2035 - Il giallo dei Paesi a favore della proposta di revisione italiana

La proposta italiana di anticipare dal 2026 al 2025 la clausola di revisione del bando delle endotermiche scatena un giallo ai massimi livelli delle istituzioni europee. Il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, si è detto certo di aver ottenuto il sostegno di una decina di Paesi, un numero sufficiente per portare la stessa proposta all'attenzione della Commissione nel tentativo di ottenere uno specifico emendamento all'attuale regolamento. In realtà, diverse cancellerie si sarebbero già sfilate nonostante le prime, timide aperture: facciamo dunque il punto della situazione dopo il Consiglio Competitività dell'Ue del 26 settembre, da cui sono emerse indicazioni poco chiare. I favorevoli. "Diversi paesi hanno già espresso le loro opinioni sulla nostra proposta in seno al Consiglio, mentre altri lo hanno fatto in incontri bilaterali che ho tenuto", ha detto Urso. "Mi riferisco in particolare a Romania, Slovacchia, Lettonia, Malta, Cipro, Polonia, Repubblica Ceca e ne ho

2035 - Il giallo dei Paesi a favore della proposta di revisione italiana

La proposta italiana di anticipare dal 2026 al 2025 la clausola di revisione del bando delle endotermiche scatena un giallo ai massimi livelli delle istituzioni europee. Il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, si è detto certo di aver ottenuto il sostegno di una decina di Paesi, un numero sufficiente per portare la stessa proposta all'attenzione della Commissione nel tentativo di ottenere uno specifico emendamento all'attuale regolamento. In realtà, diverse cancellerie si sarebbero già sfilate nonostante le prime, timide aperture: facciamo dunque il punto della situazione dopo il Consiglio Competitività dell'Ue del 26 settembre, da cui sono emerse indicazioni poco chiare. 

I favorevoli. "Diversi paesi hanno già espresso le loro opinioni sulla nostra proposta in seno al Consiglio, mentre altri lo hanno fatto in incontri bilaterali che ho tenuto", ha detto Urso. "Mi riferisco in particolare a Romania, Slovacchia, Lettonia, Malta, Cipro, Polonia, Repubblica Ceca e ne ho parlato anche con la Spagna e con la Germania". Dunque, i Paesi a favore sarebbero dieci (inclusa l'Italia), se non di più: infatti, il Mimit ha aggiunto alla lista anche Austria e Olanda. "C'è una maggioranza sufficiente di Paesi pronti a chiedere, attraverso il rapporto che stiamo preparando, che la clausola di revisione attualmente fissata per la fine del 2026 venga esercitata prima", ha specificato Urso. "Proporremo di anticiparlo alla prima metà del 2025".

I contrari. Quanto alla Germania, il ministro si riferiva alle aperture del suo omologo tedesco, Robert Habeck: il quale, pur con numerosi distinguo sulla scadenza del 2035 (ritenuta essenziale e non discutibile), ha appoggiato le richieste italiane e di settore per un allentamento dei limiti. Tuttavia, il segretario all'Economia tedesco Sven Giegold, prima di entrare al Consiglio, ha parlato di "malintesi che devono essere chiariti", perché Berlino "non vuole indebolire le normative sul clima", ritiene "cruciali i target di riduzione" e non intende sostenere i biocarburanti. Pronta la replica di Urso, che ha escluso "qualsiasi malinteso": "Habeck ha ribadito che per loro l'obiettivo del 2035 deve rimanere l'obiettivo principale, il loro fiore all'occhiello. In effetti, stiamo parlando di un percorso che potrebbe mantenere quell'obiettivo, ma anche creare le condizioni per raggiungerlo". Analoghe sono le posizionidi altri importanti Paesi come Francia, Svezia Polonia e Spagna ("Siamo convinti di dover mantenere l'ambizione, ma rafforzando gli strumenti per raggiungere questi obiettivi", ha spiegato il ministro spagnolo dell'Industria, Jordi Hereu) che possono indirizzare in un modo o in un altro le decisioni del Consiglio (le regole di voto sono legate anche alla popolazione rappresentata). Di fatto, quella che sembra emergere è una netta spaccatura su una questione tanto dirimente quanto controversa per il futuro dell'auto. Se ne continuerà a parlare, e parecchio, ai massimi livelli istituzionali. 

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