Ambulanze «fantasma», nuova indagine. Sotto accusa per truffa all'Asl due rappresentanti legali di una onlus di Palagiano
È finito nuovamente sotto accusa per aver truffato la Asl di Taranto, Pierangelo Cifone tarantino, rappresentante legale della «Associazione Santissima Medici Soccorso» di Palagiano coinvolto nella nuova inchiesta sulle «ambulanze fantasma» nella sanità ionica. Il pm Antonio Natale ha infatti disposto la citazione diretta a giudizio per Cifone e per Pasquale Dipierro che in tempi diversi ha ricoperto lo stesso incarico del primo. L'accusa nei confronti di entrambi è di aver falsamente dichiarato l'utilizzo di ambulanze per il trasporto dei pazienti dializzati, in realtà mai avvenuto. Il fine era di ottenere rimborsi maggiorati rispetto a quelli dovuti per l'impiego di altri mezzi usati, attestando e consegnando documentazione fasulla all'Azienda Sanitaria locale. Una truffa che avrebbe così fruttato ai due uomini quasi 40mila euro e per cui, ora, entrambi dovranno comparire il prossimo aprile davanti al giudice Antonio Giannico, per l'udienza predibattimentale, una sorta udienza prelim
È finito nuovamente sotto accusa per aver truffato la Asl di Taranto, Pierangelo Cifone tarantino, rappresentante legale della «Associazione Santissima Medici Soccorso» di Palagiano coinvolto nella nuova inchiesta sulle «ambulanze fantasma» nella sanità ionica. Il pm Antonio Natale ha infatti disposto la citazione diretta a giudizio per Cifone e per Pasquale Dipierro che in tempi diversi ha ricoperto lo stesso incarico del primo. L'accusa nei confronti di entrambi è di aver falsamente dichiarato l'utilizzo di ambulanze per il trasporto dei pazienti dializzati, in realtà mai avvenuto. Il fine era di ottenere rimborsi maggiorati rispetto a quelli dovuti per l'impiego di altri mezzi usati, attestando e consegnando documentazione fasulla all'Azienda Sanitaria locale. Una truffa che avrebbe così fruttato ai due uomini quasi 40mila euro e per cui, ora, entrambi dovranno comparire il prossimo aprile davanti al giudice Antonio Giannico, per l'udienza predibattimentale, una sorta udienza preliminare, introdotta dalla nuova riforma «Cartabia» nei casi di citazione diretta a giudizio.
I due imputati, entrambi assistiti dall'avvocato Leonardo Laporta, sono finiti nel mirino della Guardia di Finanza di Taranto, come detto, per il servizio di trasporto dei pazienti in dialisi: una procedura che in caso di trasferimento del malato con l'ambulanza prevede un rimborso maggiore. Per il pubblico ministero Natale che ha coordinato le indagini, Cifone aveva operato questo stratagemma per farsi pagare dalla Asl, da gennaio a ottobre 2022, ottenendo così un profitto di 30mila euro. Un sistema che, secondo gli inquirenti, era stato portato avanti anche da Dipierro che, secondo quanto si legge nelle carte dell'inchiesta, dalla fine di ottobre 2022 fino all'inizio del 2023 con un guadagno presunto di quasi 7mila euro.
Cifone era già stato coinvolto in un'altra inchiesta simile, finendo assieme a Saverio Guisa, rappresentante legale di un'altra onlus di Palagiano «Angeli della Strada - Associazione di Volontariato Onlus»: quella prima indagine condotta dalle fiamme gialle aveva acceso i riflettori sul trasporto dei pazienti dializzati, ma nel periodo della pandemia. Quest'ultima vicenda giudiziaria, per Cifone, si era conclusa poi con una condanna in abbreviato a 2 anni di reclusione con pena sospesa subordinata al pagamento di una provvisionale di 5mila euro in favore della Asl di Taranto, che si era costituita parte civile attraverso l'avvocato Emidio Attavilla. In quell'occasione a Cifone e Guisa era stato contestato il reato di truffa consumata: tutte le richieste di pagamento all'Azienda Sanitaria di Taranto, risultarono, infatti, liquidate ai due uomini. In quel caso Cifone era accusato di aver utilizzato un'automobile per quegli spostamenti (con un rimborso previsto del 50 per cento in meno rispetto alla richiesta da lui avanzata), con un guadagno di oltre 120mila euro. Guisa, invece, che avrebbe ricavato quasi 15mila euro, era stato accusato di aver impiegato un “mezzo fantasma”: ossia un'ambulanza che sulla carta continuava a circolare e svolgere il servizio di accompagnamento dei malati, ma che non esisteva da tempo in quanto andata distrutta dalle fiamme, tempo addietro.
Ora quindi la magistratura dovrà fare luce sulle accuse mosse per questo nuovo filone di indagine.
Qual è la vostra reazione?