Una singola mutazione nel clade del virus dell'influenza aviaria che infetta i bovini basterebbe a cambiare le preferenze del patogeno e renderlo specializzato nell'attaccare le cellule umane. Uno studio pubblicato su Science ha trovato che, per spostare la specificità di legame dell'H5N1 dai recettori di tipo animale a quelli di tipo umano, sarebbe sufficiente una mutazione mirata nell'emoagglutinina, una proteina che si estende fuori dalla superficie del virus e che lo rende così efficiente nell'infettare.. La chiave giusta. L'analisi dei ricercatori dello Scripps Research Institute (California) si è concentrata sul cosiddetto clade 2.3.4.4.b di virus H5N1 attualmente in circolazione in tutto il mondo, capace di infettare molte specie animali ma con caratteristiche genetiche ancora tipiche dei virus aviari.
Il team ha studiato da vicino l'emoagglutinina del primo virus dell'influenza aviaria trasmesso ufficialmente da un bovino all'uomo (il caso di un paziente del Texas). La specificità del legame tra specifiche strutture virali e i recettori di membrana delle cellule dell'ospite determina la proprietà del virus di infettare prevalentemente (o esclusivamente) una specie o l'altra: è quello che gli scienziati chiamano tropismo virale.. Appesi a due mutazioni. Anche se il virus dell'aviaria che ha infettato il paziente in Texas manteneva una preferenza di legame per recettori tipici degli uccelli, per spostare la sua specificità del legame a recettori umani - aumentando il potenziale di trasmissione del virus da uomo a uomo - sarebbe sufficiente una singola mutazione sull'emoagglutina: la mutazione Gln 226 leu, che gli scienziati hanno individuato progettando in laboratorio mutazioni mirate nel sito di legame tra il virus e la cellula ospite.
Una seconda mutazione (Asn 224 Lys) aumenterebbe l'affinità di legame fino a raggiungere quella riscontrata tra il virus dell'influenza suina H1N1 e i recettori umani nel 2009: una caratteristica che renderebbe il virus dell'aviaria potenzialmente capace di divenire una minaccia pandemica.. Scambi che fanno male. Lo studio ribadisce la capacità del virus dell'influenza aviaria di trasmettersi da una specie all'altra e mette in guardia dagli eventi di riassortimento, più frequenti durante la normale stagione influenzale. Quando due virus dell'influenza invadono la stessa cellula, le loro sequenze di RNA si possono mischiare e dar luogo a patogeni con nuove combinazioni genetiche. Serve dunque una sorveglianza continua e meticolosa delle mutazioni emergenti del virus H5N1, perché con pochi cambiamenti altamente specifici potrebbe migliorare la capacità di passare da uomo a uomo..