Violenze in caserma, condannati 22 carabinieri per i pestaggi ad Aulla: pene complessive per 70 anni di carcere

Ci sono voluti sei anni, ma il tribunale di Massa lunedì ha emesso la sentenza di primo grado nei confronti dei 25 carabinieri alla sbarra per l’indagine sulle violenze compiute all’interno della caserma di Aulla, in provincia di Massa Carrara.
Sentenza che è durissima: si sfiorano infatti i 70 anni totali di reclusione nei confronti dei 22 carabinieri su 25 che lunedì mattina sono stati giudicati, a vario titolo, per lesioni, violenza sessuale, abuso d’ufficio, falso in atto pubblico, porto abusivo d’armi e rifiuto di denuncia.
L’indagine nei confronti dei militari dell’Arma era nata nel 2017 ma il fattore scatenante è in realtà un esposto presentato nel 2011 da un cittadino extracomunitario: accusa un carabiniere, del quale non conosceva le generalità, di averlo picchiato all’interno della caserma.
Come ricostruisce La Nazione, a quell’esposto segue due anni dopo un’integrazione: il denunciante marocchino era infatti venuto a conoscenza delle generalità del militare. Quell’azione spinge la procura di Massa a disporre intercettazioni telefoniche e ambientali e fa esplodere la vicenda nel 2017.
Sei anni fa infatti arrivano le perquisizioni nelle caserme della Lunigiana, in particolare Aulla, e nelle abitazioni degli imputati. Altre persone straniere avevano denunciato di aver subito violenze e umiliazioni dopo essere andate in caserma solo per ottenere il rinnovo dei documenti. Nel mirino inizialmente ci sono 31 carabinieri, poi scesi a 25: la sentenza di lunedì vede 22 condanne con pene che vanno dai da 9 anni e 8 mesi agli 8 mesi.
Le intercettazioni telefoniche in particolare avrebbero confermato l’esistenza delle violenze denunciate. In una di queste intercettazioni, uno dei carabinieri raccomandava a un collega di non parlare a nessuno di quello che accadeva in caserma: “Da questa caserma non deve uscire niente, dobbiamo essere come la mafia”, erano state le sue parole intercettate.
Ad avere avuto il responso più duro è il maresciallo Alessandro Fiorentino: per lui erano stati chiesti 16 anni dai pm Alessia Iacopini e Marco Mansi. La condanna è di 9 anni e 8 mesi di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Interdizione perpetua anche per Amos Benedetti, condannato a 7 anni e Andrea Tellini a 5 anni e un mese. Gli altri: Matteo Sais (3 anni e 9 mesi), Marco Manetta (3 anni e 3 mesi), Emiliano Crielesi (4 anni), Gianluca Varone (5 anni e un mese), Daniele Bacchieri (3 anni e 5 mesi) e Simone Del Polito (3 anni e 6 mesi), Luigi Stasio (condannato a 3 anni e 10 mesi), Iain Charles Edward Nobile (5 anni e 3 mesi), Flavio Tursi (3 anni e 6 mesi), Luca Granata (4 anni e 3 mesi). Per loro l’interdizione prevista è di cinque anni.
La difesa degli imputati ha preannunciato ricorso in Appello.
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