Risorse fondamentali per tech, energia e difesa mettono in competizione le potenze

Aprile 20, 2025 - 14:30
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Risorse fondamentali per tech, energia e difesa mettono in competizione le potenze

di Annalisa Giovannini –

Goldman Sachs stima che il 65% dei componenti delle batterie e il 57% dei veicoli elettrici mondiali siano legati alla Cina. In Africa la situazione è complessa, perché il Congo ha una lunga storia di collaborazione con la Cina che ha fornito supporto finanziario e investito oltre 12,8 miliardi di dollari destinato allo sviluppo di infrastrutture volte a migliorare le attività estrattive di minerali come il cobalto. Cobalto, nichel, litio e rame sono al centro di tensioni globali e crescenti imposizioni per il controllo delle economie detentrici. Con le sue 120mila tonnellate prodotte (+22mila tonnellate rispetto al 2020) il paese si conferma la vera miniera di cobalto del mondo (70% della produzione globale), anche grazie alle sue due grandi miniere di Katanga e di Mutanda, gestite dalla multinazionale svizzera Glencore. Il cobalto è un elemento chimico di fondamentale importanza per molte applicazioni industriali, in particolare nel settore tecnologico. La sua crescente domanda è legata principalmente alla produzione di batterie agli ioni di litio, che alimentano una vasta gamma di dispositivi, dai telefoni cellulari ai veicoli elettrici. Il più grande consumatore di cobalto al mondo è la Cina. Da sola infatti rappresenta oltre il 40% del consumo globale di questo minerale, seguono gli Stati Uniti, l’Unione europea e il Giappone.
La richiesta di litio aumenterà di nove volte entro il 2040, gli Stati Uniti hanno inoltre varato una legge ad hoc per regolamentare la richiesta e le attività commerciali con materie prime dei minerali da conflitto. Il 1 gennaio 2021 è entrata in vigore in tutta l’UE una nuova legge: il regolamento sui minerali provenienti da zone di conflitto.
La regolamentazione ha come obiettivo quella di garantire che gli importatori UE di stagno, tungsteno, tantalio e oro rispettino gli standard internazionali di approvvigionamento responsabile, stabiliti dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE); garantire che le fonderie e le raffinerie di metalli rari a livello globale e dell’UE si approvvigionino in modo responsabile; contribuire a spezzare il legame tra conflitto e sfruttamento illegale dei minerali, e porre fine allo sfruttamento e agli abusi nei confronti delle comunità locali, compresi i minatori, e sostenere lo sviluppo locale. La produzione di oro, stagno; tungsteno e tantalio sono quindi al centro di contese geopolitiche e asset strategici per l’approvvigionamento delle materia prime utili a una transizione energetica e a uno sviluppo tech di cui USA detiene il primato.

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Redazione Redazione Eventi e News