Perché la sostenibilità è – e resterà – motore di innovazione

Il dibattito sulla sostenibilità nel settore industriale ha superato da tempo la visione dicotomica che contrapponeva obbligo normativo e scelta etica e si è progressivamente affermata come un potente catalizzatore per l’innovazione e la competitività delle imprese. Oggi, poi, la transizione green è legata a doppio filo a quella digitale, al punto che si parla di un’unica grande transizione gemella. Comprendere come questi due megatrend si intreccino è fondamentale per le imprese che puntano a un futuro migliore per se stesse e per il pianeta.
Ne abbiamo discusso con due esperti del settore, entrambi membri del comitato tecnico scientifico della fiera SPS Italia: Federico Milan, Digital Innovation Manager di Breton, e Massimo Lenti, Vice President Engineering Technical Department & Innovation – Stevanato Group.
La transizione gemella: digitale e sostenibilità come binomio inscindibile
Non si può più parlare di trasformazione digitale e di transizione ecologica come percorsi separati. Il concetto emergente è quello della “twin transition”, la transizione gemella, che riconosce il legame indissolubile tra questi due ambiti.
Come sottolinea Federico Milan, l’industria sta affrontando un salto epocale che richiede un approccio integrato: “Pensare al digitale e al concetto sostenibile non è più un’opzione, ma una necessità,” dice. “Queste due dimensioni devono coesistere e alimentarsi a vicenda. Non basta essere tecnologicamente avanzati se non si è anche orientati alla sostenibilità, e viceversa. Servono entrambi gli elementi per dar vita a un progresso reale e duraturo.”
Questo approccio integrato risponde a una complessità che non può essere affrontata con una visione a compartimenti stagni. “Troppo spesso – prosegue Milan – tendiamo a risolvere i problemi in modo isolato, dimenticando le loro interconnessioni. La sfida della sostenibilità, intrecciata al digitale, ci impone un cambio di paradigma fondamentale”.
Non si tratta più soltanto di incrementare la produzione, ma di ripensare radicalmente il modo in cui si produce. “L’obiettivo diventa produrre meglio, consumando meno risorse, utilizzando l’intelligenza dei dati per ottimizzare i processi e adottando una visione d’impresa genuinamente responsabile”, spiega Milan.
La tecnologia digitale, intesa come soluzione per la raccolta, l’analisi e l’uso strategico dei dati, diventa così l’abilitatore in grado di dare concretezza e misurabilità alla sostenibilità: un tema che non riguarda solo l’ambiente, ma anche la capacità stessa dell’azienda di perdurare e prosperare nel tempo.
Oltre il costo: la sostenibilità come strategia competitiva
La percezione della sostenibilità come un mero costo aggiuntivo, spesso legato agli adempimenti normativi, è una visione limitante e superata. Sebbene la necessità di effettuare investimenti sia spesso impegnativa, i benefici a medio e lungo termine dimostrano come un approccio sostenibile sia, in realtà, una strategia aziendale intelligente e profittevole. Come osserva Milan “La sostenibilità non è soltanto una questione etica, ma una leva strategica fondamentale. Oggi significa innanzitutto ridurre gli sprechi per abbattere i costi e mitigare i rischi operativi e reputazionali.”
Implementare pratiche sostenibili si traduce quindi direttamente in una maggiore efficienza dei processi produttivi. “Migliorare l’efficienza operativa – aggiunge Milan – non solo riduce l’impatto ambientale, ma genera anche risparmi significativi”.
Un impegno concreto verso la sostenibilità rafforza poi la fiducia dei clienti e degli stakeholder, inclusi gli investitori, sempre più attenti all’impatto ambientale e sociale delle aziende in cui investono. “Dimostrarsi sostenibili significa anche essere più resilienti di fronte alle incertezze del mercato e alle crisi globali”, sottolinea Milan. “Il mercato valuta positivamente l’impegno di un’azienda verso pratiche responsabili. Essere sostenibili, quindi, non è un lusso accessorio, ma un vero e proprio vantaggio competitivo che rafforza il posizionamento e la reputazione aziendale”.
L’innovazione alimentata dalla sostenibilità
Se il digitale abilita la sostenibilità, è altrettanto vero che la spinta verso pratiche più sostenibili funge da potente motore per l’innovazione, specialmente quella digitale. Massimo Lenti evidenzia come la sostenibilità costringa le aziende a un ripensamento critico dei propri modelli operativi. “L’innovazione nasce da un pensiero critico, da una messa in discussione dello status quo”, spiega Lenti. “La sostenibilità amplifica questa necessità, introducendo concetti come l’economia circolare, l’efficienza energetica spinta, la riduzione del consumo di materie prime e la gestione responsabile dei rifiuti.”
