A Monfalcone nasce il partito islamista per un sindaco musulmano

Gli islamici alla conquista della poltrona di sindaco a Monfalcone. La città goriziana si trova oggi al centro di un esperimento sociale e politico senza precedenti. Con le elezioni amministrative del 13 e 14 aprile, la città non solo sceglierà il suo nuovo sindaco, ma deciderà anche come affrontare una delle questioni più delicate e controverse del nostro tempo: il rapporto tra identità locale e crescita dell'islamismo. A contendersi la poltrona di primo cittadino c'è Bou Konate, senegalese di fede musulmana, già assessore ai Lavori pubblici del centrosinistra. La sua candidatura a sindaco, storica per Monfalcone, non è solo un test di integrazione, ma anche un banco di prova per misurare l'impatto dell'islamismo nella politica e nella società italiana. Monfalcone, con i suoi circa 30mila abitanti, è oggi un microcosmo di trasformazioni globali. Un terzo della popolazione è composto da stranieri, in maggioranza bengalesi di fede islamica. Questa presenza, cresciuta in modo esponenzial

A Monfalcone nasce il partito islamista per un sindaco musulmano

Gli islamici alla conquista della poltrona di sindaco a Monfalcone. La città goriziana si trova oggi al centro di un esperimento sociale e politico senza precedenti. Con le elezioni amministrative del 13 e 14 aprile, la città non solo sceglierà il suo nuovo sindaco, ma deciderà anche come affrontare una delle questioni più delicate e controverse del nostro tempo: il rapporto tra identità locale e crescita dell'islamismo. A contendersi la poltrona di primo cittadino c'è Bou Konate, senegalese di fede musulmana, già assessore ai Lavori pubblici del centrosinistra. La sua candidatura a sindaco, storica per Monfalcone, non è solo un test di integrazione, ma anche un banco di prova per misurare l'impatto dell'islamismo nella politica e nella società italiana. Monfalcone, con i suoi circa 30mila abitanti, è oggi un microcosmo di trasformazioni globali. Un terzo della popolazione è composto da stranieri, in maggioranza bengalesi di fede islamica. Questa presenza, cresciuta in modo esponenziale negli ultimi anni, non si limita a cambiare il volto demografico della città, ma ne sta ridefinendo anche l'identità culturale e religiosa.

 

 

 

La comunità musulmana, organizzata e coesa, ha già fatto sentire il suo peso politico con l'elezione dei primi consiglieri comunali nel 2022. Ora, con la candidatura di Bou Konate a sindaco, compie un ulteriore salto verso il potere. Konate, ingegnere e presidente del Centro Culturale Islamico Darus Salaam, non è solo un candidato: è il simbolo di un'islamizzazione che procede silenziosa. Il Darus Salaam, da lui guidato, è diventato un punto di riferimento imprescindibile per i musulmani di Monfalcone, offrendo corsi di arabo, doposcuola per bambini, momenti di preghiera e promuovendo attività culturali e religiose. Un luogo che, pur nato con intenti positivi, solleva interrogativi sulla sua reale funzione: è davvero uno spazio di integrazione o un veicolo per l'affermazione di un'identità islamica sempre più marcata? Il centrosinistra, storicamente attento ai temi dell'accoglienza, ha fatto della diversità un cavallo di battaglia. Cavallo di battaglia spesso smascheratosi in strategia elettorale. Ed è inutile elencare i casi, in tal senso. Sono noti a tutti.

 

 

In ogni caso, la presenza di cinque candidati musulmani nelle file del centrosinistra monfalconese è un segnale forte, ma anche ambiguo. Da un lato, dimostra apertura e inclusione; dall'altro, alimenta il sospetto che l'islamismo stia diventando un fattore di potere, capace di influenzare le scelte politiche e amministrative della città. La crescita della comunità islamica, infatti, non è solo un fenomeno demografico, ma anche culturale e religioso. I musulmani di Monfalcone, in particolare i bengalesi, hanno portato con sé tradizioni, usanze e una fede che si sta radicando nel tessuto sociale della città. Questo processo, però, non è privo di tensioni. Da un lato, c'è chi vede nella candidatura di Konate un'opportunità per costruire un modello di convivenza basato sul rispetto reciproco; dall'altro, c'è chi teme che l'ascesa politica dei musulmani possa accentuare divisioni e conflitti, minacciando l'identità tradizionale di Monfalcone.

 

 

Non mancano, infatti, le ombre. Il Darus Salaam, nonostante il suo ruolo di aggregazione e promozione culturale, è stato al centro di controversie con l'amministrazione comunale e ha vissuto episodi di tensione, come la consegna di pagine del Corano bruciate nel 2023. Eventi che ricordano come il percorso verso un'integrazione autentica sia ancora irto di ostacoli e resistenze. Di certo, la crescita e la visibilità del Centro, hanno anche alimentato polemiche e paure, soprattutto tra chi vede nell'islam una minaccia all'identità tradizionale della città. La sfida per il prossimo sindaco, chiunque esso sia, sarà proprio quella di mediare tra queste istanze contrastanti, costruendo un dialogo che vada oltre le divisioni. Perché, va da sé che l'islamismo, come altre religioni, se non gestito con equilibrio, rischia di trasformarsi da opportunità di dialogo a fattore di divisione.

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