Anxiety è dappertutto

AGI - Anxiety è dappertutto. La canzone della rapper Doechii spopola su YouTube (quasi 18 milioni di visualizzazioni), su Spotify (quasi 70 milioni di ascolti), su TikTok (oltre 1,5 milioni di ‘utilizzi') anche grazie a un trend virale che omaggia una scena iconica della serie TV "Willy, il Principe di Bel-Air" rilanciato dallo stesso Will Smith sul suo canale, con Tatyana Ali (Ashley) e la stessa Doechii. Solo quel video ha fatto quasi 250 milioni di views e oltre 30 milioni di like. Sono numeri impressionanti per un brano, nato in sordina nel 2020,ì in pieno lockdown, capace poi di navigare sottotraccia per anni ed esplodere ufficialmente a inizio di questo marzo. Ma oltre alla melodia, costruita sulla base di un altro grande successo, Somebody That I Used To Know di Gotye, è il messaggio che diffonde ad avere una particolare rilevanza, soprattutto tra i più giovani. Anxiety, infatti, affronta il tema dell'ansia come compagnia di vita, come presenza costante che non ci lascia mai

Anxiety è dappertutto

AGI - Anxiety è dappertutto. La canzone della rapper Doechii spopola su YouTube (quasi 18 milioni di visualizzazioni), su Spotify (quasi 70 milioni di ascolti), su TikTok (oltre 1,5 milioni di ‘utilizzi') anche grazie a un trend virale che omaggia una scena iconica della serie TV "Willy, il Principe di Bel-Air" rilanciato dallo stesso Will Smith sul suo canale, con Tatyana Ali (Ashley) e la stessa Doechii. Solo quel video ha fatto quasi 250 milioni di views e oltre 30 milioni di like.

Sono numeri impressionanti per un brano, nato in sordina nel 2020,ì in pieno lockdown, capace poi di navigare sottotraccia per anni ed esplodere ufficialmente a inizio di questo marzo.

Ma oltre alla melodia, costruita sulla base di un altro grande successo, Somebody That I Used To Know di Gotye, è il messaggio che diffonde ad avere una particolare rilevanza, soprattutto tra i più giovani. Anxiety, infatti, affronta il tema dell'ansia come compagnia di vita, come presenza costante che non ci lascia mai.

Il testo si concentra su quella sensazione che proviamo quando ci sembra di essere quasi perseguitati dall'ansia, incapaci di scrollarcela via. L'ansia che si insinua nella mente, silenziosamente e lentamente, provocando una continua percezione di essere osservati, giudicati, messi alla prova. L'ansia ci zittisce, ci fa chiudere a riccio e, alla fine, ci mette con le spalle al muro costringendoci ad affrontare, volenti o nolenti, le difficoltà. Soprattutto quelle che ci costruiamo da soli.

L'ansia è ovunque

Negli ultimi anni, insieme a tutte le altre implicazioni derivanti dalla salute mentale, l'ansia è diventata una tematica largamente discussa e rappresentata nella cultura pop. E se in passato veniva affrontata con più cautela e pudore, oggi è un argomento centrale, sdoganato e raccontato senza filtri. Se ne parla, se ne scrive, se ne discute. L'ansia viene disegnata, sceneggiata, ballata, portata sugli schermi e suonata su tutti i palcoscenici, online e offline, diventando parte integrante del linguaggio artistico contemporaneo.

Basti pensare alla musica: da Anxiety Is A Modern Cliché di Maddalena a Everything I Wanted di Billie Eilish, da Panico di Ghali ad Anxiety di Selena Gomez, fino a Burnout dei Pinguini Tattici Nucleari e Burlinda di JoJo. E l'elenco potrebbe continuare ancora a lungo, sono solo i primi titoli che mi sono venuti in mente. Una delle ultime ad essersi presa una pausa è stata Angelina Mango, dopo il grande successo di Sanremo e dell'Eurovision. Una pausa dai social, interrotta da poco, per concentrarsi sul proprio equilibrio mentale e la propria stabilità emotiva.

