsante delle celebrazioni primaverili. Circa 30 bancarelle offrono un’esperienza immersiva nella cultura pasquale tirolese: giocattoli in legno, decorazioni per la tavola festiva e prodotti dell’artigianato locale. I visitatori possono deliziarsi con specialità culinarie e assaporare dolci tradizionali come la “torta al camino” di origine ungherese, il “Baumstriezel“. L’atmosfera si arricchisce di spettacoli folkloristici come l’esibizione degli “Aperschnalzer” con le loro caratteristiche fruste e il suono delle campanelle dei “Grasausläuter“, antichi rituali che celebravano l’arrivo della primavera e il suo significato vitale per la popolazione contadina. Ma la capitale tirolese si trasformerà molto prima in un palcoscenico di eventi culturali con il Festival di Pasqua (4-20 aprile), che unisce arte sacra e contemporaneità. I suggestivi Sepolcri Pasquali, capolavori d’arte sacra secolare, apriranno ai visitatori in otto località della regione. E per chi vuole godersi la neve primaverile, gli impianti saranno aperti fino a Pasquetta e, sul Ghiacciaio dello Stubai, fino all’11 maggio.
La regione di Innsbruck custodisce un tesoro di arte sacra nei suoi Sepolcri Pasquali che risalgono al Medioevo. Il sepolcro di Telfs, alto 5,30 metri, è un capolavoro del pittore barocco Christoph Anton Mayr realizzato a metà del XVIII secolo, unico nel suo genere per essere costituito esclusivamente da tavole di pino cembro incollate tra loro. A Patsch, il sepolcro del 1767 creato dal pittore-parroco Johann Joachim Pfaundler conserva quasi tutte le immagini originali dell’epoca. Di particolare suggestione è il sepolcro di Natters, dove l’impianto scenografico del 1947 crea un’atmosfera mistica con sfere di vetro colorate riempite d’acqua.
Sciare sul ghiacciaio
Gli irriducibili dello sci a Pasqua potranno far rotta anche sul comprensorio dell’Alpin Arena Senales dove quest’anno si potrà sciare fino al 21 aprile, Lunedì di Pasquetta, mentre, per chi vorrà farlo anche dopo Pasqua, rimarranno aperti gli impianti del Ghiacciaio fino a domenica 4 maggio. Per il fine settimana di Pasqua, quindi, tutte le piste dell’Alpin Arena Senales, tra 2.011 e 3.212 metri, ovvero 42 km di discese e 11 impianti di risalita, saranno a disposizione di tutti, anche di chi inizia e ha bisogno di tracciati medi o facili per dedicarsi a migliorare la tecnica.
I più bravi, invece, potranno mettersi alla prova sulla spettacolare pista Leo Gurschler, ripida ed emozionante. A Pasqua ci sarà un’atmosfera di festa ed eventi di fine stagione in tutti i rifugi dell’area sciistica, dove si potrà gustare la cucina tradizionale della valle, come ad esempio presso il Bella Vista, a 2.842 metri slm, e soprattutto al Grawand, l’hotel più alto d’Europa, con i suoi 3.212 metri, che offre pernottamenti in mezza pensione e un ristorante self-service con bar, per tutti gli sciatori, e soprattutto una vista a 360° su 126 cime innevate.
Inoltre, sarà la 50esima Pasqua del comprensorio del Ghiacciaio, visto che quest’anno si celebra un’importante ricorrenza: nel 2025, infatti, il comprensorio compie 50 anni, da quando, proprio a metà degli anni Settanta (1975) fu inaugurata la prima corsa in funivia che portava direttamente dai 2.011 metri di Maso Corto ai 3.212 del ghiacciaio.
Gusto e festival in Istria croata
Chi desidera paesaggi più mediterranei può provare l’Istria croata. Dal 18 al 21 aprile, a Parenzo (Poreč), la “Fiera dei prodotti tradizionali istriani” propone una varietà di specialità gastronomiche, musica dal vivo e attività dedicate ai bambini, come la “caccia alle uova”. Imperdibile la degustazione della pinca, il tipico dolce pasquale istriano, soffice e aromatico, tradizionalmente decorato con foglie d’ulivo.
A Cittanova (Novigrad) e Orsera (Vrsar), la festa continua con concerti e animazioni nelle piazze, mentre Fasana (Fažana) invita a una tradizionale colazione pasquale con la pinca, servita direttamente nel porto. Anche Pola (Pula) celebra la Pasqua con degustazioni di vini locali ai Giardini cittadini. Il Lunedì di Pasquetta regala invece eventi diversi e divertenti: la Rassegna dei Vini a Gallignana (Gračišće), dove per un giorno le strade si trasformano in una osteria a cielo aperto; la rilassante corsa gastronomica Špaleta Run a Dignano (Vodnjan); e ancora la camminata guidata con degustazioni a Marzana (Marčana).
