Staminali cordonali, serve la certificazione

Aprile 28, 2025 - 18:30
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Staminali cordonali, serve la certificazione

«La certificazione Fact-Netcord è l’unica vera garanzia per le staminali cordonali». A dirlo con fermezza, alla luce di alcuni articoli di giornale che hanno raccontato del fallimento di due biobanche private Svizzere, è Luana Piroli, direttrice generale e della raccolta di In Scientia Fides, biobanca privata per la conservazione delle cellule staminali cordonali. «Si smetta di seminare panico».

Non sottovalutare la serietà della conservazione

«L’inaccettabile fallimento di due biobanche private prive di questo marchio di qualità essenziale – continua Piroli – deve servire da monito affinché non si sottovaluti la serietà della conservazione di materiale biologico prezioso. Questo però non può diventare il pretesto per la demonizzazione di un percorso virtuoso e scelto da migliaia di famiglie. Noi siamo a disposizione con uno sportello per aiutare le famiglie vittime di questo grave episodio, perché possano avere informazioni circa il possibile recupero dei loro campioni e le possibilità future».

Il delicato momento della nascita

Luana Piroli, direttrice generale e della raccolta di In Scientia Fides

«La decisione di conservare le cellule staminali cordonali è un atto di responsabilità che merita la massima serietà – ha precisato la direttrice di In Scientia Fides – la conservazione di questo patrimonio alla nascita può rivelarsi decisiva per la tutela della salute dell’intera famiglia, lo dimostrano i dati e il numero di utilizzi visto che circa il 48% delle unità di sangue cordonale rilasciate dalle biobanche è stato destinato a trattamenti rigenerativi ma anche gli studi clinici».

L’Italia il paese più attivo

«A tal proposito l’Italia è tra i paesi europei più attivi nella ricerca sulle terapie con cellule staminali, con 270 studi clinici registrati entro giugno 2024, posizionandosi dietro Germania (324) e Francia (296).  Smettiamola di non dare informazioni in questo senso e sprecare questo bene biologico prezioso, buttarlo non è più tollerabile -ricorda Piroli- ma affidare questo prezioso tesoro biologico a chi non possiede la certificazione Fact-netcord è una scelta rischiosa». Questo non è un semplice consiglio, è un elemento fondamentale da considerare. Solo questo ente internazionale certifica con rigore scientifico ed economico la solidità di una biobanca, sia pubblica che privata.

Solo 4 in Italia possiedono la certificazione

I dati sono chiari e devono far riflettere: su 18 biobanche pubbliche in Italia, solo una minoranza (appena 4) possiede questa certificazione indispensabile. «Questa realtà evidenzia una potenziale fragilità nel sistema – ha continuato Piroli – ed è un segnale di allerta per qualsiasi biobanca, senza distinzioni e denota soprattutto una mancanza di regolamentazione del settore»

Tutelare il futuro della famiglia

Scegliere una biobanca certificata Fact-netcord significa tutelare il futuro della propria famiglia, avendo la certezza che il campione sarà accettato in tutti i centri di trapianto del mondo, ampliando le possibilità terapeutiche.

Un bene inestimabile

«Il nostro impegno è sempre stato e sempre sarà la trasparenza: la certificazione il riferimento che guida le famiglie verso una scelta sicura e informata -ribadisce con convinzione Luana Piroli- Il patrimonio biologico di vostro figlio è un bene inestimabile: non consegnatelo nelle mani di chi non offre garanzie certificate e riconosciute a livello globale»

Sinergia necessaria tra pubblico e privato

Le esperienze internazionali dimostrano che la sinergia tra pubblico e privato, basata su standard di certificazione comuni e rigorosi, crea banche dati solide e al servizio di tutti. In Italia, pur esistendo un decreto che riconosce l’uso autologo famigliare per numerose patologie e per le quali è possibile usufruire della conservazione presso le biobanche pubbliche (con un limite di conservazione di soli 10 anni quando invece la ricerca scientifica ne attesta la validità per un periodo superiore ai 23 anni) il modello ibrido non è stato attuato per mancanza di regolamentazione. Una collaborazione seria e certificata tra pubblico e privato supererebbe questi limiti, offrendo maggiori opportunità alle famiglie.

Affidarsi a realtà solide, sicure e certificate

«È necessario informare le famiglie sui rischi connessi all’affidarsi ad agenzie commerciali non trasparenti e a biobanche prive di certificazioni valide – ha concluso Piroli – allo stesso tempo, è fondamentale sottolineare l’esistenza di realtà serie e accreditate, come la nostra, che offrono servizi di conservazione sicuri, affidabili e garantiti dalla certificazione Fact-netcord».

L'articolo Staminali cordonali, serve la certificazione proviene da Quotidiano della salute.

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