Un colpo da 1,25 miliardi di euro riporta Versace in Italia. Prada acquisisce la Maison mentre il Made in Italy sogna un futuro che ha inizio da qui

Affare fatto: Prada ha acquistato Versace. Un colpo di scena da 1,25 miliardi di euro che riporta uno dei marchi più iconici del glamour internazionale sotto un’egida tutta italiana.

Inizia così un nuovo capitolo non solo per la Maison guidata da Donatella Versace, ma per l’intero Made in Italy. Che sia questo il primo segnale di un ritorno a casa per molte etichette finite negli anni sotto il controllo di grandi gruppi internazionali?
Versace entra nel Gruppo Prada
Dopo mesi di speculazioni, e in un giovedì atteso da settimane per la possibile conclusione dei colloqui esclusivi, Prada ha confermato l’acquisizione del 100% di Versace da Capri Holdings. L’accordo, valutato 1,25 miliardi di euro, è soggetto ad aggiustamenti alla chiusura e si concluderà entro la seconda metà del 2025. È una mossa che scuote gli equilibri del lusso globale e riporta in Italia un nome simbolo della moda internazionale. Da oggi al fianco di Prada e Miu Miu, due tra i brand più sani e in salute dell’intero mercato.

Muccia Prada e Donatella Versace nel 2008. (Photo by Michel Dufour/WireImage – Getty Images)
Una visione italiana, finalmente unita
Prada e Versace: due mondi, due estetiche, due scuole di pensiero. Da un lato l’intellettualismo moderno e raffinato di Miuccia; dall’altro l’audacia pop, barocca e sensuale di Donatella. Non una fusione, ma un’alleanza strategica, fondata su valori comuni come l’artigianalità, la creatività e la tradizione. “Siamo lieti di dare il benvenuto a Versace nel Gruppo Prada – ha dichiarato Patrizio Bertelli – e di costruire un nuovo capitolo per un marchio con cui condividiamo un forte impegno per la creatività, l’artigianalità e la tradizione. Puntiamo a perpetuare l’eredità di Versace celebrando e reinterpretando la sua estetica audace e senza tempo”.
Tra passato e presente: l’inizio di una nuova era per Versace
Per comprendere la portata dell’acquisizione firmata Prada, è utile guardare indietro. Dopo la scomparsa di Gianni Versace nel 1997, la direzione creativa è passata a Donatella, mentre la gestione è rimasta in mano alla famiglia. Ma è nel 2018 che avviene la svolta: l’intera azienda viene ceduta a Michael Kors Holdings per 2,1 miliardi di dollari, segnando l’ingresso di Versace nel gruppo Capri Holdings. Oltre che la sua trasformazione da realtà familiare a brand globale.

Donatella Versace e Gianni Versace nella loro casa di Milano. (Photo by © Stephanie Maze/CORBIS/Corbis via Getty Images)
Negli ultimi mesi, però, si è respirata aria di cambiamento. A partire dalla nomina come ambasciatrice del marchio di Donatella Versace, succeduta da Dario Vitale, giovane talento proveniente da Miu Miu, nel ruolo di direttore creativo. I segnali di rinnovamento erano chiari e l’arrivo di Prada oggi sigilla questa transizione, promettendo una nuova fase di sviluppo per il marchio.
Il Made in Italy che fu, e che sarà
Il ritorno di Versace in mani italiane non è solo una questione di quote e bilanci. È un segnale forte per tutto il sistema moda: il lusso italiano può ancora ambire alla leadership globale non solo per creatività e heritage, ma anche per visione imprenditoriale. E se questo è solo l’inizio, è lecito sperare in un futuro in cui le grandi maison tornano a casa e iniziano a fare squadra, riscoprendo la forza di un’identità condivisa. In onore di quella celebre fotografia scattata davanti al Duomo con tutti i designer milanesi fianco a fianco, viene da sognare una nuova immagine simbolo: diversa nei volti, uguale nello spirito. Perché mentre il sistema arranca, il Made in Italy, se unisce le forze, può cambiare le regole del gioco.
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