In Armenia tra spiritualità, sapori e tradizioni millenarie
In Armenia la Pasqua è ancora oggi fede vissuta, convivialità e memoria collettiva, un’esperienza che unisce il sacro e il quotidiano, tra canti liturgici, simboli di rinascita e sapori profondamente legati alla terra. Conosciuta come Zatik, la Pasqua è una delle festività più sentite della Chiesa Apostolica Armena. Quest’anno, come in Italia, si celebra domenica 20 aprile.
A 20 km dalla capitale Yerevan si trova Echmiadzin, la sede spirituale della Chiesa Apostolica Armena, oggi Patrimonio Unesco. Qui, nella cattedrale fondata nel IV secolo dal patrono dell’Armenia, San Gregorio l’Illuminatore, e riaperta al pubblico nel settembre 2024 dopo un lungo restauro, si svolge la celebrazione pasquale più solenne e partecipata. La liturgia, accompagnata da canti armeni, si svolge in un’atmosfera suggestiva, tra affreschi antichi illuminati dalle candele e il movimento armonico del clero in paramenti ricamati e copricapi a cono neri. Al termine della messa, i fedeli si scambiano l’antico saluto pasquale: “Kristos haryav i merelots” – Cristo è risorto dai morti
“Orhnyale e haroutiunen Kristosi” – Benedetta è la rivelazione di Cristo.
La celebrazione prosegue a tavola. Le famiglie si riuniscono per gustare piatti simbolici: pesce, uova sode, riso pilaf con frutta secca e l’Atsik, pietanza a base di grano che richiama il mistero della resurrezione: il chicco che muore per rinascere. Le uova colorate, spesso tinte con bucce di cipolla rossa, sono protagoniste del gioco pasquale più amato: la battaglia delle uova, in cui vince chi riesce a rompere l’uovo dell’avversario senza danneggiare il proprio.
I mercatini di Pasqua in Repubblica Ceca
In Repubblica Ceca la Pasqua si chiama Velikonoce e, per tradizione, al tempo stesso rende omaggio alla passione e resurrezione di Cristo e dà un gioioso benvenuto alla primavera. Oggetti-simbolo della Pasqua ceca sono le uova colorate e decorate a mano e la tipica frusta intrecciata con ramoscelli di salice e nastri variopinti, chiamata pomlazka.
Fanno parte dell’identità culturale ceca anche i tradizionali mercatini di Pasqua. Meno noti di quelli di Natale, sono comunque coloratissimi, ridondanti di oggetti e prelibatezze tipiche, nonché presidiati da alberi addobbati di uova variopinte e sono allegra cornice di spettacoli, danze e iniziative a tema. Animano e colorano le piazze delle grandi città, ma anche quelle di centri minori ovunque in Boemia, Moravia e Slesia e le corti di antichi castelli.
Il più famoso è certamente quello di Praga, con anche un ricco programma di danze e musiche popolari, nonché dimostrazioni dal vivo di artigianato e laboratori per bambini (piazza della Città Vecchia, dal 5 al 27 aprile). Souvenir e prodotti tipici come uova colorate, sonagli in legno, merletti, pomlazka, giochi di un tempo, marionette e agnellini dolci. Da non perdere nemmeno quelli di Pilsen (in piazza náměstí Republiky, dal 9 al 20 aprile), Cesky Krumlov (in piazza náměstí Svornosti, dal 17 al 21 aprile), Olomouc (in piazza Horní náměstí, dal 14 al 21 aprile). Ceske Budejovice festeggia la Pasqua sia con i mercatini di primavera (dal 10 al 12 aprile) che con l’evento Pasqua della Vecchia Boemia (il 13 aprile).
A Brno l’appuntamento è invece con il Festival della musica spirituale (in piazza náměstí Svobody, dall’11 al 20 aprile), rassegna di cori, canti sacri e orchestre sinfoniche in edifici di culto della città. Dopo i sacrifici della Quaresima, nei mercatini pasquali non mancano nemmeno le tentazioni per la gola. Tra le leccornie che non si possono gustare in nessun altro periodo dell’anno, il beranek (un agnello ricoperto di zucchero o di glassa al cioccolato), la jidase (treccia dolce che simboleggia la corda con cui si impiccò Giuda), il mazanec (piccola pagnotta di pasta lievitata), il pernik (pan di zenzero) e il bozi milosti (che si traduce letteralmente “Grazia di Dio” ed è un dolce fritto e zuccherato).
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