A Venezia c’è una nuova isola e si chiama Bacàn

Il sistema Mose sembra aver protetto il piccolo lembo del Bacàn tanto da far sì che si trasformasse in una vera e propria isola, visibile e permanente anche in inverno, come un piccolo ecosistema.

A Venezia c’è una nuova isola e si chiama Bacàn

Venezia, la città dell’acqua per antonomasia, è famosa in tutto il mondo per il suo patrimonio culturale e la sua straordinaria bellezza. Tuttavia, dietro le sue architetture rinascimentali e le celebri gondole, la città è anche custode di angoli poco conosciuti, dove la natura e il paesaggio lagunare giocano un ruolo fondamentale. Tra questi luoghi misteriosi c’è l’isola del Bacàn, un piccolo lembo di terra che ha attirato l’attenzione negli ultimi anni grazie a un fenomeno curioso: l’effetto del sistema Mose.

Questo innovativo progetto di protezione contro l’acqua alta sembra aver cambiato per sempre le sorti di un’isola che, un tempo, riemergeva solo in estate, sparendo invece durante l’inverno.

Bacàn, la rinascita dell’isola lagunare

L’isola del Bacàn si trova tra l’isola di Sant’Erasmo e il porto del Lido, nel cuore della laguna di Venezia. Fino a poco tempo fa, quest’isola era una sorta di “fantasma” naturale, riemergendo solo durante i mesi estivi, quando il livello del mare si abbassava grazie alle maree. In inverno, con l’aumento delle acque, il Bacàn spariva sotto la superficie del mare. Tuttavia, negli ultimi anni, il paesaggio lagunare è cambiato grazie all’introduzione del sistema Mose, il progetto di dighe mobili creato per proteggere Venezia dall’acqua alta.

Con il Mose in funzione, il Bacàn ha subito una vera e propria “trasformazione”. Ora, non solo rimane visibile durante tutto l’anno, ma sembra anche crescere progressivamente, trasformandosi in un’isola stabile e permanente. Il Bacàn, che in passato era un semplice scanno di sabbia, si è consolidato, diventando una vera e propria isola che oggi misura 260 metri di lunghezza e 10 di larghezza.

Perché il Mose ha reso permanente l’isola di Bacàn

Il Mose, il sistema di barriere mobili che si attiva quando la marea nella laguna supera i 110 cm, ha cambiato le dinamiche naturali della laguna di Venezia. Grazie a questo sistema, le maree vengono “controllate” e stabilizzate, riducendo l’impatto delle onde e delle mareggiate, che in passato avrebbero spostato i sedimenti e provocato l’erosione delle isole più piccole. Giovanni Cecconi, ingegnere e direttore dell’area di controllo del Mose, ha spiegato che il sistema, piuttosto che distruggere il Bacàn, lo ha protetto: “il Mose ha fatto sì che il Bacàn diventasse un’isola stabile e in crescita. Ora cattura i depositi organici e le sabbie, formando una vegetazione che prima non c’era.”

A partire dal 2020, l’isola ha visto un costante accrescimento e, secondo Cecconi, il Bacàn è ora una “zona di deposizione” che continua a crescere, proteggendo al contempo la laguna da onde e mareggiate. In questo modo, l’isola non solo rimane emersa durante tutto l’anno, ma sta anche diventando un piccolo ecosistema, popolato da vegetazione e fauna.

Il fenomeno ha sorpreso anche i tecnici che gestiscono il sistema Mose, i quali non si aspettavano che il Bacàn diventasse una presenza stabile e permanente nella laguna. In un certo senso, il Mose, pur essendo progettato per fermare le acque alte, ha avuto un effetto del tutto inaspettato: l’ha protetto e preservato, trasformandolo in un’isola che ormai rappresenta una parte stabile e visibile della laguna veneta.

In un futuro prossimo, l’isola del Bacàn potrebbe diventare una destinazione più frequentata, non solo per i veneziani, ma anche per i turisti alla ricerca di angoli nascosti e autentici, lontano dalle folle. Nonostante ciò, il Bacàn conserva ancora il suo fascino selvaggio e poco conosciuto, confermandosi come un angolo di natura che sfida le maree e il tempo.

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