Bomba in Nba: Doncic va a Los Angeles, Davis a Dallas

La bomba che sconvolge la Nba deflagra quando in Italia non è ancora l'alba. Los Angeles Lakers e Dallas Maverics mettono in piedi uno scambio eclatante, Luka Doncic a Hollywood e Anthony Davis in Texas. La tempesta di tweet e post testimonia il clamore della trattativa, che per la prima volta coinvolge due giocatori All-Nba in carica, ovvero scelti nei due migliori quintetti dell'ultima stagione. Sembra una sfumatura ma non lo è, anzi, è tra i motivi principali alla base dello scambio, perché certi risultati si traducono in aumenti contrattuali. Insomma, in soldi. Per qualcuno troppi. Lo sport americano è diverso da quello europeo. A mercato aperto le squadre scambiano per intero i contratti dei giocatori, che conservano gli accordi pattuiti e salvo rari casi (oggi solo Beal a Phoenix) non possono rifiutare di essere scambiati. I loro ingaggi vanno inseriti all'interno di un tetto salariale (derogabile, con tasse salatissime per le franchigie) e risentono di parametri come anzianità,

Bomba in Nba: Doncic va a Los Angeles, Davis a Dallas

La bomba che sconvolge la Nba deflagra quando in Italia non è ancora l'alba. Los Angeles Lakers e Dallas Maverics mettono in piedi uno scambio eclatante, Luka Doncic a Hollywood e Anthony Davis in Texas. La tempesta di tweet e post testimonia il clamore della trattativa, che per la prima volta coinvolge due giocatori All-Nba in carica, ovvero scelti nei due migliori quintetti dell'ultima stagione. Sembra una sfumatura ma non lo è, anzi, è tra i motivi principali alla base dello scambio, perché certi risultati si traducono in aumenti contrattuali. Insomma, in soldi. Per qualcuno troppi.

Lo sport americano è diverso da quello europeo. A mercato aperto le squadre scambiano per intero i contratti dei giocatori, che conservano gli accordi pattuiti e salvo rari casi (oggi solo Beal a Phoenix) non possono rifiutare di essere scambiati. I loro ingaggi vanno inseriti all'interno di un tetto salariale (derogabile, con tasse salatissime per le franchigie) e risentono di parametri come anzianità, risultati e premi. Fattori che in estate avrebbero permesso a Luka Doncic, fenomeno sloveno classe 1999, di pretendere da Dallas - e solo da Dallas - un contratto ‘supermax', estensione quinquennale da 345 milioni di dollari lordi. Una zavorra sulle finanze dei Mavs, tanto che i retroscena raccontano come da settimane in Texas vedessero questa possibilità alla stregua di un ricatto. Eppure si tratta di uno dei 5 giocatori più forti dell'ultima annata. Perché cederlo?

A volte il talento non è tutto, anche quando è tanto come quello di Luka. Quasi sottovalutato al suo arrivo in Nba, pur da miglior giocatore dell'Eurolega appena vinta con il Real Madrid a soli 19 anni, Doncic venne chiamato da Atlanta con la terza scelta e subito mandato a Dallas in cambio di Trae Young. Pure lui un pezzo grosso del Draft 2018, ma in Europa tutti mormorano che l'affare è dei texani. Diamante di 198 cm che lo fanno play, guardia e se serve anche ala. A tanta altezza però corrisponde anche peso e pare che quello di Luka - fermo per un problema al polpaccio - oggi sia di 122 kg. Tanto pure per un ragazzo capace di giocare divinamente durante la ricerca della forma fisica. Un dono che a Dallas hanno sempre visto come mancanza di applicazione fuori dal campo.

Così la dirigenza ha deciso di sondare il terreno con i Lakers, senza passare dal mercato, ingolositi dalla possibilità di migliorare la difesa con Anthony Davis, lungo che con LeBron James ha trascinato i gialloviola al titolo 2020. Una trattativa lampo, giusto il tempo di trovare negli Utah Jazz un terzo club a cui scaricare qualche contratto di complemento per equilibrare la ‘trade'. Contenta Dallas, che si assicura un fuoriclasse e risparmia 5 milioni, scendendo sotto la soglia della ‘luxury tax'. Contenti i Lakers, che non avevano gradito gli appunti sul mercato fatti da Davis alla dirigenza e ora hanno una nuova superstar su cui costruire il dopo Lebron, ottenuta scambiando meno scelte del normale (una sola) e con più flessibilità salariale (niente supermax) anche se gli ultimi 4 giorni di mercato potrebbero dover ritoccare la squadra.

Contento pure James, che sognava di giocare con Doncic ma ha pure liquidato con sarcasmo presunte frizioni con AD. Spiazzati i diretti interessati, così come tanti colleghi, il cui pensiero è ben riassunto da un altro campione Kevin Durant. «I giocatori sono tenuti a un diverso standard di lealtà - spiega l'asso di Phoenix - rispetto alle squadre. È folle». Da Roma Hummels benedice ciò che ha: «Grazie a Dio - scrive su X - nel calcio non puoi essere scambiato in questo modo».

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