Bally chiude l’hub di Firenze: 55 tagli “senza ammortizzatori sociali”

Prosegue e si estende anche all’Italia lo stato di crisi di Bally. Il marchio elvetico passato al fondo californiano Regent Lp lo scorso agosto, versa ancora nell’insicurezza malgrado l’impegno di un riassetto aziendale sotto la guida del nuovo CEO Ennio Fontana, e dopo i 65 licenziamenti in Svizzera annunciati un mese fa che hanno interessato […]

Bally chiude l’hub di Firenze: 55 tagli “senza ammortizzatori sociali”
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Prosegue e si estende anche all’Italia lo stato di crisi di Bally. Il marchio elvetico passato al fondo californiano Regent Lp lo scorso agosto, versa ancora nell’insicurezza malgrado l’impegno di un riassetto aziendale sotto la guida del nuovo CEO Ennio Fontana, e dopo i 65 licenziamenti in Svizzera annunciati un mese fa che hanno interessato i dipendenti della sede di Caslano, ora tocca all’hub toscano Bally Studio srl. L’azienda ha fatto sapere di essere pronta alla chiusura dello stabilimento aziendale di Lastra a Signa, in provincia di Firenze, e al conseguente licenziamento di 55 dipendenti. Che si sono appellati ai sindacati.

Secondo quanto riportato da La Nazione, Mauro Faticanti di Cgil Firenze si è opposto con opportuna causa alla scelta del marchio: “La chiusura è inaccettabile, siamo al cospetto del primo brand che a fronte della crisi della pelletteria sceglie di scomparire lasciando i dipendenti a casa, senza ricorrere all’uso di ammortizzatori sociali cui avrebbe diritto”. I 55 lavoratori fanno parte di un insediamento produttivo lastrigiano che si trova nel pieno del distretto della pelletteria. Filcams chiede l’apertura di un tavolo alla unità di crisi della regione Toscana per proporre la revoca dei licenziamenti e procedere con un tentativo di richiesta dei suddetti ammortizzatori sociali.

I rappresentati dei sindacati hanno inoltre aggiunto: “La salvaguardia della filiera produttiva della pelletteria del territorio  deve essere protetta proprio a partire dalle sue capacità produttive e impiantistiche. Chiudere significa impoverire un territorio in maniera irreversibile. Alle associazioni datoriali, a partire da Confindustria, chiediamo di agire un ruolo di responsabilità e l’apertura di un tavolo per la gestione complessiva delle crisi. Ai principali brand del lusso presenti sul nostro territorio chiediamo esplicitamente di non seguire questa strada”.

È prevista per domani l’assembleanella quale saranno proposte iniziative di lotta, alla presenza di tutti lavoratori delegati del distretto della pelletteria a difesa dei lavoratori della Bally Studio srl.

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