Regime forfettario sotto assedio: controlli a domicilio su professionisti e autonomi

Aprile 29, 2025 - 13:30
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Regime forfettario sotto assedio: controlli a domicilio su professionisti e autonomi

lentepubblica.it

Negli ultimi giorni si sta intensificando l’attività ispettiva dell’Agenzia delle Entrate nei confronti di liberi professionisti e lavoratori autonomi che operano con regime forfettario.


In molti casi, le verifiche fiscali avvengono direttamente presso il domicilio, che spesso coincide con il luogo in cui viene esercitata l’attività.

Queste operazioni di accertamento rientrano nelle ordinarie azioni di controllo previste dall’Amministrazione finanziaria e sono finalizzate a verificare due aspetti principali: da un lato, l’effettiva conservazione dei documenti contabili richiesti dalla normativa; dall’altro, la regolarità dei requisiti previsti per accedere e rimanere nel regime agevolato.

Regime forfettario, i controlli a domicilio nei confronti di professionisti e autonomi

Durante gli accessi, i funzionari dell’Agenzia pongono domande al titolare dell’attività, sottopongono questionari e – se presenti – interagiscono anche con collaboratori e dipendenti. Non è raro che venga richiesta copia della documentazione relativa a più annualità.

Inoltre, i controlli fiscali sul regime forfettario includono anche una valutazione della struttura operativa del contribuente, con particolare attenzione al motivo per cui il Quadro RS della dichiarazione risulti privo di dati nei periodi oggetto di ispezione.

Il Quadro RS non influisce direttamente sul calcolo delle tasse da pagare – come invece accade, ad esempio, con il Quadro LM – ma ha una funzione essenzialmente informativa. Serve a fornire all’Agenzia delle Entrate un’istantanea completa e dettagliata della tua attività, anche se operi in un regime fiscale semplificato.

Tra i dati che possono essere richiesti ci sono:

  • informazioni sugli acquisti e sulle spese sostenute;
  • indicazioni sulla presenza di collaboratori;
  • dettagli su beni strumentali o investimenti;
  • altri elementi che descrivono l’organizzazione e la dimensione dell’attività.

Questi dati, pur non incidendo sull’imposta sostitutiva da versare, aiutano l’amministrazione finanziaria a valutare se i requisiti del regime forfettario siano effettivamente rispettati. Ed è proprio qui che si accendono i riflettori in caso di controlli.

Chi deve compilare il Quadro RS?

La risposta è semplice: tutti i titolari di partita IVA in regime forfettario, indipendentemente dal fatto che svolgano un’attività d’impresa o lavorino come liberi professionisti.

Il quadro è suddiviso in diverse sezioni:

  • una parte generale, valida per tutti i contribuenti forfettari;
  • una sezione dedicata alle imprese individuali;
  • una parte specifica per i lavoratori autonomi.

Ogni rigo richiede informazioni specifiche, pensate per fotografare in modo chiaro e oggettivo la tua realtà professionale. Dati che, se omessi o compilati in modo errato, possono destare sospetti e attivare controlli mirati da parte del Fisco.

È bene ricordare che chi aderisce al regime forfettario gode di una gestione semplificata: niente IVA, nessun obbligo di tenuta della contabilità ordinaria e imposizione sostitutiva in luogo delle tradizionali imposte sul reddito. Tuttavia, nonostante la semplicità, è comunque necessario rispettare alcuni obblighi informativi minimi.

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Redazione Redazione Eventi e News