Appalti pubblici: l'Intelligenza Artificiale fa (anche) le pulizie
lentepubblica.it La sentenza del TAR del Lazio sul primo caso che vede insieme Appalti Pubblici e Intelligenza Artificiale. Protagonista della vicenda è una gara indetta da Consip S.p.A nel 2024 per la stipula di un accordo quadro relativo ai servizi di pulizia per alcune strutture sanitarie nella Regione Umbria. Classico tema: operatori economici, offerte economiche e […] The post Appalti pubblici: l'Intelligenza Artificiale fa (anche) le pulizie appeared first on lentepubblica.it.

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La sentenza del TAR del Lazio sul primo caso che vede insieme Appalti Pubblici e Intelligenza Artificiale.
Protagonista della vicenda è una gara indetta da Consip S.p.A nel 2024 per la stipula di un accordo quadro relativo ai servizi di pulizia per alcune strutture sanitarie nella Regione Umbria. Classico tema: operatori economici, offerte economiche e ribassi per conquistarsi il “lotto” di competenza.
Fin qui niente di nuovo, ma ecco l’eccezione: la terza classificata contestava l’aggiudicazione sostenendo che i vincitori avessero proposto l’uso di strumenti di sistemi e modelli d’intelligenza artificiale non applicabili. Il ricorrente asserisce, in particolare, che “dietro l’uso di un linguaggio estremamente tecnico, talvolta perfino criptico – si nasconde la descrizione di modelli astratti, la cui funzionalità in concreto è tutta da dimostrare”. Al centro della vicenda, quindi, il ricorso all’IA nell’offerta tecnica di gara. Secondo la ricorrente, tali strumenti risultavano ben poco credibili da applicare su larga scala, in particolare se associati all’ottimizzazione di costi e tempi.
La sentenza n. 4546 del 3 marzo 2025 del TAR Lazio
Il giudice amministrativo, richiamando giurisprudenza consolidata in tema di anomalia dell’offerta, sottolinea che:
- la stazione appaltante gode di un margine di apprezzamento molto ampio quando deve valutare la congruità e la sostenibilità economica di un’offerta.
- se l’impiego dell’IA – o di strumenti algoritmici particolarmente elaborati – risulta motivato e ragionevole, non è di per sé motivo di esclusione.
Trattandosi di una procedura ad alto valore economico e con una forte valenza strategica, colpisce la chiarezza del Tribunale nel non accettare una linea generalista e contraria ai nuovi modelli d’intelligenza artificiale.
Le argomentazioni della ricorrente si concentravano sulla presunta genericità dell’offerta e sui modelli che, a suo dire, ChatGPT-4 avrebbe avuto difficoltà a implementare nel mondo reale. Tuttavia, i giudici hanno precisato che, se vi è una base progettuale solida, supportata da dati aziendali in grado di giustificare la resa oraria e la struttura dei costi, la Commissione di gara è libera di ritenerli affidabili.
La sentenza, in sostanza, respinge il ricorso e conferma l’aggiudicazione. Dal punto di vista giuridico questo arresto regala un precedente importante sulle modalità con cui le Pubbliche Amministrazioni possono (e forse devono) aprirsi a sistemi algoritmici avanzati.
Nell’ottica del nuovo Codice dei Contratti Pubblici, la sentenza conferma la tendenza all’innovazione: l’IA non è “capro espiatorio” di ogni possibile anomalia dell’offerta tecnica, ma può rappresentare un ingrediente in più che va soppesato con buona tecnica ed equilibrio. Se l’impiego di strumenti di machine learning si rivela credibile e concretamente sostenibile, la Commissione di gara non ha ragioni per definirlo un falso mito.
Il testo della sentenza
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