"Bergoglio furioso", quella penna avvelenata che "prepara" il Conclave
Una «penna» agita il Vaticano. Si firma Demos. Come a dire siamo tanti. Sembra però che la caccia sia quasi conclusa, infatti, nei sacri corridoi si vocifera che la Gendarmeria vaticana avrebbe finalmente identificato l'anonimo cardinale che si cela dietro il nom de plume «Demos II». Nei mesi scorsi, in vista di un futuro conclave, l'ignoto porporato ha diffuso un pamphlet, in cinque lingue, mirato nientemeno che a criticare Papa Francesco. Tuttavia l'obiettivo delle autorità pontificie non è solo di mettere il sigillo a questo capitolo - in un momento in cui, all'interno della Chiesa, crescono sempre di più severe contestazioni verso l'attuale pontificato - ma anche di bloccare una probabile prossima uscita di un Demos III. Tutto iniziò con Demos I, libretto distribuito nel 2022 e attribuito al cardinale George Pell, morto a gennaio 2023, ex capo delle finanze vaticane il quale subì pure 400 giorni di carcere per vicende legate a casi di pedofilia per poi essere assolto. Figura
Una «penna» agita il Vaticano. Si firma Demos. Come a dire siamo tanti. Sembra però che la caccia sia quasi conclusa, infatti, nei sacri corridoi si vocifera che la Gendarmeria vaticana avrebbe finalmente identificato l'anonimo cardinale che si cela dietro il nom de plume «Demos II». Nei mesi scorsi, in vista di un futuro conclave, l'ignoto porporato ha diffuso un pamphlet, in cinque lingue, mirato nientemeno che a criticare Papa Francesco. Tuttavia l'obiettivo delle autorità pontificie non è solo di mettere il sigillo a questo capitolo - in un momento in cui, all'interno della Chiesa, crescono sempre di più severe contestazioni verso l'attuale pontificato - ma anche di bloccare una probabile prossima uscita di un Demos III.
Tutto iniziò con Demos I, libretto distribuito nel 2022 e attribuito al cardinale George Pell, morto a gennaio 2023, ex capo delle finanze vaticane il quale subì pure 400 giorni di carcere per vicende legate a casi di pedofilia per poi essere assolto. Figura tutt'altro che neutrale e il cui giudizio sul pontificato di Francesco si riassumeva in: «È una catastrofe». Demos I denunciava il declino dell'autorità papale e della chiarezza dottrinale sotto la guida di Bergoglio. Ogni pagina accusava il pontificato di aver creato confusione su temi fondamentali della fede e della morale, minando la fiducia nella Chiesa e favorendo tendenze scismatiche. Un'accusa di smarrimento collettivo, insomma, che suona come un requiem per la chiarezza dottrinale.
Nel 2024, ecco comparire Demos II, dal contenuto in linea con il primo Demos. In questo nuovo testo si delineano sette priorità per la Chiesa e il futuro pontificato. L'autore, pur riconoscendo i meriti di Papa Francesco nella compassione verso i poveri e gli emarginati, evidenzia diverse criticità nel modus operandi bergogliano che richiedono una risoluta correzione di rotta. Una sorta di manuale per il nuovo Papa, pronto a risolvere i problemi lasciati dal predecessore.
Si riportano alcuni passaggi: «La prima necessità è ristabilire la chiarezza dottrinale, poiché la confusione ha frammentato la Chiesa e minato la fiducia nella sua missione evangelica. È indispensabile riaffermare con decisione le verità fondamentali della fede cattolica, evitando ambiguità che alimentano divisioni. Il governo ecclesiastico deve diventare più collegiale, poiché l'attuale pontificato ha adottato uno stile autocratico, escludendo vescovi e cardinali da decisioni cruciali. Il nuovo Papa dovrà ripristinare la collegialità e rispettare il ruolo dei vescovi nelle diocesi. La Chiesa è una comunità di diritto, ma sotto questo pontificato si è assistito ad un uso eccessivo del motu proprio per decisioni centralizzate e a una trascuratezza delle procedure canoniche soprattutto in materia di giustizia».
Ogni pensiero al «caso Becciu» è puramente causale. Serve, per Demos II, «un ritorno a un governo trasparente e giuridicamente fondato per garantire la credibilità della Chiesa».
Una delle sfide più urgenti è quella antropologica. Si denuncia perfino la mancanza di una chiara visione cristiana dell'uomo in un'epoca segnata da ideologie come il transgenderismo e il transumanesimo. «È necessario un rinnovato impegno nella teologia del corpo e nell'insegnamento della dignità umana secondo il magistero tradizionale». Sul piano finanziario, inoltre, «il Vaticano necessita di una revisione strutturale per garantire integrità e trasparenza. Le riforme promosse da Papa Francesco sono rimaste incomplete e, oltre agli scandali economici, occorre affrontare le problematiche morali e disciplinari all'interno della gerarchia ecclesiastica».
Altro punto centrale riguarda il ruolo dei viaggi papali: «Se Giovanni Paolo II li utilizzò come strumento di evangelizzazione, oggi il Vaticano ha urgenti questioni interne da affrontare. Il nuovo Papa dovrebbe concentrarsi più sulla riforma interna che sulla diplomazia globale».
Demos II si occupa anche del Collegio cardinalizio che deve essere più solido e preparato. «L'attuale pontificato ha diversificato il Collegio, ma ha trascurato la formazione teologica e pastorale di molti cardinali. È necessario che i cardinali siano pronti a governare la Chiesa con rettitudine, maturità spirituale e dottrinale. Queste riflessioni mirano a orientare la discussione tra i cardinali in vista del prossimo conclave, suggerendo una necessaria inversione di tendenza rispetto alla gestione attuale del Vaticano».
Se Demos I era stato un «j'accuse» delle derive dell'attuale pontificato, Demos II si pone come un documento più strutturato e propositivo, indicando le priorità per il futuro Papa. Entrambi i testi convergono però su alcuni punti chiave:
• ristabilire chiarezza dottrinale e autorità ecclesiale
• abbandonare l'autocrazia e tornare alla collegialità episcopale
• ripristinare la centralità del diritto canonico e della trasparenza finanziaria
• offrire una risposta più solida alle sfide antropologiche moderne
• formare un Collegio cardinalizio meglio preparato per governare la Chiesa.
In definitiva, a seguire il fil rouge che li lega, i due documenti rappresentano un forte segnale per il futuro conclave, ma soprattutto mettono nero su bianco l'esistenza di una corrente, interna alla Chiesa, che desidera un significativo cambiamento rispetto agli ultimi anni.
A movimentare ancor più le acque da qualche mese è online il sito «The College of Cardinals Report», curato da Edward Pentin, corrispondente di Ewtn (Eternal Word Television Network), la tv via cavo fondata da Mother Angelica - megafono dei tradizionalisti nord e sud americani - allo scopo manifesto di informare il Collegio cardinalizio, sempre in vista di un prossimo conclave, sui candidati più papabili.
Questo perché, con le ultime nomine bergogliane, i cardinali non si conoscono più tra loro e ciò potrebbe generare confusione nella scelta del successore dell'attuale Pontefice. In attesa del prossimo conclave, non resta che seguire le manovre e unirci alla preghiera per Bergoglio: con il clima che tira, non gli farà certo male.
Qual è la vostra reazione?