Setta contro 'straordinario' dell'imitazione: "Termine che non uso"

Aprile 23, 2025 - 10:30
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Setta contro 'straordinario' dell'imitazione: "Termine che non uso"

La Monica Setta di Giulia Vecchio ha basato la caricatura della conduttrice sull’amore spasmodico per le donne, sul disprezzo verso il genere maschile e – ovviamente – sui suoi piedi che in Storie Di Donne Al Bivio vengono più volte inquadrati dalla regia. Un’altra parola usata spesso dall’imitatrice è l’aggettivo “straordinaio” che dice sempre allargando le braccia. Proprio su questa parola la vera conduttrice ha voluto fare delle precisazioni.

Dopo aver annunciato che avrebbe bloccato chiunque partisse con le offese (“Avviso ai naviganti, ogni commento offensivo comporta il blocco, non è giusto che io per apparire sportiva mi sorbisca le vostre offese. Chiaro? Chi mi offende? A partire dall’imitazione della Gialappa una valanga di commenti offensivi, non faccio che bannare da oggi“); Monica Setta ha polemizzato sull’uso del termine straordinario.

Se tu fossi onesto sapresti che non è un termine che uso, ma continuate a divertirvi così se vi fa piacere“, ha detto in risposta a un utente che sottolineava come – da dopo l’imitazione – Monica Setta non usasse più quell’aggettivo. “Se vai su RaiPlay – tanto per fare una cosa seria – riguarda le 135 puntate e vedrai che non è un termine che mi appartiene. Ma capisco che la satira ha diritto anche a rovesciare la realtà!“. E ancora: “Ma a te precisamente cosa interessa? Che io mi strappi i capelli per questa imitazione? Se vi sto tanto sulle p4lle cambiate canale perché facendo cosi dimostrate due cose: o siete in cattiva fede o siete ossessionati da me. In entrambi i casi non vi invidio“.


Monica Setta ad ANSA: “Ecco cosa penso della mia imitazione”

“Cosa penso della mia imitazione? Ormai lo sport nazionale è fare la mia imitazione e mi fa anche piacere perché è un omaggio al successo di Storie Di Donne Al Bivio” – le sue parole – “Non ho mai pensato di bloccare la Gialappa’s, anche se le centinaia di messaggi che mi arrivano parlano di body shaming. La satira fa il suo mestiere, dà fastidio e mi sta bene. I miei legali, però, hanno scritto a TV8 per evitare la deriva social e tutelare il marchio Rai di Storie di donne al bivio. Non mi sono offesa, ho 60 anni e se avessi voluto mi sarei potuta rifare come tante colleghe, ma sono contraria alla chirurgia plastica e alle rappresentazioni difformi dalla realtà oggettiva”.

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Redazione Redazione Eventi e News