1972 Desa nomina la nuova direttrice creativa Ivana Omazic
Ivana Omazic è la nuova direttrice creativa del marchio ready to wear 1972 Desa di proprietà del Gruppo Desa, fondato a Istanbul nel 1972 dalla famiglia Çelet e quotato alla Borsa della città turca dal 2004. Di origini croate, la stilista ha studiato a Milano e ha iniziato il suo percorso professionale da Romeo Gigli […]
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Ivana Omazic è la nuova direttrice creativa del marchio ready to wear 1972 Desa di proprietà del Gruppo Desa, fondato a Istanbul nel 1972 dalla famiglia Çelet e quotato alla Borsa della città turca dal 2004. Di origini croate, la stilista ha studiato a Milano e ha iniziato il suo percorso professionale da Romeo Gigli proseguendo in geguito in rinomate maison quali Miu Miu, Jil Sander, Celine e Maison Martin Margiela, ricoprendo ruoli di crescente responsabilità. Lo stile della collezione mixa la pelletteria di estrema qualità a silhouette lineari, colori naturali e cura nei dettagli. Un mix di minimalismo urbano che risponde alla massima “less is more” senza però privarsi di twist stilistici inaspettati.
“Sono molto felice di lavorare sul progetto 1972 Desa. È affascinante e al tempo stesso sfidante lavorare con i pellami, poterne cogliere gli aspetti distintivi, avvertire il bisogno di cura, passione e attenzione che questi materiali trasmettono. Infine trasformare tutto questo in un capo da indossare, che abbia una propria personalità sussurrata e sensuale” ha dichiarato Omazic durante un incontro con la stampa di settore a Milano.
Sebbene abbia realizzato la collezione primavera/estate 2025, sarà però con la successiva stagione, l’autunno/inverno 2025-26, che la stilista darà piena espressione alla sua visione creativa, curando la donna e uomo della label nata 13 anni fa con focus sulle creazioni in pelle.
“Sono entusiasta di annunciare questa collaborazione con Ivana Omazic. Il suo approccio minimalista e senza tempo si combina perfettamente con l’expertise artigianale di 1972 Desa e la nuova collezione autunno/inverno 2025-26 ne è senz’altro la prova” ha affermato Burak Çelet, CEO del Gruppo Desa.
Il Gruppo impiega duemila persone ed è tra i principali player industriali nazionali nonché rivenditore nel settore della pelle in Turchia, in particolare nel comparto della pelletteria di lusso con i 116 negozi a insegna Desa per ready to wear, borse e accessori uomo e donna. Il Gruppo possiede quattro stabilimenti produttivi dove lavorano in tutto 1.200 artigiani specializzati, tre in Turchia e uno in Italia, aperto nel 2023. L’azienda svolge un ruolo chiave nell’industria turca delle esportazioni di pelle contribuendo al 70% di tutti gli articoli in pelle esportati in Italia. Inoltre, collabora con diversi marchi di lusso italiani e francesi in qualità di fornitore. I rapporti con luxury brand terzi rappresentano il 60% della produzione. Lo stabilimento italiano, situato in Toscana, impiega 70 artigiani. Da oltre 40 anni Desa è partner in joint venture con Samsonite Group per la vendita al dettaglio e la distribuzione in Turchia e in cinque Paesi limitrofi. Il Gruppo ha uffici e showroom a Milano, Londra, Düsseldorf e Plovdiv.
Nel 2024 il Gruppo Desa ha fatturato 76 milioni di euro, di questi 48 derivanti dalle attività interne, la somma restante è invece legata alla joint venture con Samsonite Group. “L’Italia ha un posto speciale nella nostra azienda, 1972 Desa è distribuito in 120 boutique worldwide di cui 65 in Italia, il nostro primo mercato all’estero, seguito da Germania, Svizzera, altri paesi europei, Corea e Giappone. Lavoreremo per emergere anche negli Stati Uniti. A Milano siamo inoltre presenti nello showroom di Riccardo Grassi da cinque anni. Tra alcune settimane, in corrispondenza con la Paris fashion week, abbiamo in programma l’apertura di un pop-up nella capitale francese”, ha spiegato a Pambianconews Çelet. “Definisco il nostro un brand accessible luxury, in molti store siamo accostati a marchi storici di alta gamma e i negozianti ci esortano ad aumentare i prezzi che consigliamo perché la qualità del prodotto giustificherebbe un costo maggiore. Per il futuro mi auguro un aumento interno della produzione legata al nostro marchio di proprietà mentre per il full year 2025 spero in una crescita double digit del turnover del Gruppo”, ha concluso il CEO.
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