Benedetta Vitetta: Unicredit, Mps, Bpm, Generali e Mediobanca, sempre più intrecciato il risiko bancario

 «Una settimana alquanto complicata quella che inizia oggi per la finanza italiana. Con un risiko bancario ormai fatto di intrecci e mosse impreviste giorno dopo giorno, con protagonisti che entrano in gioco a partita iniziata, e che soprattutto sta entrando sempre più nel vivo. Mantenendo sia il mercato che gli investitori sempre sotto pressione. Dopo l'Ops lanciata di recente su Banco Bpm (quest'ultima, a sua volta, ha promosso un'Opa su Anima) arrivata dopo l'annuncio di una possibile scalata alla tedesca Commerzbank di fine settembre, ora Andrea Orcel, il numero uno di Unicredit – con un'ultima mossa a sorpresa - è diventato il vero ago della bilancia per una serie di dossier finanziari aperti lungo la Penisola. E, nonostante l'ad di Piazza Gae Aulenti abbia trovato sulla sua strada intoppi e diversi ostacoli (dall'altolà di Piazza Meda e il golden power che il governo potrebbe utilizzare per bloccare l'offerta su Bpm creando così il terzo polo bancario, fino al niet dei tedeschi p

Benedetta Vitetta: Unicredit, Mps, Bpm, Generali e Mediobanca, sempre più intrecciato il risiko bancario

 «Una settimana alquanto complicata quella che inizia oggi per la finanza italiana. Con un risiko bancario ormai fatto di intrecci e mosse impreviste giorno dopo giorno, con protagonisti che entrano in gioco a partita iniziata, e che soprattutto sta entrando sempre più nel vivo. Mantenendo sia il mercato che gli investitori sempre sotto pressione. Dopo l'Ops lanciata di recente su Banco Bpm (quest'ultima, a sua volta, ha promosso un'Opa su Anima) arrivata dopo l'annuncio di una possibile scalata alla tedesca Commerzbank di fine settembre, ora Andrea Orcel, il numero uno di Unicredit – con un'ultima mossa a sorpresa - è diventato il vero ago della bilancia per una serie di dossier finanziari aperti lungo la Penisola. E, nonostante l'ad di Piazza Gae Aulenti abbia trovato sulla sua strada intoppi e diversi ostacoli (dall'altolà di Piazza Meda e il golden power che il governo potrebbe utilizzare per bloccare l'offerta su Bpm creando così il terzo polo bancario, fino al niet dei tedeschi per l'assalto alla seconda banca teutonica) non ha avuto remore nello scendere direttamente in campo nella intricatissima partita per il futuro del Leone. Sabato sera ha annunciato di aver rastrellato titoli di Generali fino ad arrivare ad avere in mano il 4,1% del capitale. Un gruzzoletto che ai valori attuali - la capitalizzazione del colosso assicurativo è di 48 miliardi - vale circa 2 miliardi. Una situazione che ora lo porta ad avere il pallino in mano in una serie di partite: quella dell'Ops di Mps su Mediobanca (che ha il 13% delle Generali ndr) in vista della prossima assemblea del Leone già calendarizzata per l'8 maggio. Una mossa che vedrà Orcel in una posizione di forza nei confronti dei due azionisti italiani di minoranza privati- Delfin, la finanziaria controllata dagli eredi di Leonardo Del Vecchio e Caltagirone - che sono soci sia nel Monte dei Paschi, ma pure in Generali, vero bottino cui entrambi ambiscono a gestire finora senza risultato pur portando in dote circa il 16,8% del Leone.

Se per ora Orcel preferisce dichiarare che «Unicredit resta focalizzata sull'Ops lanciata su BancoBpm, mentre in Germania è ancora aperto il fronte della tentata scalata a Commerzbank», da gran giocatore qual è, la tattica dell'ad è di certo molto più spregiudicata. Il numero uno di Gae Aulenti potrebbe, infatti, tentare di trovare un accordo con i due azionisti privati di Generali e Mps per far sì che il Leone abbia da qui ai prossimi mesi un nuovo blocco di maggioranza nell'azionariato e che l'offerta su Piazzetta Cuccia si concretizzi. Mossa che, a quel punto, gli garantirebbe di ricevere un ottimo tornaconto per se e l'istituto di Piazza Gae Aulenti: a quel punto, infatti, il top manager potrebbe ottenere un sostanziale via libera, anche dal governo che riporrebbe nel cassetto la minaccia dell'uso del golden power, all'acquisto di Piazza Meda e persino il sostegno dell'esecutivo per una possibile scalata su Commerz. Se invece l'intesa non si suggellasse sarebbe Unicredit, che probabilmente continuerà nel suo piano d'acquisto, a lasciare col cerino in mano i due soci italiani. E a quel punto anche l'Ops di Siena potrebbe non andare nella direzione voluta dal governo Meloni.

 

 

Ma la mossa di Orcel potrebbe avere anche due altre conseguenze: la prima sarebbe quella di far uscire allo scoperto i vertici di Intesa Sanpaolo che finora non hanno mai voluto entrare nel risiko bancario in atto. L'occasione golosa potrebbe essere già domani quando i vertici di Ca' de Sass, guidati da Carlo Messina, diffonderanno i conti. In più, tra gli analisti, sono sempre insistenti le voci secondo cui, se Mediobanca non finisse nelle mani di Siena Rocca, ci sarebbe uno straniero a mettersi in pista. Probabilmente un gruppo francese. Scartata l'ipotesi Credit Agricole che già ha un piede dentro al Banco Bpm restano poche altre ipotesi. Una suggestiva ma già vista in azione: il cavaliere bianco potrebbe forse essere Bnp Paribas?

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