Addio alle vecchie competenze: cambia la formazione dei dipendenti pubblici

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Addio alle vecchie competenze: cambia la formazione dei dipendenti pubblici

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Ecco quali sono le novità in materia di competenze dei dipendenti pubblici con l’adozione dell’ultima direttiva in materia di formazione.


Il Ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, ha introdotto una nuova direttiva finalizzata a rafforzare la formazione e la valorizzazione del capitale umano nelle amministrazioni pubbliche. Il provvedimento definisce un quadro di riferimento per lo sviluppo delle competenze, delineando principi e obiettivi chiave per accompagnare i processi di trasformazione del settore pubblico.

Si ricorda che le nuove regole impongono 40 ore di formazione minima obbligatoria per tutti: ne abbiamo parlato in questo approfondimento.

La formazione come strumento di cambiamento

Le sfide che le amministrazioni devono affrontare richiedono un aggiornamento continuo delle competenze del personale. Il concetto stesso di “transizione” implica un mutamento profondo, frutto di una serie di processi interconnessi che spaziano dalla digitalizzazione alla sostenibilità ambientale, fino all’innovazione organizzativa. La nuova direttiva stabilisce un percorso strutturato per fornire ai dipendenti pubblici le conoscenze necessarie ad affrontare queste sfide.

L’accento è posto su tre ambiti strategici:

  • Transizione digitale, con l’obiettivo di diffondere competenze per l’uso efficace delle tecnologie e dell’intelligenza artificiale nel settore pubblico;
  • Transizione ecologica, per promuovere comportamenti e strategie orientati alla sostenibilità e alla riduzione dell’impatto ambientale;
  • Transizione amministrativa, volta a migliorare l’efficienza dei processi interni e la qualità dei servizi offerti ai cittadini.

A queste aree si affianca un focus sui principi etici e sui valori fondamentali del servizio pubblico, tra cui trasparenza, integrità, inclusione e contrasto alla corruzione.

Le competenze trasversali: un pilastro per il settore pubblico

Il piano formativo prevede un sistema di competenze articolato su due livelli:

  1. Competenze di base, rivolte a tutti i dipendenti pubblici, finalizzate a creare consapevolezza sui temi strategici e a promuovere una cultura organizzativa coerente con gli obiettivi di cambiamento.
  2. Competenze specialistiche, destinate a figure con ruoli di responsabilità, per garantire una gestione efficace dei processi di innovazione e migliorare le performance individuali e collettive.

Un elemento chiave del nuovo approccio è l’enfasi sulle competenze di leadership e sulle cosiddette soft skills. Il rafforzamento delle capacità manageriali è considerato essenziale per guidare la transizione e garantire che i valori della pubblica amministrazione siano applicati concretamente nei processi decisionali e operativi.

Un linguaggio comune per orientare la formazione

La direttiva si inserisce nel quadro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e punta a definire un linguaggio condiviso per la formazione nel pubblico impiego. Questo consentirà di armonizzare i percorsi di sviluppo professionale e di rendere più efficace la gestione del capitale umano all’interno delle amministrazioni.

L’iniziativa ministeriale non si limita alla sola formazione tecnica, ma promuove anche un cambiamento culturale più ampio. La crescita delle competenze deve andare di pari passo con il consolidamento di valori fondamentali come l’etica professionale, la tutela della privacy, la sicurezza sul lavoro e la parità di genere. In questo contesto, la formazione obbligatoria su temi come la prevenzione della corruzione e la trasparenza diventa un elemento centrale del percorso di trasformazione.

Il testo della direttiva del Ministro Zangrillo

Qui il documento completo.

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