Buona la prima. Applausi per le nuove direzioni creative da Tom Ford e Dries Van Noten
Haider Ackermann per Tom Ford e Julian Klausner da Dries Van Noten erano certamente tra i debutti più attesi della settimana della moda francese, ed entrambi non hanno deluso le aspettative. Innovare nel rispetto dell’heritage è stata la chiave scelta da Ackermann. Una formula apparentemente semplice ma che rappresenta in realtà la sfida più ardua […]

Haider Ackermann per Tom Ford e Julian Klausner da Dries Van Noten erano certamente tra i debutti più attesi della settimana della moda francese, ed entrambi non hanno deluso le aspettative. Innovare nel rispetto dell’heritage è stata la chiave scelta da Ackermann. Una formula apparentemente semplice ma che rappresenta in realtà la sfida più ardua per qualsiasi direttore creativo alle prese con un marchio dall’inconfondibile identità stilistica. Ieri sera il designer francese di origini colombiane ha dimostrato come rendere nuovamente appealing un marchio non più ‘in hype’ come Tom Ford. Nominato lo scorso settembre alla direzione creativa della maison, Ackermann è riuscito dove il predecessore Peter Hawkings, braccio destro dello stesso Ford, aveva fallito. Nella nota che accompagnava la notizia dell’ingresso di Ackermann lo stilista texano dichiarava: “Trovo sia il suo abbigliamento femminile che quello maschile ugualmente avvincenti. È un colorista incredibile, la sua sartoria è nitida e, soprattutto, moderna. Sospetto che sarò il primo in piedi ad applaudire dopo il suo show a marzo”. Ford non si è limitato ad applaudire, come tutti gli ospiti lungo la passerella, ma ha anche abbracciato Ackermann perché la collezione ha confermato ogni parola espressa a riguardo.
Ackermann è riuscito a bilanciare perfettamente il dna di Tom Ford con il proprio intuito creativo. I look in pelle nera si sono alternati al total white, l’innato erotismo era palpabile e sottolineato da un casting d’eccezione composto da top model di ogni età: Karen Elson, Edie Campbell, Vittoria Ceretti, Kristen e Lily McMenamy. Il tailoring ripreso dagli archivi ma assolutamente attuale e, immancabile, l’inconfondibile palette di colori di Ackermann, da sempre suo segno distintivo.
“Si inizia osservando il partner, riconoscendo le differenze, esplorando le somiglianze, cercando di trovare modi per sincronizzare i passi dell’altro e muoversi in armonia. Entrando nella casa che il signor Tom Ford ha costruito, sono stato attratto dall’uomo stesso, la cui personalità riecheggia in tutto ciò che ha immaginato. Lui è la vita notturna, io sono il mattino dopo: è qui che inizia la nostra danza”, spiega in una nota il direttore creativo. L’esordio convince grazie all coraggio di osare senza strafare o, ancora peggio, replicare con pigrizia, senza apporre la propria firma. “Sedurre significa avvicinare qualcuno, attirare uno sguardo, un tocco allettante, stimolare i sensi, ricompensare la scoperta con sorpresa e bellezza. La sensualità è il sentimento della bellezza” continua lo stilista centrando in pieno il lessico stilistico di Tom Ford.
La maison è dal 2022 di proprietà di The Estée Lauder Companies che collabora con il Gruppo Ermenegildo Zegna per l’intero business legato alla moda e con Marcolin Group per l’eyewear attraverso un accordo di licenza perpetuo.
Debutto anche per Julian Klausner, all’interno di Dries Van Noten dal 2018, anno in cui il marchio è stato acquisito da Puig, e direttore creativo dallo scorso dicembre. Il fondatore aveva annunciato il suo desiderio di lasciare la moda dopo una carriera durata 38 anni. L’ultima sfilata dello stilista belga alla guida del suo omonimo brand è andata in scena a giugno in occasione della fashion week maschile di Parigi dove ha presentato la collezione primavera/estate 2025. Durante la kermesse di settembre è stata invece presentata la collezione primavera/estate 2025 donna realizzata dal team creativo interno.
Il lavoro di Klausner tranquillizza le fan della maison che in lui possono trovare una continuazione del lavoro di Van Noten. Tutti gli elementi del marchio sono presenti, garantendo un fil rouge concreto con il lessico raffinato e magnetico di Van Noten. “Mi sono innamorata per la prima volta degli abiti da bambino, attraverso la scatola dei costumi della mia famiglia. Mettendo insieme le cose, sentendo le texture e le sensazioni che indossare abiti può suscitare. Una cintura stretta, un cappotto pesante o una sciarpa avvolta in un certo modo potevano creare un personaggio creato con affetto, lasciando correre la mia immaginazione”, confida nella nota post show Klausner.
“Ho immaginato donne che attraversano l’opera, afferrando tessuti e oggetti, legandoli con un laccio delle scarpe mentre erano alla ricerca della risposta a una domanda sconosciuta. Questa collezione è una celebrazione di quell’istinto: di trasformazione, di rituale personale, del dialogo silenzioso ma potente tra passato e futuro, che è il cuore di Dries Van Noten”. Niente di sbagliato ma forse, allo stesso tempo, niente di inaspettato. I look déshabillé drappeggiati con arricciature matelassé rispecchiano l’estetica decadente per cui è noto e apprezzato il marchio. Gli elementi decorativi dell’opera abbondano tra velluti, jacquard di tappeti, nappe di tende e morbide frange. Klausner ha evidentemente assorbito il know how del suo maestro e riesce a padroneggiarlo senza sbavature assicurandosi la fedeltà dei preziosi loyal client.
Domani mattina sarà la volta di Sarah Burton, che presenterà in passerella la sua visione di Givenchy.
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