Anche nel cinema e nell'animazione l'ansia ha trovato il suo spazio. Il personaggio più amato e controverso di Inside Out 2? Ansia, ovviamente. Un ‘cattivo' anomalo che scompiglia gli equilibri, porta tutto al collasso prima di redimersi e rivelarsi un tassello essenziale della personalità della protagonista (e di ognuno di noi). Un simbolo perfetto della Gen Z, spesso costretta a confrontarsi con questa condizione nella propria quotidianità. Lo stesso tema viene affrontato anche in produzioni più irriverenti e dissacranti come BoJack Horseman o Rick and Morty, che rappresentano l'ansia e la depressione con toni surreali ma incredibilmente realistici.

Quella stessa inquietudine emerge anche in film appartenenti ad altri generi, come il thriller psicologico di Black Swan, la discesa nella follia di Joker, il terrore claustrofobico di Unsane o il viaggio allucinato di Beau Is Afraid. Opere diverse, ma unite dal filo conduttore di un'ansia palpabile, che non è più solo un sottotesto, ma il vero cuore pulsante della narrazione.

Stesso discorso è applicabile allo sport. Simone Biles, la ginnasta più titolata della storia, ha scelto di ritirarsi da alcune competizioni alle Olimpiadi di Tokyo 2021 per proteggere il proprio benessere psicologico (per poi tornare più forte di prima). Naomi Osaka, tennista giapponese, ha parlato apertamente della sua lotta con ansia e depressione, arrivando a ritirarsi dal Roland Garros 2021. E poi ancora Michael Phelps, il nuotatore olimpico più decorato di sempre, ha rivelato di aver sofferto di attacchi d'ansia e depressione per anni, specialmente dopo il ritiro dalle competizioni. 

L'ansia colpisce tutti

Come dimostrano numerose ricerche e studi recenti, è un fenomeno diffuso. Uno dei rapporti più allarmanti è stato pubblicato da Ipsos in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale 2024. Al suo interno si evidenzia come lo stress colpisca in modo particolare le donne e le generazioni più giovani.

Il 40% delle donne della Generazione Z ha dichiarato di essersi sentita depressa fino a provare una tristezza o disperazione costante per almeno due settimane consecutive, diverse volte nell'ultimo anno. Anche la vita lavorativa risente di questa condizione: il 54% della Generazione Z e il 47% dei Millennials hanno ammesso di essersi sentiti talmente stressati da non riuscire a presentarsi al lavoro. Complessivamente, il 60% degli intervistati ha provato un senso di stress così forte da percepire di non riuscire ad affrontare le cose, mentre il 56% ha riportato un impatto significativo dello stress sulla propria quotidianità.

A questa situazione si aggiungono nuove forme di ansia tipiche della società contemporanea. Tra queste, la FOMO (Fear of Missing Out), un'ansia sociale amplificata dai social media e dalla paura di essere esclusi o di perdere esperienze importanti e l'eco-ansia, una forma di preoccupazione legata al cambiamento climatico e alle catastrofi naturali.

L'ansia positiva

C'è una frase attribuita a Lao Tzu che mi ha sempre colpito. Suona così: 

"Se sei depresso, vivi nel passato. Se sei ansioso, vivi nel futuro. Se sei in pace, vivi nel presente"

È una di quelle citazioni che tengo sempre a mente quando cerco di dare un senso all'ansia, quando provo a vederla come un'emozione che, in fondo, ha anche un suo lato positivo. Legare l'ansia al vivere nel futuro è il punto di partenza per sviluppare una strategia che permetta di affrontarla, di conviverci. Di percepirla, sentirne gli occhi addosso, sopportarne i giudizi, evitando la paralisi. Un po' come fa Doechii nella sua canzone: "Quiet on the set, please. Rolling Anxiety."   

Ah, un'ultima cosa sull'ansia: il brano di Gotye che tutti conosciamo benissimo, come se fosse uscito ieri, in realtà ha quasi 14 anni. Come vola il tempo, no?

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