Questa riconsiderazione obbligata dei processi stimola la ricerca di soluzioni nuove e più intelligenti. “La sostenibilità ha innescato un ripensamento profondo in molteplici ambiti aziendali e lungo intere filiere,” continua Lenti. “Ha spinto le imprese a cercare modi innovativi per ottimizzare, ridurre gli impatti e creare valore in modo diverso.”
È qui che la digitalizzazione gioca un ruolo cruciale. “Le tecnologie digitali permettono di tradurre questi nuovi paradigmi e obiettivi in architetture operative concrete, in processi più efficienti e in nuovi modelli di business,” afferma Lenti. L’esempio del settore energetico, con lo sviluppo delle smart grid e l’integrazione delle rinnovabili nei processi industriali, dimostra plasticamente come la sostenibilità sia stata un driver formidabile per l’innovazione tecnologica. “Oggi, grazie a strumenti come l’intelligenza artificiale e il machine learning, possiamo ottimizzare processi, ridurre drasticamente gli sprechi ed essere più proattivi nella gestione delle risorse e degli impianti”, chiosa Lenti.
Tecnologie digitali al servizio degli obiettivi sostenibili
L’arsenale tecnologico a disposizione delle imprese per perseguire obiettivi di sostenibilità è vasto e in continua evoluzione. Milan e Lenti offrono alcuni esempi concreti di come il digitale supporti la transizione green. “Pensiamo all’Internet of Things (IoT) e ai sensori intelligenti: questi strumenti permettono di monitorare in tempo reale parametri cruciali come i consumi energetici o le emissioni, consentendo interventi rapidi per eliminare sprechi e inefficienze”, dice Milan.
Un altro ambito fondamentale è quello dell’automazione intelligente e dell’intelligenza artificiale (AI). “Integrando l’AI, ad esempio nei sistemi di manutenzione predittiva, possiamo ridurre i fermi macchina imprevisti, ottimizzando l’efficienza energetica dell’intero ciclo produttivo e prolungando significativamente la vita utile degli impianti,” spiega Lenti. Tecnologie più avanzate come la blockchain trovano applicazione nella tracciabilità delle filiere, garantendo la trasparenza sull’origine dei materiali e sulla veridicità delle certificazioni di sostenibilità. Non possiamo dimenticare i Digital Twin, i gemelli digitali. Questi modelli virtuali consentono di simulare e ottimizzare interi processi produttivi o il funzionamento di macchinari complessi ancor prima della loro realizzazione fisica, massimizzando l’efficienza e minimizzando l’uso di risorse fin dalla fase di progettazione.
La sostenibilità oltre le contingenze politiche
Recentemente, si è discusso di un possibile allentamento della pressione normativa europea su alcuni adempimenti legati alla sostenibilità. Questo ha sollevato interrogativi sul rischio che le imprese possano percepire un minore senso di urgenza su questo fronte.
Lenti, tuttavia, invita a una lettura più sfumata. “È vero che siamo spesso più reattivi alle emergenze immediate che alle strategie di lungo periodo – ammette Lenti – e che le recenti turbolenze geopolitiche ed economiche potrebbero distogliere l’attenzione”.
Lenti è però convinto che la direzione intrapresa sia ormai irreversibile per molte realtà industriali. “Paradossalmente proprio le sfide globali attuali, dalla sicurezza energetica alle tensioni sulle catene di approvvigionamento, stanno spingendo ulteriormente le aziende a perseverare nel percorso della sostenibilità, semplicemente perché conviene. Molte imprese hanno compreso che la sostenibilità non è solo una risposta a direttive esterne, ma un motore intrinseco di innovazione e resilienza”.
Sebbene le politiche e i fondi europei rimangano un supporto importante, tante aziende hanno ormai interiorizzato il valore strategico della sostenibilità. “Hanno visto i benefici tangibili in termini di efficienza, riduzione dei costi, accesso a nuovi mercati e miglioramento della reputazione. Per queste realtà – conclude Lenti – la sostenibilità è diventata parte integrante del modo di fare impresa e di innovare, e non credo che saranno significativamente influenzate da fluttuazioni normative contingenti”.
La spinta verso un’industria più sostenibile, abilitata dal digitale, sembra quindi destinata a continuare, guidata tanto dalla consapevolezza quanto dalla convenienza strategica.
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