Albania, i giudici contro il governo: migranti tutti liberi in Italia. L'ira del centrodestra: "Boicottaggio"
Un altro no ai trattenimenti dei migranti in Albania, è arrivato oggi dai giudici della Corte d'Appello di Roma. Per la terza volta in pochi mesi, i magistrati hanno sospeso le convalide, in attesa della sentenza della Corte Ue sui cosiddetti Paesi sicuri attesa per il 25 febbraio. Domani, dopo la decisione dell'appello di Roma, i 43 migranti, tra loro cittadini egiziani e bengalesi, ripartiranno alla volta dell'Italia e saranno liberi. Si legge in uno dei dispositivi, firmato dal giudice, Maria Rosaria Ciuffi: "Il giudizio va sospeso nelle more della decisione della Corte di Giustizia. Poiché per effetto della sospensione è impossibile osservare il termine di quarantotto ore previsto per la convalida, deve necessariamente essere disposta la liberazione del trattenuto, così come ha ripetutamente affermato la Corte Costituzionale in casi analoghi (nei quali è stata sollevata questione di legittimità costituzionale nell'ambito di procedimenti di convalida di arresto). L'art.14, comma 4,
Un altro no ai trattenimenti dei migranti in Albania, è arrivato oggi dai giudici della Corte d'Appello di Roma. Per la terza volta in pochi mesi, i magistrati hanno sospeso le convalide, in attesa della sentenza della Corte Ue sui cosiddetti Paesi sicuri attesa per il 25 febbraio. Domani, dopo la decisione dell'appello di Roma, i 43 migranti, tra loro cittadini egiziani e bengalesi, ripartiranno alla volta dell'Italia e saranno liberi. Si legge in uno dei dispositivi, firmato dal giudice, Maria Rosaria Ciuffi: "Il giudizio va sospeso nelle more della decisione della Corte di Giustizia. Poiché per effetto della sospensione è impossibile osservare il termine di quarantotto ore previsto per la convalida, deve necessariamente essere disposta la liberazione del trattenuto, così come ha ripetutamente affermato la Corte Costituzionale in casi analoghi (nei quali è stata sollevata questione di legittimità costituzionale nell'ambito di procedimenti di convalida di arresto). L'art.14, comma 4, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, collega, infatti, la perdita di efficacia del trattenimento alla carenza, per qualsiasi ragione, di un provvedimento di convalida nel termine di quarantotto ore dalla richiesta".
Tra le motivazioni della non convalida dei trattenimenti nel Cpr di Gjader anche la violenza di genere nei Paesi di provenienza dei migranti. Scrivono infatti i giudici: "Per taluni Paesi, alcune categorie di persone per le quali le condizioni di sicurezza non sussistono, e nella scheda utilizzata per il Bangladesh, nell'ambito di tale paragrafo, si ritengono necessarie eccezioni per gli appartenenti alla comunità LGBTQI+, le vittime di violenza di genere, incluse le mutilazioni genitali femminili, le minoranze etniche e religiose, le persone accusate di crimini di natura politica e per i condannati a morte".
Dopo la decisione dei giudici, le opposizioni tornano all'attacco del governo ribadendo il "fallimento" del governo. "Giorgia Meloni si rassegni, i centri in Albania non funzionano e non funzioneranno, sono un clamoroso fallimento. Aumentano a dismisura le risorse pubbliche sprecate a causa dell'ostinata volontà del governo di non rispettare le leggi e le sentenze europee", dice la segretaria dem, Elly Schlein, sottolineando che ora "si configura il rischio del danno erariale". Per il Movimento 5 Stelle "con la mancata convalida del trattenimento dei 43 migranti trasportati in Albania che ora dovranno salpare in direzione Italia, riparte l'assurdo gioco dell'oca del governo Meloni a spese dei contribuenti italiani". "L'Italia sta sprecando milioni in Albania per una scelta irragionevole, illogica, illegale di Giorgia Meloni. Immagino che la sorella d'Italia sappia che dovrà pagare di tasca propria per questo assurdo spreco di soldi pubblici", tuona Matteo Renzi. La decisione della Corte d'Appello, afferma Riccardo Magi (+Eu) "è la pietra tombale sulle politiche migratorie messe in atto finora da Giorgia Meloni". In Albania è in atto "una follia che va chiusa subito perché non funziona", dice Carlo Calenda. "Un finale già scritto - per Nicola Fratoianni di Avs - ma che il governo Meloni ha voluto a tutti i costi non considerare privilegiando la solita propaganda".
Dal centrodestra arrivano le perplessità di Tommaso Foti, secondo cui i giudici "vanificano l'iniziativa del governo Meloni volta a garantire una gestione più efficace dei flussi migratori", e sulla definizione dei Paesi sicuri "vogliono sostituirsi al governo". Da Forza Italia è Maurizio Gasparri, infine, a sostenere che "continua l'opera di boicottaggio della magistratura alle politiche di sicurezza per contrastare l'immigrazione clandestina". "Dai giudici ennesima invasione di campo, decisione che danneggia l'Italia e che fa felici le sinistre e i clandestini", chiosa il vicesegretario della Lega, Andrea Crippa.
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