Assopellettieri, settore in affanno: nel 2024 si stimano ricavi a -8%

Nove mesi di difficoltà per la il comparto pellettiero tricolore, su cui hanno inciso “i conflitti geopolitici in corso e la stagnazione dei mercati maturi”. A fornire una fotografia del settore è, come di consueto, il centro studi di Confindustria Accessori Moda per Assopellettieri, secondo cui nel periodo il settore ha registrato ricavi in flessione […]

Assopellettieri, settore in affanno: nel 2024 si stimano ricavi a -8%
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Nove mesi di difficoltà per la il comparto pellettiero tricolore, su cui hanno inciso “i conflitti geopolitici in corso e la stagnazione dei mercati maturi”. A fornire una fotografia del settore è, come di consueto, il centro studi di Confindustria Accessori Moda per Assopellettieri, secondo cui nel periodo il settore ha registrato ricavi in flessione del 9,6% e un calo del 9,7% dell’export, con un mercato interno a quota -0,5 per cento.

A gravare su un trend già negativo, con una semestrale a -10%, un terzo trimestre ancora in sofferenza con vendite in diminuzione del 9% ed esportazioni in calo del 6,7 per cento. La stima sulla chiusura d’anno è di un fatturato complessivo pari a 12 miliardi di euro, che si tradurrà in una perdita di oltre un miliardo sul 2023 (-8,4 per cento).

Nei nove mesi il settore ha esportato beni di pelletteria per 7,62 miliardi di euro, pari a 815,5 milioni in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le borse hanno rappresentato l’articolo più esportato (70% circa sul totale in valore), nonostante il -10,2% registrato globalmente, mentre la piccola pelletteria ha accusato una flessione del -13,4 per cento. Meno marcati i cali di valigie e articoli da viaggio (-5,5%) e di cinture (-3,8 per cento).

Per quanto riguarda le destinazioni, l’associazione ribadisce l’andamento meno penalizzante dei mercati dell’Unione europea (-0,8%) rispetto a quelli extra-Ue, che hanno subìto contrazioni superiori al 10%, con la Cina a -17% e Sud Corea a -10,9 per cento.

“Molto grave la chiusura di oltre 100 aziende con la perdita di circa 1.300 posti di lavoro e un incremento del ricorso alla CIG di oltre il 130% – ha commentato inoltre Claudia Sequi, presidente di Assopellettieri -. Purtroppo, nel terzo trimestre dell’anno non si è verificata l’auspicata inversione di tendenza. Al contrario i trend geopolitici e macroeconomici osservati nel primo semestre sono tutti confermati”.

Aggiunge poi Sequi, riguardo alle poco rosee previsioni sul prossimo futuro: “Al momento non si intravedono molti spiragli di recupero per il primo semestre del nuovo anno e in questo scenario di pesante calo di volumi produttivi, diverse aziende saranno costrette a ridurre il numero dei propri i addetti, con conseguente grave ripercussione sociale. In questa fase di contingenza è necessario quindi continuare l’azione presso le istituzioni, a partire dal Governo, per sostenere il sistema della pelletteria e della moda che, nel suo complesso, rappresenta il secondo settore industriale italiano”.

Guardando all’indagine campionaria del centro studi, infatti, a novembre solo un imprenditore su tre ha espresso ottimismo sull’ultimo trimestre e a due mesi circa dalla fine dell’anno il 52% del campione ha detto di aspettarsi una chiusura del 2024 inferiore a quella del 2023.

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